Se siete tra coloro che profetizzavano l’imminente scomparsa delle accise con il passaggio del mercato verso le auto elettriche, fareste bene ad iniziare a ricredervi. L’imposta sul carburante (diesel e benzina) sostiene i conti pubblici degli stati. In Italia, il gettito annuale ammonta a 25-30 miliardi di euro. Da rivelare che esso incrementa lo stesso gettito IVA, poiché questa imposta si applica sulle accise. Già da quest’anno è iniziato un riallineamento tra quelle applicate al diesel e alla benzina, con l’intento di azzerare i sussidi ambientali dannosi, come da richiesta dell’Unione Europea.
Auto elettriche, Starmer pensa alle accise
Tornando alle auto elettriche, finora i proprietari hanno potuto sfuggire alle accise.
Non facendo rifornimento in alcuna stazione di servizio, non pagano nulla allo stato. Ed è stato un incentivo ad abbandonare le auto con motore a combustione. Da Londra, però, sta arrivando una novità che non farà piacere ai sostenitori dell’elettrico. Il governo di Keir Starmer presenterà il 26 novembre il nuovo bilancio. E già si sa che sarà impostato su nuove tasse per cercare di ripianare il forte deficit fiscale.
Minori entrate con boom del mercato elettrico
Tra le misure di cui si vocifera, ce n’è una che punta a sopperire al calo del gettito delle accise con le vendite crescenti di auto elettriche. I proprietari di queste ultime pagherebbero 3 penny per miglio, qualcosa come 2,12 centesimi di euro per km al tasso di cambio odierno. Stimando una percorrenza media di 8.000 miglia (12.800 km) per automobilista, la stangata annuale ammonterebbe a 240 sterline, che andrebbe a sommarsi alle 195 sterline per il bollo sulle auto elettriche.
Totale: 435 sterline (494 euro).
Il gettito delle accise valeva il 7% delle entrate fiscali complessive nell’anno fiscale 2019/2020 nel Regno Unito. Nell’anno fiscale che terminerà il 31 marzo 2026, scenderà ad appena il 2%. I minori incassi creano problemi ai conti pubblici di Sua Maestà, che cerca di rimediare con la suddetta proposta. E quando il cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, svelerà il bilancio, potrà fare presente ai critici che i sussidi per le auto elettriche sono stati finora di 4 miliardi. In altre parole, adesso è arrivato il momento di pagare per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici.
Pagamento anticipato e conguaglio a fine anno
Le accise sulle auto elettriche potranno fare presto scuola nel resto del mondo. Come dicevamo, tutti i governi temono un tracollo delle entrate. In Italia, questa imposta equivale ad oltre l’1% del Pil. Ma come funzionerebbe nel dettaglio l’iniziativa UK? Ciascun automobilista dichiarerebbe al fisco, prima che inizi l’anno, il chilometraggio stimato. In base a tale stima pagherebbe il dovuto. A fine anno, si osserverebbe la differenza tra km percorsi e km stimati. All’automobilista verrebbe applicato un conguaglio per l’anno successivo, potendo questi rivelarsi a credito o a debito.
Un sistema di riscossione all’apparenza semplice, ma che non lo sarebbe affatto. Gli automobilisti accetterebbero di pagare in anticipo per i km che percorreranno? Ci saranno trucchi per sfuggire al pagamento? Una cosa è prelevare denaro alla pompa, di fatto senza che l’automobilista possa sottrarsi alle accise, un’altra è imporre la riscossione in un’unica soluzione.
Accise su auto elettriche fine di un sogno
Al di là di questi aspetti tecnici, ciò che rileva è la famelicità degli stati. Chi cianciava fino ad oggi di risparmi fantasmagorici per i possessori di auto elettriche, con il ritorno delle accise dalla finestra è la fine di un’utopia. Non resterebbe che confidare sulla sensibilità verso la lotta all’inquinamento per sponsorizzare questo crescente mercato. E chissà che la stangata prospettata non riduca l’appeal dell’economia “green” tra coloro che pensavano effettivamente di compensare i maggiori costi di acquisto con i risparmi d’imposta lungo la durata del veicolo.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

