Mancava sui mercati internazionali dal lontano 2007, cioè da quasi 20 anni. La Repubblica del Congo ci è tornata in questi giorni con l’emissione di un nuovo bond in dollari per 670 milioni curata da Citigroup. L’emittente non va confuso con la vicina Repubblica Democratica del Congo con capitale Kinshasa. In questo caso, stiamo parlando dello stato con capitale Brazzaville e una popolazione di circa 6,5 milioni di abitanti.
Caratteristiche dell’emissione
Esso ha raccolto liquidità indispensabile al rimborso di altre scadenze nei prossimi mesi. Ma lo ha fatto a caro prezzo. Per il nuovo bond in dollari del Congo è stata fissata una cedola annuale lorda del 9,875%.
Si tratta di un’obbligazione di sette anni, dato che arriverà a scadenza nel novembre del 2032. Tuttavia, già dal novembre del 2028 il capitale inizierà ad essere rimborsato attraverso cinque rate annuali di pari importo. Ed ecco che, tenuto conto di questo dato, il rendimento lordo esitato è stato del 13,7%.
Rendimento altissimo segno di stress finanziario
Pur inferiore alle previsioni, il rendimento del bond emesso dal Congo risulta di circa il 10% superiore all’omologo Treasury americano. In gergo, un tale premio si dice che rimarchi una condizione di stress finanziario. In effetti, l’emittente gode di rating bassissimi: CCC+ per S&P e Fitch. Significa che il suo debito è ad altissimo rischio. Ciò spiega l’altrettanto elevato rendimento offerto al mercato.
Questo stato africano ad inizio anno aveva un debito pubblico del 98%, pur in calo dal 103% di fine 2023. La produzione di petrolio, per quanto modesta, sta aiutando sia i conti pubblici che la crescita economica con ripercussioni positive anche sulla bilancia commerciale e sulle riserve valutarie.
Nel breve periodo, queste ultime appaiono sufficienti per fronteggiare le esposizioni verso l’estero.
Bond del Congo allunga durata del debito
Sul mercato c’è ancora un bond in dollari del Congo ed è proprio l’ultimo emesso nel 2007. Ha scadenza nel 2029 e si acquista per circa 91 centesimi, offrendo un rendimento all’incirca del 9% all’anno. Nel 2019 fu rimborsato per la gran parte. L’emissione di questi giorni serve anche per allungare la durata media del debito e far così guadagnare tempo al governo. Considerate che un rendimento così alto di solito dissuade anche gli emittenti emergenti dal ricorrere al mercato dei capitali. Se accade, può essere segno di disperazione. Non è proprio questo il caso, sebbene Brazzaville starebbe scommettendo sull’indebitamento verso gli obbligazionisti nella speranza che la situazione fiscale ed economica a medio-lungo termine si risollevi.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
