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Oggi: 05 Dic, 2025

Corea del Nord vitale per la Russia di Putin, ma rischia l’iperinflazione

La Corea del Nord è diventata vitale per la Russia in guerra contro l'Ucraina, ma prezzi e tassi di cambio sono fuori controllo.
5 mesi fa
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Corea del Nord vitale per la Russia
Corea del Nord vitale per la Russia © Licenza Creative Commons

La guerra tra Russia e Ucraina ha provocato immensi lutti, grosse distruzioni materiali e il maggiore shock geopolitico dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ad oggi, però, possiamo già proclamare un vincitore certo: la Corea del Nord di Kim Jong-Un. Quel folle stato eremita, che spesso noi occidentali associamo più alla psicopatia di un leader apparentemente pazzoide e brutale, non solo è uscito dall’isolamento internazionale in cui si era cacciato da solo con le sanzioni internazionali. Ha approfittato del conflitto per trasformarsi in un prezioso alleato di Mosca. Il Korea Institute for Defence Analysis ha stimato in 20 miliardi di dollari il ricavato che Pyongyang si è già messo in tasca.

Corea del Nord vitale per la Russia in guerra

Il regime comunista ha ospitato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Anche questo è un fatto innaturale per una dittatura prosperata nell’assoluta chiusura al resto del mondo. Kim gli ha garantito nuovo supporto dopo avere spedito dallo scorso anno 15.000 truppe al fronte, 120 milioni di munizioni e innumerevoli missili balistici, sistemi di artiglieria e mortai a grappolo. Se 20 miliardi vi sono sembrati una cifra cospicua, sappiate che il Pil della Corea del Nord è stato stimato in 25-30 miliardi. Questo dato ci consente di comprendere più in profondità quanto la guerra stia beneficiando l’economia domestica.

Per Pyongyang è l’occasione della vita. Da oltre 70 anni ha convertito l’economia a fini bellici, inventandosi nemici immaginari e facendosene di altri reali nell’area, dalla Corea del Sud al Giappone, oltre che naturalmente gli Stati Uniti. Adesso, sta avendo la possibilità di sfruttare tale preparazione per cercare di risollevare le sorti di un Paese che vive tra la miseria più assoluta e la repressione più violenta.

Ma proprio quando la ruota sembrerebbe iniziare a girare a favore, i dati che arrivano dalla Corea del Nord segnalano affanno.

Prezzi su e cambio giù

A dire il vero, i dati sono non ufficiali, visto che il regime non ne permette alcuna diffusione. Sono desunti dal monitoraggio condotto costantemente da NK Daily, un quotidiano di oppositori all’estero. Prezzi e tassi di cambio sono rilevati con cadenza bimensile presso i principali mercati della Corea del Nord. Sono numeri sempre più inquietanti. Per la prima volta un dollaro viene scambiato a più di 30.000 won. Anzi, sfiora i 31.000 won, registrando un collasso pari a un terzo del suo valore in appena due mesi. Su base annua, siamo a -54% nella capitale.

E le cose non vanno meglio per il riso, principale alimento per la cucina locale. E’ rincarato a una media superiore ai 13.500 won al kg, segnando un pesante +50% in appena due mesi. Rispetto a un anno fa, +58%. Cosa sta succedendo? Impossibile dirlo con certezza, data l’assenza più totale di informazioni e trasparenza. Anche altri beni come benzina, olio e zucchero sono rincarati del 10% in due settimane. Sempre il quotidiano da mesi evidenzia come la lotta al contrabbando stia diventando senza quartiere.

Alla frontiera con la Cina, in particolare, i funzionari dello stato si mostrano sempre meno tolleranti con i mercanti che fino a qualche anno fa erano stati lasciati semi-liberi di importare prodotti dall’estero per rivenderli in patria.

Spirale inflazionistica allarmante

Anzi, questo mercato nero quasi alla luce del sole veniva tollerato sempre più vistosamente da Kim, desideroso di aumentare il benessere della popolazione. Con la pandemia è finito tutto. In queste settimane, i trafficanti di smartphone cinesi sono nel mirino del suo regime e rischiano l’arresto. La tolleranza zero è stata rivolta particolarmente al contrabbando di generi alimentari e beni di prima necessità. Ciò starebbe riducendo l’offerta complessiva di beni in Corea del Nord. E i prezzi sono entrati in una spirale inflazionistica apparentemente fuori controllo.

Il fatto che il cambio stia contestualmente collassando, ci dice che probabilmente stanno aumentando le importazioni, in barba alla repressione. La produzione domestica è probabile che stia concentrandosi sugli armamenti, riducendo la disponibilità di beni di largo consumo. E non che prima non mancasse un po’ di tutto tra le famiglie. Il regime ha altresì aumentato di recente gli stipendi, una manovra che starebbe contribuendo a provocare l’inflazione e la caduta del won. Insomma, la Corea del Nord se la passa male nel momento in cui dovrebbe spassarsela con i soldi russi.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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