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Oggi: 05 Dic, 2025

Ecco le cifre reali sul taglio IRPEF: In due anni cosa hanno guadagnato i contribuenti

Cosa porta in effetti in più nelle tasche dei contribuenti il taglio dell'IRPEF? Ecco i conti da fare dopo i due interventi sull'imposta.
4 settimane fa
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taglio Irpef
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Critiche a pioggia sulla manovra e sui vari punti della manovra. Ma non poteva essere altrimenti visto che le opposizioni fanno le opposizioni, i sindacati fanno i sindacati e il governo deve fare ciò che è chiamato a fare. Finisce sotto attacco anche il taglio dell’IRPEF per il ceto medio. Stessa sorte della modifica introdotta lo scorso anno che porterà da 4 a 3 gli scaglioni di una delle principali imposte che gravano sui contribuenti, cioè quella sui redditi. Ma cosa è successo in questi due anni all’IRPEF? Cosa pagavano fino al 2024 i contributi e cosa pagheranno adesso dopo le novità introdotte dalla manovra per il 2026?

IRPEF da 4 a 3 scaglioni e adesso aliquota ridotta al ceto medio, ecco la cronistoria della riforma

Riforma dell’IRPEF in atto da parte del governo Meloni.

Il secondo step è per il 2026 ed è stato introdotto nella legge di Bilancio che adesso si trova in Senato per la prima lettura. Naturalmente ci saranno ancora ritocchi, interventi ed emendamenti correttivi, ma al momento sul taglio dell’IRPEF al ceto medio non pare ci siano dubbi.
La seconda parte di una riforma iniziata già a fine 2024 è servita quindi. Il governo tira dritto verso la rivisitazione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Come detto si è partiti con la riduzione da 4 a 3 scaglioni. Nel 2025 la tassazione dei redditi tra 15.000 a 28.000 euro è stata equiparata a quelli più bassi. Infatti il secondo scaglione fu accorpato al primo. Nel dettaglio, fino al 2024 i 4 scaglioni IRPEF erano:

  • 23% di aliquota sui redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% di aliquota per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 35% di aliquota per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sui redditi superiori.

Nel 2025 invece gli scaglioni diventano 3 e sono:

  • 23% di aliquota sui redditi fino 28.000 euro;
  • 35% di aliquota per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sui redditi superiori.

Il guadagno si traduce in 260 euro al massimo come IRPEF in meno da versare visti i due punti percentuali tolti per la parte di reddito tra i 15.000 ed i 28.000 euro. Chi ha un reddito da 28.000 euro, fino al 2024 versava 6.700 euro di IRPEF (al lordo di detrazioni e altre voci variabili). Adesso 6.440 euro.

Ecco le cifre reali sul taglio IRPEF: In due anni cosa hanno guadagnato i contribuenti

Adesso per il 2026 il governo ha alzato l’asticella. O meglio, ha guardato ai redditi più alti. Perché stavolta la variazione riguarda il reddito sopra i 28.000 euro. I nuovi scaglioni di imposta per il 2026 saranno i seguenti:

  • 23% di aliquota sui redditi fino 28.000 euro;
  • 33% di aliquota per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% sui redditi superiori.

Due punti percentuali in meno sul secondo scaglione che dal 35% di aliquota scende al 33%. Cosa significa? Che sono altri soldi in meno di imposta da versare, stavolta per il ceto medio. Con un risparmio massimo di 440 euro per chi ha redditi da 50.000 euro in poi. Ed anche in questo caso, con un meccanismo di detrazioni che limiterà il vantaggio per chi ha redditi più alti. Resta il fatto che un contribuente con 50.000 euro di reddito ha prima recuperato 260 euro dal passaggio da 4 a 3 scaglioni e adesso recupera 440 euro di taglio del secondo scaglione.

Un contribuente di questo tipo nel 2024 versava in tutto 14.400 euro di IRPEF. Dopo le due manovre correttive, verserà 13.700. In sostanza, c’è chi verserà 700 euro in meno di IRPEF.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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