La scorsa settimana Generali ha emesso sul mercato un nuovo bond subordinato, più precisamente di tipo “restricted Tier 1” (ISIN: XS3195977510). Ha raccolto per l’occasione 500 milioni di euro, registrando ordini per 4,6 miliardi. L’operazione è avvenuta in conformità al programma di emissioni ETMN da 15 miliardi già varato dal consiglio di amministrazione. E’ stata tenuta da BNP PARIBAS, BofA Securities, Deutsche Bank, Goldman Sachs International, HSBC, Mediobanca, Santander, UniCredit in qualità di Joint Bookrunners. Deutsche Bank ha agito come Global Coordinator.
Cedola fissa per primi 6 anni, poi possibile call
Il nuovo bond Generali non ha alcuna scadenza ufficiale, essendo perpetuo.
Esso stacca una cedola annua fissa lorda del 4,75% per i primi sei anni, vale a dire fino al 2 ottobre 2031. Poiché l’emissione è avvenuta alla pari, questo sarà anche il rendimento certo dall’obbligazione fino a quella data. Il pagamento della cedola sarà ogni sei mesi. Tuttavia, a partire dal 2 aprile del 2031 l’emittente potrà esercitare la call, annunciando il rimborso anticipato in occasione della data di pagamento successiva. E così sarà ogni cinque anni.
Qualora il bond Generali non venisse rimborsato, dal 2 ottobre 2031 la cedola passerebbe da fissa a variabile. Essa verrebbe rideterminata per il quinquennio successivo come somma del tasso mid-swap a 5 anni più uno spread del 2,31%. Lo stesso accadrebbe nell’ottobre del 2036, del 2041, ecc.
Rischio di credito teoricamente basso
I rischi che l’investitore si assume con l’acquisto del bond Generali sono più elevati di quelli che riguardano i bond senior. In effetti, il capitale potrebbe assorbire le perdite con la tecnica del “write-down” temporaneo. E le cedole verrebbero pagate a discrezione dell’emittente, mentre la loro cancellazione sarebbe obbligatoria su base non cumulativa nel caso di perdite significative registrate a bilancio.
Trattasi di un investimento non per famiglie, bensì per istituzionali (banche, assicurazioni, fondi, ecc.). Infatti, il collocamento è stato loro riservato.
Gli ordini sono arrivati da più di 300 investitori e le assegnazioni sono state per il 91% all’estero. La conferma del forte appeal che il bond Generali ha riscosso fuori dall’Italia. I rating sono “investment grade”: BBB+ per Fitch e Baa3 per Moody’s. Il rischio di credito teorico risulta essere, quindi, medio-basso. Giudizi non comuni tra le emissioni subordinate, che tendono ad attirare valutazioni anche “junk” per via dell’alto rischio implicito.
Bond Generali nel pieno delle novità sulla governance
Il bond Generali è stato emesso in una fase di transizione per la governance della compagnia. Essa è controllata al 13,20% da Mediobanca, istituto da poco finito sotto il controllo di Monte Paschi di Siena. Indirettamente, quindi, la banca toscana è ora a capo del Leone di Trieste. Già si preannunciano novità, in primis sulla joint venture con Natixis per la creazione di una società di gestione del risparmio. Il CEO Philippe Donnet si è preso tempo fino a fine anno per decidere se implementare l’operazione, che vede l’ostilità dei nuovi soci di controllo, tra cui il Tesoro.
Non a caso le parti hanno cancellato la penalità da 50 milioni decisa nei mesi scorsi per il caso di ritiro unilaterale dall’accordo.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

