Ieri, Cassa depositi e prestiti (CDP) è tornata a finanziarsi sui mercati finanziari con l’emissione di un nuovo bond in dollari USA. E’ stata la terza obbligazione “yankee” nella storia dell’ente e arriva dopo quella dello scorso anno. Allora, a fronte di un’offerta da 1,5 miliardi arrivarono ordini per 9,9 miliardi. L’80% delle assegnazioni finì all’estero. A questo giro è andata persino meglio. L’emissione ha riguardato un titolo quinquennale con scadenza 1 ottobre 2030. L’importo offerto è stato anche questa volta di 1,5 miliardi, mentre le richieste sono arrivate a superare i 19 miliardi da oltre 250 investitori. Per l’85% le sottoscrizioni sono arrivate dall’estero.
Caratteristiche del bond CDP in dollari
Il bond di CDP è stato prezzato a 68 punti base o 0,68% sopra il rendimento del Treasury a 5 anni. Si è trattato di un risultato migliore delle attese iniziali, che erano per un premio nell’ordine dei 90 punti. Il rendimento lordo annuale si sarebbe stato attorno al 4,40% con una cedola fissata al 4,375%. Rating atteso BBB+ per S&P e BBB per Fitch.
Rischio di cambio
Considerate che i bond emessi da CDP in euro per scadenze simili offrono rendimenti nettamente inferiori. Il Social Bond con scadenza nel febbraio 2030 rendeva ieri il 2,89% e la scadenza del luglio 2031 il 3,32%. Facendo una media tra i due titoli, ricaviamo un premio di circa 130 punti base o 1,30%. A cosa si deve tale differenza? Al rischio di cambio. Essendo in dollari, il capitale e le cedole corrisposte periodicamente all’obbligazionista possono deprezzarsi, una volta convertiti in euro, qualora il cambio euro-dollaro salisse.
Può anche verificarsi il caso contrario di un deprezzamento del cambio euro-dollaro, che innalzerebbe il valore di capitale e cedole per i bond CDP in dollari.
Non è lo scenario di base atteso dal mercato. Per questo motivo il mercato pretende un rendimento extra per acquistare scadenze denominate nella divisa americana. In passato, però, i bond in dollari hanno offerto rendimenti più alti degli omologhi in euro, salvo negli anni successivi assistere a un apprezzamento del biglietto verde contro la moneta unica.
Tassazione agevolata
C’è anche da considerare la tassazione di favore per i bond CDP. I loro rendimenti sono sottoposti all’aliquota del 12,5%, la stessa applicata ai titoli di stato. L’emittente è un ente controllato dal Tesoro e agisce sui mercati come braccio operativo dello stato per operazioni di politica industriale. Da cui la medesima agevolazione a favore degli obbligazionisti, in alternativa a un’imposizione fiscale ordinaria del 26% sui proventi finanziari da realtà societarie.
Bond CDP a premio sul BTp
Infine, vale la pena effettuare un confronto tra il bond CDP appena emesso e il BTp in dollari. Grosso modo le emissioni dell’ente rendono, generalmente, a premio di una trentina di punti sui titoli di stato lungo la curva. Ad essersi occupate del collocamento sono state Bank of America, Citigroup, Crédit Agricole, Goldman Sachs, HSBC, IMI-Intesa Sanpaolo, JP Morgan e Morgan Stanley.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
