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Oggi: 05 Dic, 2025

Aumento pensioni nel 2026, chi prende maggiorazioni sociali guadagna 260 euro l’anno (elenco)

Dal 2026 arriva un aumento pensioni: +20 euro mensili e limiti di reddito più alti per i pensionati in difficoltà
1 mese fa
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aumento pensione
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Nel disegno di legge di Bilancio 2026 (AS 1689), che oggi si trova in discussione al Senato (poi finirà dinanzi alla Camera) compare una misura che punta a rafforzare il sostegno ai pensionati con redditi bassi. Il provvedimento, inserito all’art. 41, introduce un aumento pensioni per chi ha diritto alle maggiorazioni sociali, accompagnato da un rialzo dei relativi limiti di reddito. L’intervento scatterà dal 2026 e riguarda una platea stimata in 1,1 milioni di persone, con un onere di spesa pari a 295 milioni di euro per il primo anno di applicazione.

Aumento pensioni 2026: i destinatari

La novità centrale è l’incremento delle maggiorazioni sociali previste dall’art.

38 della legge 448/2001. L’integrazione sale di 20 euro al mese, pari a 260 euro su base annua.

Nello stesso importo aumentano anche le soglie reddituali utili per ottenere il beneficio, così da preservare l’effettiva accessibilità alla misura per chi vive condizioni economiche fragili. L’obiettivo è duplice: accrescere la tutela e impedire che l’adeguamento venga vanificato dal superamento dei tetti di reddito.

I destinatari dell’intervento sono tutti i beneficiari delle maggiorazioni sociali che si trovano in condizioni disagiate. La platea comprende:

  • pensionati previdenziali;
  • titolari di trattamenti assistenziali (pensioni e assegni sociali);
  • invalidi civili totali;
  • ciechi assoluti;
  • sordomuti titolari di pensione.

Per ognuna di queste categorie, la norma conferma che il diritto alla maggiorazione resta condizionato al rispetto dei requisiti reddituali, valutati sia a livello individuale sia cumulato con il coniuge. L’aumento pensioni, dunque, si accompagna a un allargamento coerente delle soglie, così da non penalizzare nuclei che, pur restando in una situazione di bisogno, rischierebbero di perdere il beneficio per pochi euro.

Il dettaglio dei beneficiari

Andando nel dettaglio dei destinatari di questi aumenti pensione, la Relazione tecnica della manovra 2026 dettaglia i requisiti soggettivi, distinguendo i profili interessati.

Per i pensionati previdenziali si fa riferimento ai trattamenti maturati con contribuzione. L’età rilevante è pari o inferiore a 70 anni, con una riduzione di un anno ogni 5 anni di contributi, entro il limite massimo di 5 anni. In pratica, la soglia anagrafica può scendere fino a 65 anni in presenza di almeno 25 anni di versamenti. Poiché il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia è di 20 anni, la maggiorazione sociale è di regola riconosciuta con la pensione di vecchiaia (e negli altri casi che rispettano i requisiti anagrafici indicati), sempre nel rispetto dei limiti di reddito previsti.

Per i pensionati assistenziali – in particolare chi percepisce l’assegno sociale – valgono parametri speculari. Anche qui l’età di riferimento è fino a 70 anni, con la stessa riduzione di 1 anno ogni 5 anni di contribuzione, entro un massimo di 5 anni. La conseguenza pratica è che l’età massima di accesso si ferma a 70 anni, ma può risultare più bassa in presenza di periodi contributivi, fino a incontrare il requisito minimo per l’assegno sociale, oggi fissato a 67 anni, adeguato agli incrementi della speranza di vita. La maggiorazione sociale viene riconosciuta con l’assegno sociale, senza superare le soglie di reddito, individuali e coniugali.

Il caso invalidi civili totali

Un capitolo specifico riguarda invalidi civili totali, ciechi assoluti e sordomuti titolari di pensione o di pensione di inabilità. Per questi soggetti, di età superiore ai 18 anni, la maggiorazione sociale è collegata all’assegno sociale, mantenendo la medesima regola del rispetto dei limiti reddituali, sia a livello personale sia in coppia. L’intervento consente quindi di consolidare la tutela economica per tre categorie storicamente più esposte alla povertà, assicurando un incremento certo dell’importo e, al contempo, margini più ampi per rientrare nelle soglie.

La struttura degli aumenti pensione

La struttura della misura è semplice: 20 euro mensili in più sulle maggiorazioni sociali dal 2026 e +20 euro anche sui relativi limiti reddituali. Questo doppio binario è fondamentale per non disperdere l’effetto dell’incremento nominale. Se, infatti, i tetti restassero invariati, una parte dei beneficiari rischierebbe di perdere il diritto o di vederlo ridimensionato. L’adeguamento parallelo dei limiti, invece, tutela la coerenza del disegno e mantiene stabile il perimetro dei potenziali aventi diritto.

La dimensione finanziaria è definita in modo puntuale. Per il 2026, la maggiore spesa programmata ammonta a 295 milioni di euro, destinati a raggiungere 1,1 milioni di pensionati in difficoltà, tra chi percepisce l’assegno sociale e chi gode di una pensione previdenziale. Il dato, indicato nella Relazione tecnica, fotografa la volontà di concentrare le risorse disponibili sulle fasce più vulnerabili della popolazione anziana e adulta con invalidità gravi.

Impatti sociali dell’aumento pensioni

In termini di impatto sociale, l’aumento pensioni introdotto dal Ddl di Bilancio 2026 agisce come un correttivo mirato. Non si tratta di una rivalutazione generalizzata dei trattamenti. Ma di un potenziamento selettivo delle maggiorazioni sociali, cioè di quella componente che svolge una funzione redistributiva essenziale. L’innalzamento simultaneo dei tetti di reddito evita effetti di esclusione involontaria e accompagna l’incremento monetario con una cornice più inclusiva.

Nel complesso, la misura disegnata all’articolo 41 rafforza il presidio contro la povertà tra pensionati con redditi bassi e grandi invalidi. L’impianto tecnico – aumento delle maggiorazioni sociali pari a 20 euro al mese e rialzo dei limiti reddituali nella stessa misura – rende l’intervento lineare e verificabile.

Per chi rientra nelle condizioni previste, il 2026 segnerà un passo avanti concreto nella tutela del potere d’acquisto. Con un aumento pensioni capace di coniugare sostegno economico e attenzione ai requisiti di accesso.

Riassumendo

  • Dal 2026 previsto un aumento pensioni per chi riceve maggiorazioni sociali.
  • Incremento di 20 euro mensili e limiti di reddito più alti.
  • Beneficiari: pensionati, invalidi civili totali, ciechi assoluti e sordomuti.
  • Platea stimata di 1,1 milioni di persone con spesa di 295 milioni.
  • Requisiti anagrafici e contributivi variano tra pensionati previdenziali e assistenziali.
  • Misura rafforza la tutela dei pensionati più fragili e con redditi bassi.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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