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Oggi: 05 Dic, 2025

Colf e badanti, out dai permessi 104: quali alternative per assistere il familiare disabile?

Permessi 104 colf e badanti: la legge esclude i domestici dai benefici. Ecco regole, limiti e uniche alternative possibili
2 mesi fa
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permessi 104
Foto © Pixabay

I permessi previsti dalla Legge 104 nascono per consentire ai lavoratori di conciliare impiego e assistenza a un familiare con disabilità, senza perdere stipendio né posto. L’obiettivo è garantire tempo concreto per occuparsi di coniuge, figli, genitori o altri parenti con necessità accertate, tutelando al contempo la continuità lavorativa. Nel discorso pubblico si parla spesso di accesso “per tutti”, ma la normativa distingue con precisione chi rientra e chi resta fuori. Ed è proprio qui che si inserisce il tema più delicato: permessi 104 colf e badanti.

Come funzionano in sintesi i permessi 104

Il meccanismo ordinario è lineare: la misura riconosce tre giornate di assenza retribuita al mese.

Queste giornate possono essere utilizzate in blocco oppure frazionate in ore, così da adattare il tempo libero alle reali esigenze della persona da assistere.

La flessibilità oraria è parte integrante dello strumento: consente di accompagnare a visite, seguire terapie o gestire incombenze quotidiane senza dover concentrare tutto in un unico giorno.

Chi può chiederli

Il diritto ai permessi spetta ai lavoratori dipendenti che devono prestare assistenza a un familiare con disabilità riconosciuta. La tutela non riguarda solo chi aiuta un parente: anche il lavoratore con disabilità può utilizzare i permessi per sé.

L’architettura della legge, dunque, copre sia l’assistenza a terzi sia l’autotutela del dipendente che vive una condizione di disabilità.

Il nodo critico: permessi 104 colf e badanti

La domanda ricorrente riguarda l’ambito domestico: permessi 104 colf e badanti sono compatibili? La risposta è negativa. I lavoratori domestici, quindi colf e badanti, non rientrano tra i destinatari dei permessi retribuiti previsti dalla Legge 104.

La stessa esclusione vale per i congedi straordinari connessi all’assistenza: anche questi non spettano a chi opera nel lavoro domestico.

La ragione sta nella delimitazione soggettiva della normativa, che indirizza benefici e congedi ai dipendenti di altri settori, lasciando fuori il comparto domestico.

Cosa dice la Legge 104/92 per il lavoro domestico

La Legge 104/1992 disegna un perimetro chiaro: introduce permessi e congedi per l’assistenza familiare, ma non include le categorie dei lavoratori domestici tra i beneficiari. Tradotto: chi è assunto come collaboratore o assistente familiare non può rivendicare i permessi retribuiti di cui sopra, né chiedere i congedi straordinari collegati a quella disciplina. È un limite strutturale della norma, non una scelta del singolo datore di lavoro.

Per il personale domestico resta solo un margine negoziale: richiedere un periodo di aspettativa. Si tratta, però, di una sospensione senza retribuzione e senza versamento di contributi. Non è un diritto automatico: dipende dall’accordo con il datore di lavoro, che può legittimamente rifiutare. In altre parole, non esiste un titolo legale che imponga la concessione dell’aspettativa a chi lavora come colf o badante; si tratta di una possibilità rimessa alla disponibilità della famiglia datrice di lavoro e alle necessità organizzative del rapporto.

Altre categorie escluse

L’esclusione dai permessi 104 non riguarda soltanto il lavoro domestico. La disciplina dei permessi non si applica anche a:

  • lavoratori a domicilio;
  • lavoratori agricoli a tempo determinato occupati a giornata, sia quando si tratta di assistere un familiare sia nel caso di permessi per se stessi;
  • lavoratori autonomi;
  • lavoratori parasubordinati.
  • Questi gruppi restano, quindi, al di fuori del perimetro dei permessi retribuiti e dei relativi congedi collegati all’assistenza familiare.

Permessi 104, ammessi ed esclusi: implicazioni pratiche

La distinzione tracciata dalla norma produce conseguenze concrete. Per chi è assunto come dipendente in settori diversi dal lavoro domestico, i permessi rappresentano uno strumento efficace per pianificare tre giornate al mese (o le rispettive ore) e costruire un equilibrio tra assistenza e attività lavorativa. Per il comparto domestico, invece, l’assenza di un diritto ai permessi 104 colf e badanti impone di ragionare su pianificazioni personalizzate, puntando su accordi individuali e sulla disponibilità del datore di lavoro a concedere un’aspettativa non retribuita.

Questa differenza determina, nei fatti, due binari: da un lato, un percorso regolato e retribuito per i dipendenti inclusi nella legge; dall’altro, un percorso basato sulla negoziazione per chi opera come colf o badante. Anche la possibilità di frazionare le giornate in ore, che è centrale per chi ha diritto ai permessi, non è prevista come diritto nel lavoro domestico, dove ogni soluzione richiede l’intesa tra le parti.

Riassumendo

  • La Legge 104 mira a favorire l’assistenza ai familiari con disabilità senza perdita di retribuzione né di posto.
  • Lo standard è di tre giorni retribuiti al mese, utilizzabili anche a ore.
  • Possono accedere ai permessi i lavoratori dipendenti che assistono un parente con disabilità e il lavoratore disabile per le proprie esigenze.
  • Colf e badanti non sono inclusi: permessi 104 colf e badanti e congedi straordinari non spettano perché il lavoro domestico è escluso dal perimetro della legge.
  • Per i lavoratori domestici rimane solo la richiesta di aspettativa non retribuita e senza contributi, che non è un diritto e può essere negata.
  • Sono esclusi anche i lavoratori a domicilio, gli agricoli a termine occupati a giornata, gli autonomi e i parasubordinati.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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