Il business è business, ma quello che è attivo in Giappone e che ha visto il suo momento di massima crescita negli anni ’90 è davvero particolare: si tratta di un aiuto all’evaporazione di migliaia di cittadini giapponesi. In cosa consiste? Con il termine johatsu, che può essere tradotto con la parola ‘evaporati’, si intende tutti coloro che, per motivi connessi alla ‘vergogna’, hanno deciso di scomparire dalla circolazione, di cancellare la propria identità sociale e civile, e di andarsene a vivere in posti lontani nel completo anonimato.

Ad ‘aiutarli’ dei veri e propri professionisti (a pagamento) della scomparsa. Di recente è stato pubblicato un interessante libro che ricostruisce questa strana pratica e questo strano business: The Vanished: The ‘Evaporated People’ of Japan in Stories and Photographs, a cura di Stéphane Remael e Léna Mauger.

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100mila giapponesi evaporano ogni anno: i dati e una storia si evaporazione

Gli autori del libro hanno girato in lungo e in largo il Giappone per cinque anni e sono riusciti, conquistando una certa intimità con la gente del posto, a farsi raccontare le storie degli ‘evaporati’. I dati sembrano essere particolarmente inquietanti: si parla di 100mila ‘evaporati’ all’anno, anche se non si tratta di stime ufficiali. Al centro di questa strana pratica c’è un idea particolare di ‘vergogna’: quando una persona fallisce sul lavoro ritiene di andare in contro a una tremenda condanna sociale, condivisa spesso anche dalla famiglia, e preferisce ‘evaporare’ e scomparire – una storia raccontata dagli autori è particolarmente indicativa: la famiglia di un ‘evaporato’ dice chiaramente che è preferibile che non ritorni più a casa, ma che, se ha bisogno di denaro, loro sono disposti a dare una mano.

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Com’è possibile ‘evaporare’ in Giappone? La ‘doppia’ società

Stando a quanto riportato, sembra essere piuttosto semplice ‘evaporare’ in Giappone: per intenderci, si tratta di qualcosa che assomiglia molto ai nostri programmi per i testimoni di giustizia. In effetti, è una scomparsa di carattere amministrativo: l’evaporato decide di cancellare la propria identità e i propri rapporti professionali e, a quanto pare, è piuttosto semplice; le leggi sulla privacy in Giappone concedono immensa libertà ai cittadini. Un altro elemento interessante è dato da altre testimonianze, raccolte sempre nel libro, secondo le quali in Giappone esiste come una doppia società: l’evaporato sa bene che, abbandonando il mondo di superfice, può essere accolto in un altro mondo, dove può trovare lavoro e portare avanti, in un modo o nell’altro, la propria esistenza.

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Il business delle ‘evaporazioni’ in Giappone

Renael e Mauger, gli autori del libro-inchiesta, hanno incontrato anche un uomo che, di mestiere, ha fatto il ‘traslocatore notturno’ di persone, soprattutto negli anni ’90, quando la crisi economica era devastante e centinaia di migliaia di giapponesi, per non affrontare la vergogna del proprio fallimento, decidevano di evaporare. Molte persone cercavano una via d’uscita e riuscivano a trovarla grazie a questa tipologia di persone: ‘la scomparsa divenne un business’, afferma senza se e senza ma Mauger. Il fenomeno, comunque, è attivo anche oggi: il paese del Sol Levante non può che continuare a stupire.