In pandemia si verificò un evento a suo modo storico nella minuscola Repubblica di San Marino con l’emissione del primo bond della storia sui mercati internazionali e ribattezzato “Titano” dal nome del monte. Nella primavera di due anni fa, al fine di rimborsare tale scadenza, vi fu una seconda emissione per l’importo di 350 milioni di euro (ISIN: XS2619991883). Il costo fu elevato, dato che la cedola venne fissata al 6,50%. Il premio offerto sui titoli di stato italiani era di circa 275 punti base o 2,75%. Rispetto ai titoli tedeschi, eravamo sui 460 punti.
Rating alzato a BBB+
Da allora la situazione finanziaria è mutata in meglio a San Marino e il bond ha preso nota, salendo sopra la pari.
Si acquista ormai da tempo ad un prezzo intorno a 103, corrispondente a un rendimento alla scadenza del 19 gennaio 2027 di quasi il 4,10%. Lo spread con l’Italia si è ristretto a 200 punti, restando in ogni caso elevato. E in estate è arrivata la promozione del rating da parte di S&P a BBB+, in linea con il giudizio che la stessa agenzia assegna al debito pubblico italiano.
Cedola elevata, guadagni in doppia cifra
Questo bond di San Marino stacca una cedola annuale lorda del 6,50%. Ebbene, dalla sua emissione nel maggio del 2023 ha offerto interessi netti pari al 13,25%. Se oggi l’investitore rivendesse il titolo sul mercato secondario, guadagnerebbe almeno il 2,5% netto. In totale, il rendimento si aggirerebbe a quasi il 16%. Pur tenendo conto della perdita del potere di acquisto dalla data dell’investimento, resterebbe positivo in termini reali di oltre il 13%.
E c’è stata la possibilità di acquistare il bond di San Marino per appena 90 centesimi. Ciò avvenne nell’ottobre di due anni fa, quando i rendimenti europei raggiunsero i massimi per poi declinare.
Chi avesse avuto la fortuna e il coraggio di comprare allora, oggi ricaverebbe una plusvalenza netta sopra il 12,5% con la rivendita sopra la pari. Ad essa vanno aggiunti gli interessi, sempre al netto dell’imposta, superiori al 12%. Sottraendo l’inflazione di poco superiore al 2%, il guadagno reale per l’obbligazionista sarebbe nell’ordine del 22-23%.
Bond di San Marino poco liquido
La pecca del bond di San Marino si chiama liquidità. Alla Borsa di Francoforte non è un titolo granché scambiato, come segnalano gli ampi spread denaro-lettera. Venerdì 19, ad esempio, questi oscillavano tra 103 e 105. Tantissimo per un titolo, a conferma delle distanze che possono riscontrarsi tra i prezzi pretesi dai venditori e quelli offerti dagli acquirenti. Stiamo parlando di un emittente di piccole dimensioni, periferico e che sui mercati ha un solo titolo quotato. Chi lo ha acquistato o volesse ancora farlo, dovrebbe mettere in conto di doverlo portare a scadenza per non incorrere in rischi di perdite in conto capitale, pur meno probabili con l’avvicinarsi della data di rimborso.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

