Il biliardino è un gioco evergreen che ha saputo coinvolgere generazioni: una partita al bar è un momento goliardico e di sfida a cui non si rinuncia neppure nell’epoca dei videogame 3d. Soprattutto in Italia dove tutto ciò che riguarda il calcio scatena tifo e passione è inevitabile che il biliardino mantenga la sua attualità. Eppure il fascino un po’ vintage del calcio balilla rischia di essere messo seriamente a rischio: presto i biliardini potrebbero addirittura sparire da molti bar. Colpa degli oneri troppo rigidi che gravano sui proprietari.

Biliardino come una slot machine?

A denunciare il rischio estinzione è Antonio Pascale su il Messaggero. Il giornalista punta il dito contro la normativa che impone l’obbligo di registrare i biliardini trattando di fatto questo gioco “pacifico e assolutamente non violento” alla stregua dei giochi illegali o delle macchinette per il gioco d’azzardo. Eppure il biliardino è anche particolarmente economico: 50 centesimi bastano per una partita che intrattiene quattro persone (senza contare i metodi tramandati da generazioni per bloccare la leva e permettere l’uscita continua delle palline o i tentativi di infilare lamano in porta subito dopo il goal dell’avversario per recuperare la palla appena entrata).  

Omologazione dei biliardini, una procedura lenta che scoraggia i baristi

Per i proprietari dei bar il biliardino quindi è un piccolo guadagno extra non certo una fonte di arricchimento: molti di loro quindi potrebbero avere tempo o voglia di andare in Comune per la richiesta di registrazione e compilare i moduli per ottenere il marchio per autenticare la conformità del biliardino. Magari potrebbe essere più spronato a farlo il proprietario dell’unico bar di un piccolo paese, dove il biliardino è uno dei pochi intrattenimenti. Ma in città per molti gestori potrebbe essere più facile rinunciare al biliardino: addio pause pranzo all’insegna della goliardia e sfide con gli amici.

La speranza è che i vigili non si accaniscano nella ricerca dei biliardini non omologati concentrandosi piuttosto sui parcheggi selvaggi ed altre priorità. Sarebbe veramente un peccato perdere questa tradizione per colpa delle lungaggini burocratiche.