I conti con il Fisco si devono fare sempre, e i contribuenti italiani lo sanno bene. Tasse da versare, cartelle esattoriali, imposte, tributi e chi più ne ha più ne metta. Dopo la pausa estiva — durante la quale le operazioni di riscossione sembrano essere andate in vacanza — si torna ora a parlare di controlli del Fisco e di notifiche di atti di varia natura.
Oggi, ad esempio, analizziamo cosa potrebbe accadere a breve a 12.000 contribuenti. Dall’Agenzia delle Entrate, infatti, sarebbero in procinto di partire 12.000 lettere indirizzate a determinati proprietari di casa: si tratta, in particolare, di alcuni titolari del diritto di proprietà su immobili che hanno usufruito del Superbonus 110%.
La misura, tanto cara al Movimento 5 Stelle e da tempo oggetto di numerose critiche, consentiva di recuperare — in sede di opere di ristrutturazione — un valore superiore del 10% rispetto alle spese sostenute. Ma una casa ristrutturata in modo profondo, godendo di un’agevolazione così allettante da permettere di recuperare tutto quanto speso (con addirittura un “premio”), inevitabilmente modifica il valore dell’immobile.
E ciò non solo a livello di mercato, ma anche a livello catastale. Ed è proprio su questo secondo aspetto che, per molti contribuenti, stanno sorgendo i problemi.
Dall’Agenzia delle Entrate 12.000 lettere in arrivo: colpiti i proprietari di casa, ecco chi sono
Su un immobile, il valore di mercato e il valore catastale non coincidono.
Il primo è determinato da regole di mercato, posizione geografica e altri fattori simili; è il valore che, di norma, si utilizza nelle compravendite immobiliari.
Il valore catastale, invece, è quello su cui l’immobile viene tassato: la cosiddetta rendita catastale serve infatti per calcolare le imposte sui redditi, l’IMU e altri tributi correlati.
Più alta è la rendita, più tasse si pagano. E se, a seguito di opere di ristrutturazione, il valore della casa cambia, questo non si riflette solo sul mercato ma anche sulla rendita catastale. A maggior ragione se si considera che, grazie al Superbonus 110%, i lavori effettuati possono aver comportato modifiche sostanziali alla struttura e al valore complessivo dell’immobile.
Le nuove lettere dell’Agenzia delle Entrate dopo quelle di aprile 2025
Sarebbero ben 12.000 i contribuenti italiani coinvolti nel nuovo invio massivo di comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Queste lettere riguardano chi, dopo aver usufruito del Superbonus, non ha aggiornato i dati catastali da cui dipende il prelievo fiscale sugli immobili.
Si tratta del secondo ciclo di lettere, poiché un primo invio era già partito tempo fa, invitando i contribuenti a regolarizzare le posizioni catastali.
Già ad aprile 2025, infatti, il Fisco aveva avviato una campagna di segnalazioni indirizzata ai proprietari che avevano ristrutturato la casa. Ma su immobili ancora privi di rendita catastale.
Anche in questo caso si parla di lettere bonarie, le cosiddette lettere di compliance, cioè inviti a mettersi in regola.
Continuare a omettere gli aggiornamenti catastali delle rendite immobiliari, infatti, significa rischiare di essere considerati evasori fiscali.
Meno rendita equivale a meno imposte versate, come già accennato.
Di conseguenza, chi si trova in questa situazione ha già pagato meno IMU e meno IRPEF rispetto al dovuto.
Proseguendo su questa strada, l’evasione continuerebbe e il debito verso l’erario crescerebbe ulteriormente.
Ecco il profilo di chi riceve adesso le nuove proposte di compliance
Ricapitolando: dopo le prime lettere inviate ai proprietari di immobili senza rendita, ora il Fisco passa alla fase successiva.
Le 12.000 nuove lettere saranno indirizzate a proprietari di case con rendita bassa, ma che hanno usufruito del Superbonus 110%.
I fattori che potrebbero far scattare questi nuovi invii sarebbero l’entità del credito da Superbonus utilizzato — sia attraverso cessione o sconto in fattura, sia tramite sgravio fiscale diretto — e il valore della rendita catastale dell’immobile.
Quando tra questi due elementi si riscontra una discordanza significativa, il contribuente finisce nel mirino del Fisco. E riceverà una delle 12.000 proposte di compliance in arrivo.