Il governo ha deciso di stanziare altri 17 miliardi di euro per aiutare le famiglie italiane alle prese con il carovita. Il Consiglio dei ministri ha votato ieri il decreto Aiuti-bis, introducendo una serie di novità importanti, alcune delle quali a favore di lavoratori dipendenti e pensionati. Ed è proprio di questi ultimi che ci occuperemo in questo articolo. Come sapete, a partire da ogni mese di gennaio l’INPS rivaluta gli assegni sulla base dei tassi d’inflazione dell’anno precedente.

Al fine di andare incontro alla categoria, il governo ha stanziato 2,4 miliardi per l’anticipo dell’aumento delle pensioni al mese di ottobre. Questo significa che, eccezionalmente, quest’anno una parte della rivalutazione si avrà già a partire da ottobre e fino al mese di dicembre.

Aumento pensioni del 2%

Di quanto sarà? Prima del Consiglio dei ministri si speculava su un aumento delle pensioni pari all’inflazione nel primo semestre. Questa è stata pari al 5,4% nei primi sei mesi dell’anno. Tuttavia, per la ristrettezza delle risorse disponibili il governo ha deciso di fissare la rivalutazione al 2%. Questo significa che per i mesi di ottobre, novembre e dicembre gli assegni cresceranno del 2% rispetto all’importo erogato a settembre.

Vediamo nel concreto di quanto parliamo? Il 2% su un assegno di 500 euro al mese equivale a +10 euro. Per tre mesi fanno +30 euro. Se parliamo di un assegno mensile di 1.000 euro, la rivalutazione sarà di 20 euro, cioè di 60 euro nell’arco dei tre mesi. Per gli assegni sopra quattro volte il trattamento minimo, l’aumento sarà inferiore: dell’1,8% (90% del 2%) per la quota dell’assegno tra 4 e 5 volte il minimo, dell’1,5% (75% del 2%) per la quota sopra 5 volte il minimo.

In realtà, l’aumento delle pensioni sarà un po’ più generoso. Oltre al suddetto 2%, il governo ha deciso anche di anticipare ad ottobre il conguaglio dello 0,2%.

Anticipato anche il conguaglio pensioni

In cosa consiste? Nel 2021, il Ministero di economia e finanze fissò l’aumento delle pensioni per quest’anno all’1,7%. Ma lo scorso anno, il tasso d’inflazione risultò alla fine essere dell’1,9%, cioè dello 0,2% superiore a quanto previsto dal ministero. Questa differenza va erogata ai pensionati a partire dall’anno seguente, ma il governo ha deciso anche in questo caso di anticipare l’erogazione a ottobre.

Parliamo di pochi euro. Lo 0,2% va calcolato sul totale della pensione percepita nell’anno 2022. Se, ad esempio, un pensionato riscuote un assegno lordo mensile di 800 euro per 13 mensilità, avrà diritto a un conguaglio dello 0,2% su 10.400 euro. Esso sarà pari a 20,80 euro. Attenzione: questo importo sarà una tantum, non mensile.

Gli effetti sulla tredicesima

E la tredicesima? Il testo approvato dal governo recita che “la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è anticipata, per una quota pari a due punti percentuali, con decorrenza dal primo ottobre 2022, con relativo riconoscimento anche sulla tredicesima mensilità“. Che cosa significa? Non che la tredicesima aumenti del 2% anch’essa, bensì che l’aumento delle pensioni avrà effetti su di essa. In sostanza, esso si ripercuoterà pro quota.

Facciamo un esempio. Se un pensionato percepisce 800 euro al mese, la tredicesima sarà per l’appunto pari a quella cifra. Tuttavia, essa dovrà comprendere anche l’aumento delle pensioni per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, pari a 16 euro al mese. Dunque, il pensionato percepirà 800 euro per nove mesi e 816 euro per i restanti tre mesi, oltre a 19,30 euro di conguaglio una tantum. La sua tredicesima sarà di circa 805,61 euro. In generale, possiamo affermare che essa aumenterà dello 0,70%.

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