La manovra di Bilancio ha sostanzialmente due novità dal punto di vista fiscale che interessano molti contribuenti. La prima riguarda il nuovo riallineamento dell’IRPEF con l’Imposta che dopo essere passata da 4 a 3 scaglioni adesso vede scendere l’aliquota del secondo scaglione. E poi c’è la seconda novità che è la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali. Una nuova sanatoria dei debiti che i contribuenti si ritrovano dentro il loro estratto di ruolo e quindi con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma a fianco a quella che potremmo definire la rottamazione normale, che segue per grandi linee anche se con notevoli differenze, le altre rottamazioni precedentemente introdotte negli anni, c’è una rottamazione “particolare” che riguarda le entrate patrimoniali e non patrimoniali degli enti locali.
Perché ai contribuenti viene concessa anche la possibilità di chiudere i debiti che hanno con Enti diversi dall’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Non una ma due rottamazioni delle cartelle al via nel 2026: ecco di cosa si tratta
La sanatoria delle cartelle esattoriali meglio nota come rottamazione quinquies verrà attivata nel 2026. Perché il governo ha inserito il provvedimento nella legge di Bilancio e adesso si attende solo l’approvazione della manovra. Potrebbero esserci cambiamenti e correttivi figli degli emendamenti alla manovra. Il provvedimento potrebbe essere ritoccato, ma non sembrano esserci dubbi sul fatto che la rottamazione quinquies sarà ai nastri di partenza del nuovo anno.
Ma oggi non parliamo della rottamazione delle cartelle esattoriali, delle 54 rate bimestrali, dei ripescaggi per i decaduti dalle precedenti sanatorie e di tutto quello che si dice sempre della nuova misura. Parliamo di una misura parallela alla rottamazione ordinaria, che i tributi locali.
A dire il vero non si tratta di una misura secca come sarà la rottamazione delle cartelle esattoriali di Agenzia delle Entrate Riscossione. Nel senso che non sarà una misura che un contribuente nelle date prestabilite (entro il 30 aprile sembrerebbe la data per le domande) potrà sfruttare presentando semplicemente domanda e attendendo la sua approvazione. Per i tributi locali la norma lascia campo libero agli Enti di concedere la sanatoria ai loro contribuenti.
La sanatoria dei tributi locali, ecco di cosa si tratta
In pratica un Comune piuttosto che una Regione, in quanto Enti locali che magari hanno maturato crediti sui loro tributi nei confronti dei loro concittadini o corregionali, potranno così prevedere una sanatoria che permetta di raggiungere i medesimi obiettivi della rottamazione quinquies. Cioè liberare un contribuente che non ha potuto pagare, da questi debiti.
Concedendo agevolazioni sul pagamento. E naturalmente facendo cassa. perché anche per la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali ai vantaggi per i contribuenti c’è il tornaconto per le Amministrazioni che recuperano soldi che altrimenti difficilmente potrebbero recuperare.
Naturalmente si parla di crediti di un Ente locale che non tirano dentro l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Infatti non sempre gli Enti locali utilizzano il principale concessionario alla riscossione italiano per il recupero. possono infatti affidare le operazioni di incasso forzoso ad agenti della riscossione privati purché registrati negli appositi elenchi.
Oppure possono avviare operazioni di incasso in autonomia. Ed è su questi debiti che si incastona la sanatoria dei tributi locali. Come previsto dall’articolo numero 24 della legge di Bilancio, ai Comuni e alle Regioni viene concessa la facoltà di introdurre sanatorie a vantaggio dei loro contribuenti indebitati. Quindi, non è escluso che ci saranno contribuenti che potranno sfruttare la Pace Fiscale per l’Agenzia delle Entrate Riscossione con la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali. Ma anche una sanatoria ad hoc che eventualmente il proprio Comune , la propria Provincia o la propria Regione deciderà di attuare.