Lidi vuoti, giornali pieni di polemiche attorno alla presunta crisi del turismo in Italia. E’ stato il leitmotiv di questa estate 2025, distintasi per il furente scontro politico tra maggioranza e opposizione circa il fatto che sulle spiagge ci fossero pochi ombrelloni. Un segnale delle difficoltà per le famiglie di reggere al costo della vita. Ora che l’ISTAT ha pubblicato i dati relativi al terzo trimestre dell’anno (luglio-settembre), sappiamo con certezza che fossero tutte panzane.
Turisti stranieri trainanti
Le presenze straniere nel periodo sono aumentate del 5% rispetto allo stesso trimestre del 2024, raggiungendo nel mese di luglio l’apice di oltre 42,7 milioni. In lieve flessione (-0,3%) le presenze domestiche. I turisti stranieri sono stati il 53,4% del totale, a conferma di un trend consolidatosi negli anni. Nel dettaglio, le presenze straniere sono aumentate del 5,6% a luglio, 3,9% ad agosto e 5,5% a settembre. Le presenze domestiche sono aumentate dello 0,2% a luglio, scese dell’1% ad agosto e aumentate ancora dello 0,6% a settembre.
A conferma che la crisi del turismo non ci sia stata, anche i dati sui pernottamenti negli alberghi: +2,1% nel trimestre. In particolare, dall’estero le presenze sono aumentate del 5,5%. Al contrario, la clientela domestica è diminuita dell’1,2%. Gli stranieri hanno avuto una permanenza media di 3,37 notti, gli italiani di 3,96 notti per un dato medio di 3,64 notti.
Pernottamenti in crescita
Per le altre strutture ricettive le presenze sono risultate in crescita del 3%: +4,4% straniere e +1,2% domestiche. In questo caso, permanenza media di 5,52 notti tra gli italiani, 4,71 notti tra gli stranieri e dato medio a 5,05 notti. Tirando le somme, gli arrivi sono aumentati nel trimestre dello 0,2% e le presenze del 4% rispetto all’estate dello scorso anno. Dov’era la crisi del turismo in Italia? Nelle redazioni dei giornali.
Siamo stati tratti in inganno dalla percezione? La questione andrà indagata. Molti gestori dei lidi hanno, effettivamente, dichiarato di avere accusato un drastico calo, specie nel mese di luglio. Tuttavia, il caso invita a non riporre eccessiva fiducia su dati parziali e frutto di dichiarazioni di parte, spesso tese a reclamare incentivi o altro tipo di sostegno dal legislatore. Così come non bisogna fare confusione tra i dati di un solo comparto e quelli generali. E’ probabile che i lidi abbiano registrato un calo delle presenze, più che compensato da altro tipo di attività. Già in estate si avvertiva, ad esempio, maggiore traffico in montagna ai danni del turismo balneare.
Crisi del turismo in Italia inesistente
Il carovita potrebbe avere spinto molti italiani a mutare destinazione, a sfavore del mare. Questo non è un segno di crisi per il turismo in Italia, bensì di vitalità del mercato. Il nostro è un territorio che offre molteplici alternative ai visitatori: mare, montagna, città d’arte, laghi, fiumi, spa, ecc. Quando un’offerta diventa poco sostenibile sul piano economico, le altre se ne avvantaggiano. E’ il mercato, bellezza! C’era stato chi aveva immaginato che i flussi turistici sarebbero saliti indipendentemente dai prezzi, come se i budget familiari destinati alle vacanze si alimentassero per magia.
Dalla prossima estate scommettiamo che gli stabilimenti balneari ridurranno le tariffe e torneranno ad attirare maggiori clienti?
giuseppe.timpone@investireoggi.it

