619 presenze e 250 gol in campionato, 25 stagioni con un’unica maglia, un amore reciproco (con qualche piccolo screzio come succede sempre nelle più intense love story) con la tifoseria romanista e un addio che sembrava non dovesse (e non volesse) mai arrivare: questa è la sintesi di Francesco Totti, all’unanimità il più importante giocatore della storia della Roma e tra i più grandi e longevi talenti della storia del calcio. L’addio di Totti non è stato un semplice ritiro dalla scene, ma un evento mediatico e sociale che è rimbalzato in ogni angolo del pianeta, coinvolgendo non solo Roma, ma tutto il mondo calcistico, come testimoniano i titoli celebrativi riportati sulle testate straniere.

Il saluto straziante a fine gara, ieri, 28 maggio 2017, ha commosso non una città, ma un’intera nazione, che ha visto, dopo Maldini, abdicare l’ultimo paladino della fedeltà alla maglia. I sentimentalisti hanno pianto, mentre i cinici non hanno perso tempo a domandarsi quanti soldi avesse fatto confluire nelle tasche del pupone questo “amore”. E se invece fosse stato Totti il valore economico aggiunto per la Roma?

L’addio di Totti e il toto guadagni: facciamo chiarezza

Si è tanto speculato sugli stipendi di Totti e sulla sua quasi cessione al Real Madrid: ai tempi, era il 2002, i rapporti con l’allora presidente Sensi non era dei migliori e i Blancos si avvicinarono prepotentemente, proponendo un contratto di circa 7 milioni di euro netti a stagione, due in più di quanti ne guadagnava alla Roma. I maligni sostenevano che la società giallorossa avesse ricoperto d’oro Totti per assicurarsi la sua permanenza ed evitare la rivolta della tifoseria, ma i dati di cui si dispone parlano di uno stipendio sempre alto ma sicuramente non eccessivo per un giocatore di tale levatura.

In 25 stagioni, Francesco Totti ha guadagnato 86 milioni di euro netti: una media di 3,44 a stagione, con un minimo di 200 mila euro ed un massimo di 6 milioni di euro (cifra percepita nelle stagioni 2004/2005 e 2005/2006).

Sono numeri chiaramente parziali, perché non tengono conto dei diritti di immagine e dei premi personali e collettivi per i risultati sportivi.

Ma Totti non è solo sinonimo di spesa per il club giallorosso, visto che sono proprio i diritti di immagine la cartina di tornasole  del suo amore incondizionato per la maglia: nel 2000, anno di quotazione in borsa dell’A.S. Roma, il Capitano cede a titolo gratuito la sua immagine alla società, dopo aver anche convertito in azioni 1,5 milioni di euro per compensare la stessa cifra che gli era dovuta per stipendi arretrati. Un grande aiuto in un momento di difficoltà, aiuto che ha rappresentato una costante degli anni, proprio grazie all’appeal di Totti per gli sponsor; la Kappa, per citarne uno, superò la concorrenza Diadora per l’abbigliamento della Roma, rialzando l’offerta a quasi 5 milioni di euro (4,7 per la precisione).

Superfluo dire che la vittoria del mondiale 2006 ha ulteriormente esposto il giocatore alle attenzioni degli sponsor.

Quindi, quando si parla di Totti, è bene sottolineare come il suo costo negli anni sia stato ampiamente ammortizzato dalla sua immagine e dalle sue prestazioni.

Addio Totti..e adesso dove andrai?

Il secondo più grande interrogativo che ha tenuto banco in questi giorni è proprio la futura (se ci sarà) destinazione calcistica del campione di Porta Metronia.

Nella grande calderone speculativo, cartaceo e digitale, si legge un po’ di tutto, anche se la certezza sembra essere l’abbandono del campionato italiano. “Mai in Italia senza la maglia della Roma” ha più volte ribadito Totti, e così dovrebbe essere; le proposte papabili per il pupone sembrano, al momento, le seguenti:

  • Una squadra della MLS, il campionato per club statunitensi e canadesi
  • Una squadra cinese, dove sfrutterebbe gli ultimi anni di carriera per ottenere compensi faraonici
  • Una squadra inglese o spagnola per una nuova e stimolante avventura, restano in un campionato altamente competitivo.

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