Il tema delle pensioni resta centrale nel dibattito sulla legge di bilancio 2026, tra conferme, proroghe e prime indicazioni sui cambiamenti futuri. Le regole non subiscono rivoluzioni immediate, ma emergono segnali importanti che riguardano requisiti, scadenze e strumenti di uscita dal lavoro. Per fare chiarezza, l’articolo raccoglie le principali novità in forma di domande e risposte, offrendo un quadro completo e semplificato delle misure previdenziali previste e delle prospettive per i prossimi anni.
A seguire una serie di domande e risposte che possono essere utili, in base alle regole attuali e a quelle che si prevedono in manovra 2026, a chiarire dubbi e perplessità a chi vuole capire i requisiti per l’uscita dal mondo del lavoro.
A che punto è, oggi, la legge di bilancio 2026 e perché conta per le pensioni?
La discussione sulla legge di bilancio 2026 non è ancora conclusa, ma l’impianto che emerge sul capitolo pensioni appare già abbastanza chiaro. L’orientamento generale è di continuità con l’anno precedente: pochi ritocchi sui requisiti principali, alcune proroghe mirate e alcune misure che non vengono rinnovate.
Nel 2026 cambiano i requisiti della pensione di vecchiaia?
No. Per la pensione di vecchiaia restano i criteri oggi in vigore: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. In alcune situazioni specifiche, il requisito contributivo può scendere a 15 anni, mantenendo comunque l’età di 67 anni.
Per la pensione vecchiaia, esistono condizioni aggiuntive per chi ha iniziato a versare dopo il 1995?
Sì. Per chi rientra nel calcolo contributivo “puro” (carriera contributiva avviata dopo il 1995), oltre all’età e ai contributi serve anche che l’assegno maturato raggiunga almeno l’importo dell’Assegno Sociale.
Nel testo considerato, il valore indicato per il 2025 è 538,69 euro.
Nel 2026 scatta l’adeguamento alla speranza di vita?
No. Nel 2026 non è previsto alcun incremento legato alla speranza di vita. Il primo aumento viene indicato dal 2027, quando l’età per la vecchiaia salirebbe a 67 anni e 1 mese. Nel 2028 la soglia diventerebbe 67 anni e 3 mesi, avviando una fase di piccoli aggiornamenti progressivi.
Tra le forme di pensioni anticipate, l’APE sociale viene confermata nel 2026?
Sì. L’APE sociale viene indicata come prorogata fino al 31 dicembre 2026. È un’indennità ponte che accompagna alcune categorie verso la pensione, permettendo l’uscita dal lavoro al raggiungimento di 63 anni e 5 mesi.
Chi rientra nelle categorie ammesse all’APE sociale?
Le categorie citate comprendono:
- persone rimaste senza lavoro per licenziamento o fine contratto;
- chi assiste un familiare convivente con disabilità grave;
- chi ha un’invalidità pari almeno al 74%;
- lavoratori impiegati in mansioni considerate gravose.
Quanti contributi servono per l’APE sociale?
In via generale servono 30 anni di contributi. Per chi svolge attività classificate come gravose, la soglia sale a 36 anni. La proroga viene descritta come importante per chi vive condizioni di fragilità sociale o lavorativa e necessita di un canale di accompagnamento.
Quota 103 e Opzione Donna vengono rinnovate nel 2026?
Nel testo analizzato della manovra 2026 non compaiono nuove estensioni di Quota 103 e Opzione Donna.
Questo non significa che vengano “cancellati” i diritti di chi ha già maturato i requisiti entro le scadenze previste: entra in gioco la cosiddetta cristallizzazione del diritto, cioè la possibilità di accedere anche dopo, se i requisiti sono stati raggiunti quando la misura era valida.
Quali sono i requisiti di Quota 103 che restano “salvati” e quali quelli per Opzione donna?
Per Quota 103 restano validi i requisiti da maturare entro il 31 dicembre 2025: 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Per Opzione Donna il limite temporale indicato resta il 31 dicembre 2024. Entro quella data è prevista l’uscita con: 61 anni di età, ridotti a 60 con un figlio e a 59 con due o più figli; 35 anni di contributi; appartenenza a una delle categorie previste (lavoratrici con invalidità, caregiver, oppure licenziate in contesti di crisi aziendale).
Cosa succede alla pensione anticipata ordinaria nella manovra 2026?
La manovra entra nella fase decisiva con un maxiemendamento e un calendario parlamentare serrato: via libera del Senato previsto entro lunedì 23 dicembre, poi passaggio alla Camera, con obiettivo di approvazione definitiva entro 31 dicembre e avvio delle regole dal 1° gennaio 2026, evitando l’esercizio provvisorio. Nel capitolo pensioni, una delle novità più rilevanti riguarda proprio la pensione anticipata ordinaria.
Come funziona oggi la pensione anticipata ordinaria e cosa cambierà nel tempo?
Oggi consente l’uscita indipendentemente dall’età della vecchiaia, al raggiungimento di un requisito contributivo: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Questi requisiti aumenterebbero di 1 mese nel 2027 e di ulteriori 2 mesi dal 2028. Inoltre viene prevista una stretta sulla “finestra mobile”, cioè l’attesa tra requisito maturato e primo assegno: ora è di 3 mesi, ma dal 2032 salirebbe a 4 mesi, nel 2033 a 5 mesi e dal 2034 a 6 mesi.
Riassumendo
- Nessun cambiamento immediato per pensioni di vecchiaia: confermati 67 anni e 20 anni contributivi.
- Stop agli aumenti legati alla speranza di vita fino al 2026.
- APE sociale prorogata al 2026 per categorie fragili e lavori gravosi.
- Quota 103 e Opzione Donna non rinnovate, ma restano i diritti maturati.
- Pensione anticipata ordinaria confermata con futuri aumenti graduali dei requisiti.
- Dal 2032 prevista finestra mobile più lunga prima del pagamento della pensione.