Amazon ha fatto passi avanti. Dopo il braccialetto elettronico che avrebbe dovuto controllare i dipendenti, ora arriva il gilet coi sensori. Non è semplice capire di che cosa si tratta in effetti. 

Dopo il bracciale elettronico arriva il gilet con i sensori

Come riporta Il Corriere, grazie ad un’intervista a Tye Brady, che si occupa dellalgoritmo che consente di gestire lo smistamento delle merci, il colosso dell’e-commerce ha in mente di portare anche in Italia un nuovo sistema con proiettori per gestire al meglio le merci.

In tal senso, le merci saranno scannerizzate e riposte negli scaffali, in seguito il proiettore indicherà la posizione in cui la merce non deve essere messa, tutto ciò per intervenire subito. L’arrivo del gilet è previsto anche in Italia, si pensa a Passo Corese (Rieti) e al magazzino in apertura a Torrazza, in Piemonte. Nell’intervista si parla anche di un gilet attrezzato con sensori che fa in modo che gli scaffali si muovano rispettando una distanza di sicurezza. L’idea è abbastanza semplice, per ora messa a punto negli Usa, è come se “gli scaffali andassero dal lavoratore a cercare gli articoli da preparare”.

Amazon in ogni caso non è nuova a certe trovate; basti pensare ai supermercati senza casse, che avranno lo scopo di ridurre il personale e risparmiare sul costo del lavoro, oltre che rendere più semplice l’acquisto delle merci con una semplice app.

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Cosa cambierà con i robot nel mondo del lavoro?

Il discorso legato ai robot e alla concorrenza che l’intelligenza artificiale potrebbe fare all’uomo con tutte le conseguenze del caso è tornata in auge grazie al report Aidp-LabLaw 2018 a cura di Doxa su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia, in cui emerge che il 61% delle aziende è pronta ad introdurre sistemi di intelligenza artificiale mentre soltanto l’11% è contrario.

Dietro questa posizione favorevole, però, non c’è la volontà di sostituire il lavoro dell’uomo ma renderlo più sicuro e meno faticoso oppure far aumentare l’efficienza sul lavoro. L’89% delle aziende infatti pensa che i robot non potranno mai sostituire il lavoro dell’uomo ma è anche vero che alcuni mestieri sono sicuramente più a rischio. A rimetterci saranno i lavori a più basso contenuto professionale, dunque tutte quelle persone con scolarità bassa. Una spinta positiva riguarda la riorganizzazione degli spazi del lavoro/uffici e la promozione di servizi di benessere e welfare.

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