Il sollievo arrivato con la visita del presidente americano Donald Trump a Londra è durato poco. Per il premier Keir Starmer si moltiplicano le cattive notizie sul fronte dei conti pubblici. Nel mese di agosto il deficit è salito a 18 miliardi di sterline dai 14,5 miliardi di un anno prima. E le stime dell’Office per Budget Responsibility erano per un calo a 13,5 miliardi. Dall’inizio dell’anno fiscale ad aprile, il deficit è lievitato a 83,8 miliardi, 16,2 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2024 e +11,4 miliardi rispetto alle previsioni.
S’impenna la spesa per interessi a Londra
Un contributo determinante al deterioramento dei conti pubblici lo sta dando la spesa per interessi, salita di 10,6 miliardi a 49,9 miliardi tra aprile e agosto.
Solamente il mese scorso è stata di 8,4 miliardi contro i 6,5 di un anno prima. Colpa in gran parte dell’inflazione, che fa salire le cedole dei Gilt indicizzati. Non va meglio sul fronte della spesa corrente: deficit a 13,6 miliardi in agosto contro i 9,6 miliardi di un anno prima. Dall’inizio dell’anno fiscale è aumentato da 46,6 a 62 miliardi.
Gilt in fibrillazione sul deficit
Secondo Paul Dales, capo economista per il Regno Unito di Capital Economics, al 2029-2030 il deficit corrente si attesterà a 18 miliardi. Poiché la stessa Rachel Reeves, cancelliere dello Scacchiere, ha fissato un margine di 10 miliardi a garanzia dei conti pubblici, entro la fine della legislatura il governo Starmer dovrà trovare 28 miliardi tra aumenti delle tasse e/o tagli alla spesa pubblica. Il debito si avvicina più velocemente alla soglia del 100% in rapporto al Pil.
A seguito della pubblicazione dei dati, la sterlina è andata sotto il cambio di 1,35 contro il dollaro.
I rendimenti dei Gilt sono lievitati lungo la curva delle scadenze. Il decennale è salito al 4,71% e il trentennale al 5,55%. Quest’ultimo aveva toccato il 5,70% agli inizi di settembre, ai massimi dal 1998. I conti pubblici peggiorano insieme agli indici di gradimento per governo e laburisti. Difficile attuare una politica di austerità fiscale in queste condizioni. Ecco perché i rendimenti galoppano, mentre l’inflazione resta molto alta: 3,8% ad agosto.
Da Banca d’Inghilterra soccorso ai conti pubblici
Proprio il giorno prima la Banca d’Inghilterra aveva annunciato di tenere i tassi invariati al 4%. La vera notizia è stata che rallenterà il ritmo con cui rivende bond sul mercato di 70 miliardi di sterline entro i prossimi 12 mesi. Una boccata di ossigeno per il governo, che può così confidare su una minore pressione sui Gilt. Per i conti pubblici il beneficio vi sarebbe grazie ai minori costi di emissione. Sempre che il mercato si accontenti. Tra instabilità politica e incapacità di tenere a bada a deficit, i timori si moltiplicano. Dall’opposizione conservatrice, il cancelliere-ombra Mel Stride tuona: “il cancelliere ha perso il controllo dei conti pubblici”. A Londra tira aria di austerity.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

