Quando si parla di dichiarazione dei redditi e di modello 730, il sostituto d’imposta è un elemento di primaria importanza. Si tratta infatti di una figura necessaria, decisiva e spesso fondamentale per incassare l’eventuale rimborso fiscale, o quantomeno per chiudere correttamente la posizione fiscale con l’Agenzia delle Entrate.
Generalmente, il sostituto d’imposta è il datore di lavoro. Questo, naturalmente, se si parla di lavoratori dipendenti. Diversamente, per un pensionato, il sostituto è l’ente previdenziale che eroga la prestazione.
Oggi, però, analizziamo un caso particolare che riguarda i disoccupati.
E non ci riferiamo ai disoccupati privi di ammortizzatori sociali e semplicemente inoccupati: in questi casi, infatti, non ci sono alternative alla presentazione del modello 730 senza sostituto, di cui parleremo più avanti.
Parliamo invece di disoccupati che percepiscono l’indennità di disoccupazione Naspi erogata dall’INPS.
Chi funge da sostituto d’imposta in questo caso? L’INPS, oppure nessuno?
“Buonasera, sono un disoccupato che sta prendendo la Naspi. La percepisco da febbraio e, se non sbaglio, dovrei averne diritto fino a settembre. Secondo voi, faccio bene a indicare l’INPS come sostituto d’imposta nel modello 730?”
Meglio il modello 730 senza sostituto d’imposta
Effettivamente, i dubbi su chi debba effettuare i conguagli fiscali nella dichiarazione dei redditi per chi percepisce la Naspi sono molti.
In linea teorica, dato che l’indennità viene erogata dall’INPS, dovrebbe essere lo stesso Istituto a fungere da sostituto d’imposta e a effettuare i relativi conguagli fiscali. Ma “in linea teorica” non significa “sempre e comunque”.
Infatti, non sempre l’INPS svolge questo ruolo nei confronti dei beneficiari di Naspi.
Anzi, nella pratica, ciò accade di rado. Ecco perché il rischio di errore inserendo l’INPS come sostituto è piuttosto elevato.
Alla luce di ciò, si conferma la validità del consiglio che da sempre rivolgiamo ai disoccupati: presentare il modello 730 senza sostituto d’imposta.
Questo approccio permette al contribuente di chiudere direttamente la partita fiscale con l’Agenzia delle Entrate, senza intermediari.
Se dal 730 emerge un credito, il rimborso verrà accreditato direttamente sul conto corrente bancario dell’interessato. Se, invece, risulta un debito, sarà il contribuente stesso a provvedere al pagamento tramite il modello F24.
Disoccupati in Naspi: 730 senza sostituto oppure si può mettere l’INPS per i rimborsi?
Tornando al caso specifico, è importante comprendere perché l’INPS spesso non può fungere da sostituto d’imposta per chi riceve la Naspi.
La Naspi è una prestazione temporanea, il che significa che potrebbe non essere in corso di erogazione nei mesi in cui l’Agenzia delle Entrate liquida i conguagli fiscali, solitamente da agosto in poi. Inoltre, le tempistiche dei rimborsi dipendono anche dalla data in cui si presenta la dichiarazione dei redditi, nonché da fattori come la capienza fiscale.
Inserire un sostituto che non è più tale nel momento in cui vengono effettuati i rimborsi può creare problemi. Basti pensare, ad esempio, ai precari della scuola, per i quali la durata della Naspi è spesso brevissima e non copre neanche l’intero periodo spettante.
In molti casi, a settembre ricevono una nuova chiamata per supplenze, la Naspi cessa e l’INPS non è più sostituto d’imposta.
Attenzione: se la Naspi cessa entro il 31 marzo dell’anno in corso, l’INPS non può essere indicato in alcun modo come sostituto.
In definitiva, chi percepisce la Naspi può teoricamente indicare l’INPS come sostituto, ma spesso è meglio evitare, come spiegato sopra.
