I prezzi alimentari a livello mondiale sono nettamente aumentati durante il mese di novembre e una delle cause è il clima. Il picco più alto è stato raggiunto e trainato dal rialzo dei prezzi della carne e degli oli vegetali. 

Aumenti netti

A svelare l’aumento è l’indice FAO che misurando le variazioni mensili dei prezzi internazionali ha segnalato un aumento del 2,7% rispetto a ottobre e del 9,5% rispetto al mese di novembre del 2018. Aumenti ancora più consistenti per gli oli vegetali, 10,4% in più, mentre per la carne il prezzo è aumentato del 4,6%.

L’indice Fao ha segnalato anche un aumento della domanda dell’olio di palma anche per il maggiore uso per la produzione di biodiesel. Per quanto riguarda la carne, gli aumenti derivano anche dalla forte domanda di importazione dalla Cina. Rincari anche per lo zucchero e i prodotti Lattiero-caseari. Per quanto riguarda lo zucchero, infatti, l’indice Fao ha segnalato che il consumo mondiale supererà la produzione nel 2020. A scendere, invece, il costo dei cereali causato dalla concorrenza tra gli esportatori di grano. A diminuire anche i prezzi all’esportazione del mais statunitense. L’anno prossimo dovrebbe aumentare la produzione globale di grano mentre quella di riso dovrebbe raggiungere i 515 milioni di tonnellate.

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Che cosa c’entrano i cambiamenti climatici

I prezzi più alti, come anticipato, sono strettamente legati al cambiamento climatico che colpisce i raccolti di cereali in Africa orientale e meridionale. Inondazioni e siccità hanno bloccato o diminuito fortemente la produzione in Africa Australe. Ne consegue una vera e propria emergenza con il raddoppio delle persone che si troveranno in stato di insicurezza alimentare.

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