Nella Sicilia dei debiti, dove il buco economico arriva a 5,2 miliardi di euro, si continuano a buttare soldi e si sprecano 2,2 milioni per i cavalli. In Sicilia infatti c’è addirittura un ente pubblico, chiamato “Istituto di incremento ippico” che si occupa della tutela di cavalli e asini  dell’Isola, i cui dipendenti costano alla regione 2,2 milioni di euro. A lavorare nell’ente 40 palafrenieri che sono stati assunti nel 1990 con un concorso, e anche se originariamente i posti erano soltanto 20 al termine del concorso sono stati assunti 40 impiegati che percepiscono uno stipendio di 55 mila euro l’anno.

Uno stipendio di tutto rispetto considerando che la metà di queste persone si occupano di ben altro di quello per cui sono stati  assunti, ovvero i cavalli; 20 palafrenieri infatti dopo avere accusato mali fisici e psichici che li  rendono non idonei al lavoro con gli animali, sono stati spostati in luoghi più tranquilli come portinerie e centralini cambiando loro le funzioni ma non lo stipendio. Questo ente che tutela i purosangue isolani ha anche un presidente che percepisce uno stipendio di 60 mila euro annui e un Consiglio di amministrazione che costa 4 mila euro mensili più i rimborsi. Una spesa davvero ridicola se si pensa al regime di austerità a cui è costretto il nostro Paese per affrontare la crisi economica in cui siamo, ma nettamente in linea con la politica degli sprechi della Regione Sicilia di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi grazie anche all’amministrazione di Raffaele Lombardo. Nonostante le critiche e la richiesta di dimissioni, nonostante l’approssimarsi del voto amministrativo Raffaele Lombardo non si è fermato dagli sperperi a cui era abituato e a cui ha abituato la Regione e negli ultimi giorni ha nominato un nuovo direttore generale del parco dei Monti Sicani, uno dei suoi fedeli, un farmacista, tal Gioacchino  Marsala.
Inoltre ha avanzato l’ipotesi che la Regione possa entrare nel capitale della Aerolinee siciliane, società che sta nascendo, come un’araba fenice sulle ceneri della ormai defunta Windjet.