La dichiarazione dei redditi a volte può riservare brutte sorprese, soprattutto per chi ha cambiato datore di lavoro durante l’anno e si ritrova con più Certificazioni Uniche (CU).
È il caso, ad esempio, dei lavoratori dipendenti che da anni presentano regolarmente il modello 730 con un credito Irpef, ma che per effetto del cambio di lavoro si trovano improvvisamente a dover pagare un saldo a debito e anche gli acconti per l’anno successivo.
La situazione, frequente e spesso inaspettata, nasce da un meccanismo fiscale che non sempre è noto ai contribuenti: ogni sostituto d’imposta (datore di lavoro) effettua le ritenute Irpef, senza considerare quanto trattenuto da altri datori di lavoro avuti nello stesso anno.
L’effetto? Il contribuente si trova a pagare acconti maggiorati rispetto a quella che sarà la sua reale situazione fiscale.
Vediamo in che modo si può ovviare alla situazione grazie alla compilazione di uno specifico quadro del modello 730.
Il meccanismo alla base del debito Irpef
Quando un lavoratore dipendente cambia datore di lavoro nel corso dell’anno, ciascun sostituto d’imposta applica le ritenute Irpef in modo autonomo. Senza tenere conto del reddito percepito dagli altri sostituti.
Questo porta a una sottostima complessiva delle imposte trattenute, che si traduce in un saldo a debito in fase di dichiarazione.
Se il debito supera i 51,65 euro, scatta l’obbligo di versare acconti per l’anno successivo.
Posso evitare di pagare gli acconti?
La domanda che si pongono molti contribuenti è lecita: se la situazione del 2024 è stata di natura eccezionale, posso evitare di versare acconti per il 2025, sapendo che quest’anno ho un solo datore di lavoro e le ritenute sono regolari?
La risposta è sì, ma solo se si opta per il cosiddetto metodo previsionale.
Questo metodo consente al contribuente di non versare gli acconti (o versarli in misura inferiore) se prevede di non avere imposte da pagare a saldo per l’anno successivo.
Dunque, rispetto al 730/2025, periodo d’imposta 2024, la scelta riguarda il periodo d’imposta successivo: il 2025 già in corso (acconti 2025).
Tuttavia, bisogna essere consapevoli che in caso di errore nella previsione, l’Amministrazione finanziaria può applicare sanzioni e interessi sulle somme non versate.
Acconti Irpef nel 730/2025: come evitarli dopo un cambio di lavoro (il caso della doppia CU)
Per esercitare l’opzione del metodo previsionale è necessario compilare correttamente il rigo F6 del modello 730/2025, intitolato “Scelte per la destinazione dell’acconto e per la rateazione”.
Ecco come funziona.
- Colonna 1: va barrata se si ritiene di non dover versare alcun acconto Irpef per il 2025.
- Colonna 2: consente di indicare una somma inferiore all’acconto calcolato per il 2025, se si ritiene che sia comunque dovuto un importo minore (in questo caso, non si barra la colonna 1).
- Colonne 3 e 4: hanno la stessa funzione ma si riferiscono all’acconto dell’addizionale comunale.
- Colonne 5 e 6: si usano per ridurre o azzerare l’acconto della cedolare secca.
- Colonna 7: va compilata solo se si chiede la rateizzazione del saldo 2024.
Questa facoltà può essere esercitata sia in autonomia che tramite il CAF o il professionista abilitato che presta assistenza fiscale.
I rischi del metodo previsionale
L’uso del metodo previsionale deve essere fatto con attenzione.
In caso di previsione errata, ovvero se a consuntivo emergono imposte a saldo per il 2025 superiori a quanto anticipato (o nulla anticipato), il contribuente rischia:
- una sanzione pari al 25% dell’acconto non versato;
- il pagamento degli interessi di mora calcolati in base al tasso legale in vigore.
Per questo motivo, è consigliabile valutare con precisione la propria posizione reddituale per l’anno in corso e confrontarsi, se necessario, con un consulente fiscale prima di escludere gli acconti. Compreso il 2° acconto probabile oggetto di riforma fiscale.
Conclusione
Il caso del lavoratore che, per effetto di un cambio di datore di lavoro nel 2024, si trova a dover versare un acconto Irpef nel 2025 è tutt’altro che raro. La normativa offre una possibilità di evitare l’acconto utilizzando il metodo previsionale, ma si tratta di una scelta consapevole e soggetta a rischio in caso di errore.
Per chi si trova in questa situazione, il rigo F6 del modello 730 è lo strumento tecnico con cui comunicare la decisione all’Amministrazione finanziaria.
Riassumendo
- Doppia CU e saldo a debito. Chi cambia lavoro può trovarsi con più CU e un saldo Irpef a debito nel 730, con obbligo di acconti per l’anno successivo.
- Metodo previsionale. È possibile evitare gli acconti Irpef 730/2025 se si prevede che nel 2025 non ci saranno imposte da versare.
- Compilazione del rigo F6. Per comunicare la scelta all’Agenzia, va compilato il rigo F6 del modello 730/2025, barrando le caselle corrette.
- Attenzione alle sanzioni. Una previsione errata comporta sanzioni del 30% e interessi sull’importo non versato.
- Valutazione prudente. Meglio stimare con attenzione il proprio reddito 2025 o farsi assistere da un professionista prima di rinunciare agli acconti.
