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Oggi: 05 Dic, 2025

Al posto della rottamazione quinquies un condono tombale di molte cartelle esattoriali

Ecco perché alla fine sarebbe meglio il condono delle cartelle esattoriali rispetto a nuove rottamazioni e sanatorie varie.
8 mesi fa
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a rate le cartelle esattoriali
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Oggi è attiva la possibilità di presentare domanda per riaprire i termini della rottamazione quater per il condono delle cartelle esattoriali. Chi non ha pagato una rata del precedente piano ed è decaduto dal beneficio della rottamazione, ora può presentare una nuova domanda per tornare a godere dei vantaggi previsti.

Nel frattempo, è stata presentata una proposta di legge della Lega per introdurre una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, denominata rottamazione quinquies. Tuttavia, dalle ultime audizioni parlamentari da parte degli organismi competenti – come l’Agenzia delle Entrate, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e il Dipartimento delle Finanze – è emerso un dato che anche i non addetti ai lavori avevano ormai intuito: le rottamazioni delle cartelle non risolvono il problema.

Ed è proprio da qui che nasce l’idea di un vero condono tombale, ben più incisivo di una nuova rottamazione.

Al posto della rottamazione quinquies, un condono tombale su molte cartelle esattoriali

La rottamazione delle cartelle esattoriali è un provvedimento che segue una logica precisa. Ci sono contribuenti con cartelle da pagare che non lo fanno? Allora, tramite la rottamazione, si offre loro la possibilità di ottenere sconti significativi (in genere la cancellazione delle sanzioni per ritardata iscrizione a ruolo, degli interessi di mora e dei diritti di riscossione del concessionario) e di pagare il debito ridotto in comode rate pluriennali.

Lo scopo è incentivare anche chi ha difficoltà – reali o percepite, oppure semplicemente non è ligio agli obblighi fiscali – a saldare il debito, anche se in forma ridotta e dilazionata. Questo approccio torna comunque utile allo Stato: meglio incassare qualcosa, anche nel tempo, piuttosto che nulla. Del resto, il magazzino crediti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è colossale e cresce ogni anno.

Un problema strutturale, che rivela una crisi economica persistente e un numero crescente di contribuenti in difficoltà. Ma anche l’evidenza che i provvedimenti di rottamazione non funzionano come dovrebbero.

Rottamazione, saldo e stralcio, condono cartelle esattoriali: ecco perché le soluzioni non mancano

La rottamazione resta uno strumento utile: permette di pagare di meno e a rate. Tuttavia, spesso le rate sono troppo elevate per chi ha debiti consistenti. Molti aderiscono alle definizioni agevolate solo per guadagnare tempo, visto che l’adesione sospende le procedure di riscossione coattiva.

E poco importa se poi non si riesce nemmeno a pagare la prima rata: tanto si confida che l’anno successivo arriverà una nuova rottamazione. Anzi, a volte è proprio l’annuncio di un nuovo provvedimento, magari più vantaggioso, a spingere chi ha già aderito a non onorare il vecchio piano per poter rientrare nel nuovo.

Un circolo vizioso, un gatto che si morde la coda: ecco cos’è diventata la rottamazione delle cartelle. Se avesse funzionato, il magazzino crediti dell’Agenzia si sarebbe ridotto sensibilmente. Invece, oggi si parla di una rottamazione quinquies, il quinto provvedimento in pochi anni, a conferma dell’urgenza di una soluzione strutturale.

Troppo oneroso il magazzino degli insoluti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

Da qui emerge un’evidenza chiara: più che rottamazioni e sanatorie, servirebbe un vero condono tombale, almeno per le cartelle più difficili da riscuotere.

In particolare, per le cosiddette mini-cartelle, dove il costo delle procedure di incasso supera il valore del recupero.

Se la rottamazione consente sconti e rateizzazioni, e se strumenti come il saldo e stralcio permettono il pagamento con forti riduzioni in unica soluzione, il condono tombale agisce in modo radicale: cancella del tutto il debito, senza pagamento.

Il debito sparisce, viene cancellato dal magazzino degli insoluti, e l’Agenzia non deve più gestirlo.

Si parla di 500 miliardi di euro di cartelle potenzialmente coinvolte in un condono tombale. Al 31 gennaio 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione aveva 1.272,90 miliardi di euro da riscuotere, distribuiti su 290 milioni di cartelle. Eppure, le quattro rottamazioni finora realizzate hanno recuperato solo 34 miliardi di euro.

Un risultato deludente, che conferma i limiti strutturali delle rottamazioni e la necessità di cambiare strategia.

Altro che rottamazione delle cartelle: ecco la soluzione del condono tombale

Dalla prima rottamazione (varata dal governo Renzi), è decaduto oltre il 50% dei contribuenti aderenti. Un tasso di decadenza che è aumentato con i provvedimenti successivi: 68% per la seconda rottamazione, 70% per la terza, mentre la quater, tuttora attiva e oggetto di riapertura, ha già un tasso di decadenza del 49%. E siamo solo all’inizio: restano da pagare ancora 11 delle 18 rate previste.

Il tema del condono è entrato nel dibattito parlamentare anche grazie all’audizione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio del 26 marzo. Dai dati emersi, su 1.200 miliardi di euro di cartelle, solo 100 miliardi sono potenzialmente recuperabili.

Molte cartelle risultano intestate a contribuenti deceduti, ditte cessate o soggetti nullatenenti. In altri casi si tratta di importi minimi, per i quali l’incasso risulterebbe antieconomico, considerando i costi di notifica e di gestione degli atti esecutivi.

Inoltre, si tratta di somme il cui mancato incasso non impatterebbe in modo significativo sui conti pubblici.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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