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Oggi: 12 Dic, 2025

Bonus elettrodomestici, clic day pratica da stato culturalmente fallito

Il clic day di oggi per cercare di ottenere il bonus elettrodomestici ci dice molto - in negativo - dell'Italia attuale.
3 settimane fa
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Clic day per bonus elettrodomestici
Clic day per bonus elettrodomestici © Pixabay

Scatta oggi il “clic day” per cercare di ottenere il bonus elettrodomestici. Lo stato ha messo a disposizione 48,1 milioni di euro per poter cambiare uno dei circa 6.000 prodotti beneficiari dell’incentivo, tra cui frigo, lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie, piani cottura, ecc. Ciascun nucleo familiare potrà ottenere uno sconto in fattura del 30% sul prezzo di acquisto e fino a un massimo di 100 euro, 200 euro per i nuclei con ISEE fino a 25.000 euro. Unico requisito: rottamare un elettrodomestico di categoria energetica inferiore con l’acquisto di uno ad alta efficienza energetica.

Declino tutto italiano

Poiché le richieste quasi certamente supereranno i fondi disponibili, verranno accettate fino ad esaurimento di questi ultimi in ordine cronologico.

Infatti, bisogna o collegarsi al sito dedicato o all’app IO per tentare la lotteria. Il “clic day” è una pratica che da anni i governi che si sono succeduti propinano per distribuire prebende pubbliche e che tutto è, fuorché giusta ed efficace.

Il “clic day” ci racconta tantissimo del declino persino culturale dell’Italia di questi anni. Non molto tempo fa, con ogni probabilità avrebbe attirato le indignazioni dei più, cittadini e media. Non è accettabile la sola idea che i fondi pubblici vengano elargiti non a chi presenti le condizioni socio-economiche richieste, bensì al “dito più veloce” per dirla come in un famoso quiz televisivo. In pratica, in queste ore un “ricco” può accedere al bonus se riesce a sottoporre la pratica anche un istante prima di uno che ne avrebbe effettivamente bisogno.

Redistribuzione della ricchezza unico pensiero

E’ welfare? No. Funziona per stimolare l’economia? No, perché una manciata di denari pubblici non risolve i problemi di centinaia o migliaia di aziende costruttrici.

A cosa serve davvero? A rendere contente quelle poche migliaia di cittadini che per fortuna riusciranno ad emergere come vincitori dal “clic day” odierno. E l’opinione pubblica, anziché indignarsi di come vengano gestiti i soldi delle entrate fiscali, quasi si compiace.

La lotteria del “clic day” nelle infinite salse in cui è stata sin qui proposta, presenta una falla culturale evidente. In un Paese serio, politici e cittadini si chiederebbero quali misure risulterebbero più efficaci per generare ricchezza. In Italia, ormai da troppi anni pretendiamo semplicemente di redistribuirla. E poiché ve n’è sempre di meno, ecco spuntare iniziative pauperistiche da “panem et circenses”. Hai bisogno di un frigo? Te lo “compra” in parte lo stato. Con quali soldi? Quelli delle tue tasse. E allora non sarebbe più sensato che me ne facessi pagare direttamente un po’ di meno? No, perché dal punto di vista dello stato è sempre preferibile massimizzare l’incasso per gestire il più possibile le tasche (e il consenso) altrui.

Clic day non è welfare

Ci lamentiamo che non cresciamo; che gli stipendi siano fermi e, anzi, crescano meno dell’inflazione. Non capiamo che la radice di questi mali è proprio l’eccessiva intermediazione della ricchezza nelle mani dello stato. Per farci cosa? I sempre più frequenti “clic day” con cui strizzare l’occhio a chi deve cambiare il frigo e a chi lo produce e lo vende. Tutti siamo così miopi da accontentarci dell’elemosina di stato, quando dovremmo reclamare una gestione pubblica più snella, efficiente e meno dispendiosa.

Siamo caduti nella trappola dello statalismo, confondendolo con il welfare. Abbiamo smesso di pretendere servizi e iniziato ad accettare prebende distribuite in forma di lotteria.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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