Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

BTp a 10 anni al 4% e lo spread schizza ai massimi dal Covid

Il BTp a 10 anni è schizzato a un rendimento del 4%, mai così alto dal 2014. E lo spread è ai massimi in era Covid.
3 anni fa
1 minuto di lettura
Spread sotto 75 punti, effetto positivo sui conti pubblici
Spread sotto 75 punti, effetto positivo sui conti pubblici © Licenza Creative Commons

Corre lo spread, che nella mattinata odierna supera i 240 punti base, salendo ai massimi dalla primavera del 2020, cioè dall’inizio dell’era Covid. Il BTp a 10 anni ha sfiorato il 4% lordo, un livello che non vedeva dal 2014, da prima che l’allora governatore BCE, Mario Draghi, varasse i potenti stimoli monetari che portarono ai tassi negativi, tra l’altro anche in conseguenza del piano di acquisti dei bond. Proprio questi stimoli stanno per essere smantellati e il mercato ha reagito malamente. Anche perché nel frattempo il nostro debito pubblico è salito sopra il 150% del PIL e l’economia italiana non è affatto cresciuta. Tutt’altro.

Il BTp a 10 anni al 4% è una notizia a dir poco grossa.

Equivale al 3,5% netto. Per quanto in termini reali sia ancora al -3,4%, stando agli ultimi dati sull’inflazione, non esiste alcun paese avanzato, Grecia a parte, che offra al momento simili valori nominali. Per gli obbligazionisti, la seria possibilità di sfruttare le tensioni sui mercati per entrare a condizioni potenzialmente molto vantaggiose.

BTp a 10 anni al 4%, rischio default?

In effetti, se l’inflazione nei prossimi anni scenderà, come secondo un po’ tutte le stime e scontato dallo stesso mercato, il BTp a 10 anni si rivelerà redditizio in termini anche reali. Peraltro, il BTp 1 giugno 2032 e cedola 0,95% (ISIN: IT0005466013) prezza oggi appena sopra 76 centesimi. Da qui alla scadenza dovrà tendere necessariamente a 100, per cui l’obbligazionista avrebbe modo di uscire dal mercato anche prima rivendendo a una quotazione più alta. Possibile, quindi, che il rendimento effettivo su base annua incassato risulti ancora più alto del 4%.

Ma esiste un rischio sovrano elevato? I cds, titoli che assicurano contro il rischio default, sono saliti ai massimi dall’estate 2020. Significa che le probabilità di fallimento dell’Italia risultano attese nell’ordine del 2,36% entro i prossimi 5 anni. Parliamo di una percentuale bassissima, per quanto elevata per gli standard occidentali. Ad ogni modo, di tensioni ben maggiori a carico del nostro debito pubblico ve ne sono state parecchie nell’ultimo decennio.

Non dimentichiamo dello spread sopra 300 punti nell’autunno del 2018. Ne seguì mesi dopo un tracollo dei rendimenti e dello stesso rischio percepito sui mercati.

giuseppe.timpone@investireoggi.it

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

sul tema OBBLIGAZIONI

Bonus 200 euro colf e badanti, requisiti e domanda (indicazioni ufficiali INPS)
Articolo precedente

Domanda bonus 200 euro, i patronati offrono assistenza online per non fare errori

quattordicesima
Articolo seguente

Pensioni luglio, chi potrebbe avere la quattordicesima rafforzata (oltre al bonus 200 euro)