Ci sarà anche il BTp a 15 anni, scadenza 1 ottobre 2040 (ISIN: IT0005635583), tra i bond offerti all’asta di domani 11 luglio. Il Tesoro si pone come obiettivo una raccolta compresa tra 1,25 e 1,75 miliardi di euro. Salvo sorprese, sarà pari al limite massimo del range fissato alla vigilia, oltre ai 350 milioni di euro dell’asta supplementare riservata agli “Specialisti in titoli di stato” e che si terrà lunedì 14.
Investimento lungo ed esposto a rischi
Dovremmo farci un pensierino al BTp 2040? La risposta dipende, com’è ovvio, dall’obiettivo del nostro investimento. Da qui alla scadenza passano più di 15 anni e sono tanti.
Se disponiamo di risparmi a cui riteniamo di dover attingere nei prossimi anni, meglio non rischiare. Con una “duration” modificata di 11 anni, l’eventuale rialzo del rendimento anche dell’1% comporterebbe un tracollo della quotazione pari all’11%.
Se, invece, abbiamo consapevolezza del rischio e crediamo di poter fare a meno così a lungo della liquidità impiegata, il BTp 2040 offre buone condizioni. Iniziamo dalla cedola: 3,85%. Significa che ogni anno incasseremo 38,50 euro lordi per ogni 1.000 euro di capitale nominale investito. Al netto dell’imposta, 33,69 euro. Altro dato interessante è il prezzo di 99 centesimi. Questo significa che possiamo acquistare ancora oggi il bond sotto la pari, cioè spendendo meno del valore nominale.
Bond lunghi in sofferenza
Nello specifico, per inserire in portafoglio 1.000 euro di BTp 2040, sborseremmo 990 euro. E ciò accresce il nostro rendimento, che di fatto alla scadenza sale a una media annua del 4%. Titoli come questo da qualche tempo sono sotto stress. Lanciato sul mercato nel febbraio scorso, ha chiuso la seduta sopra la pari soltanto una volta a giugno.
Non riesce ad apprezzarsi rispetto ai livelli di prezzo all’emissione per via delle tensioni che gravano in questa fase sul tratto lungo della curva dei tassi.
Il mercato si aspetta almeno un altro taglio dei tassi di interesse nell’Eurozona dopo l’estate. Ma la politica monetaria ha un impatto diretto sulle scadenze brevi e medie, mentre quelle lunghe sono guidate dalle previsioni macro e sui livelli di debito. Il timore che il riarmo europeo possa aumentare le emissioni di bond e l’inflazione nell’area, pesa come una zavorra. Ma il BTp 2040 veniva emesso in un contesto già incerto, riflettendosi nella buona cedola fissata. In più l’acquisto sotto la pari accresce la bontà dell’investimento, pur in considerazione dei rischi di cui sopra.
BTp 2040 appetibile con spread in calo
D’altra parte c’è da mettere in conto lo scenario opposto di un calo dei rendimenti con lo spread in discesa. A meno che i rendimenti tedeschi non continuino a salire, i titoli italiani come il BTp 2040 potranno approfittare della ritrovata fiducia sul mercato. Ciò consentirebbe il disinvestimento anticipato con la realizzazione di qualche plusvalenza, ammesso che sia questo l’obiettivo. Vendere prima può servire a guadagnare in conto capitale, ma ci fa rinunciare all’incasso delle cedole per il periodo rimanente fino alla scadenza.
E se nel frattempo i tassi di mercato saranno scesi, non troveremo più cedole altrettanto generose.
giuseppe.timpone@investireoggi.it