A quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile?

Vediamo a quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile. Perché per la flessibilità in uscita, a partire dal prossimo anno, lo scenario previdenziale potrebbe cambiare in maniera rilevante. Ecco come nel dettaglio.
3 anni fa
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A quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile?

Vediamo a quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile. Perché per la flessibilità in uscita, a partire dal prossimo anno, lo scenario previdenziale potrebbe cambiare in maniera rilevante.

Riguardo a quale età smettere di lavorare, infatti, per il prossimo anno lo scivolo potrebbe essere fissato a 64 anni. Ovverosia, in corrispondenza dello stesso requisito anagrafico richiesto quest’anno per la Quota 102.

Ma si passerebbe dal sistema delle quote. Alla possibilità di ritirarsi dal lavoro prendendo un assegno INPS in due tempi.

Vediamo allora come nel dettaglio.

A quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile?

Riguardo a quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile, infatti, per il 2023 c’è sul tavolo una proposta. Formulata nei mesi scorsi dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico. Ovverosia, l’anticipata contributiva a 64 anni. E poi la quota retributiva dell’assegno solo al compimento del 67esimo anno di età.

Inoltre, in merito a quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile, la proposta Tridico non è l’unica. Al tavolo di riforma delle pensioni. In quanto c’è pure la Quota 41 pura per tutti che permetterebbe di ritirarsi dal lavoro davvero in maniera flessibile. Ovverosia, senza alcun vincolo anagrafico. E con 41 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Il tema della flessibilità in uscita nel 2023. La questione al tavolo di riforma. Tra il Governo ed i Sindacati

Sul tema relativo a quale età smettere di lavorare per il diritto ad una pensione flessibile, tra l’altro, ricordiamo che la questione è stata inserita proprio al tavolo di riforma. Precisamente, uno dei tavoli tematici Governo-Sindacati riguarda proprio la flessibilità in uscita. Con il Governo italiano, questa l’ultima proposta formulata ai Sindacati prima che si interrompesse il dialogo a causa della guerra, che è orientato dal 2023 ad introdurre ed a rivedere le pensioni anticipate.

Con il ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo.

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