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Oggi: 16 Dic, 2025

Manovra bilancio 2026, la stangata invisibile: extra tasse, salari fermi e servizi in affanno

La manovra bilancio 2026 accende lo scontro: tasse più pesanti, welfare in difficoltà, riarmo al centro e diritti sociali sotto pressione
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Mentre ancora è in corso l’esame parlamentare, la manovra bilancio 2026 continua ad essere al centro di una critica dura da parte dei sindacati. Su tutti, Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil contesta l’impianto complessivo della Legge di bilancio, sostenendo che le scelte economiche previste seguano una linea di rigore che, nei fatti, riduce le risorse destinate a settori fondamentali e concentra l’attenzione su un’unica direzione: l’aumento delle spese per il riarmo.

Come si evince dalla nota pubblicata sul sito ufficiale del sindacato, dopo la mobilitazione del 12 dicembre scorso, secondo Landini, la manovra nasce dentro i vincoli dell’austerità europea e si muove con un obiettivo preciso: rispettare i parametri di finanza pubblica, anche a costo di comprimere servizi e tutele.

Il punto, per la Cgil, è che questa impostazione non sarebbe neutra. La conseguenza sarebbe un ridimensionamento della capacità dello Stato di garantire sanità, scuola e salari adeguati, proprio mentre si sceglie di sostenere in modo significativo l’ambito della difesa.

Manovra bilancio 2026: dito puntato al fiscal drag

Un passaggio centrale della critica riguarda l’uso dell’extra gettito fiscale. Landini sostiene che il Governo punti a impiegare le maggiori entrate per ridurre il deficit. Tuttavia, quelle risorse – quantificate in 25 miliardi – non vengono lette come “margini” positivi creati dall’economia, ma come denaro versato in più da una platea enorme di persone.

La causa indicata è il drenaggio fiscale (c.d. fiscal drag): un meccanismo che, quando i redditi nominali aumentano, può spingere molti contribuenti in scaglioni più alti senza che il potere d’acquisto cresca davvero.

In questa prospettiva, Landini parla di 38 milioni tra lavoratori e pensionati che avrebbero pagato più del dovuto, e afferma che quelle somme dovrebbero tornare a chi le ha sostenute.

La pensione verso i 70 anni: strada inconcepibile

L’accusa non si ferma alle cifre. Il segretario Cgil collega le scelte della manovra a una trasformazione più ampia del welfare. Nella sua lettura, l’indirizzo dell’esecutivo finirebbe per aumentare l’età pensionabile fino a 70 anni e per spingere verso una maggiore presenza del privato in settori chiave.

In particolare, viene denunciato un processo che porterebbe alla privatizzazione della sanità e della scuola. Il ragionamento è legato anche alle condizioni concrete dei servizi pubblici: tagli, mancate assunzioni e difficoltà organizzative diventano, nel racconto sindacale, il terreno su cui cresce una riduzione del ruolo pubblico. Per Landini, nel caso della salute il rischio è un indebolimento esplicito del Servizio sanitario nazionale, con un progressivo spostamento di funzioni e opportunità verso il mercato.

Con la manovra 2026 serve una riforma fiscale ampia

Dentro questo quadro entra anche la richiesta di una riforma fiscale più equa. La Cgil rilancia l’idea di una reale progressività, cioè un sistema in cui chi ha di più contribuisce in modo proporzionato. A questa proposta si affianca la richiesta di un contributo di solidarietà sulle grandi ricchezze.

Landini porta un dato a sostegno: in Italia, secondo quanto affermato, ci sono circa 500 mila persone con redditi netti superiori ai due milioni di euro all’anno.

In questo contesto, chiedere un prelievo straordinario dell’1,3% ai più ricchi viene presentato come una misura sostenibile, che non metterebbe in pericolo gli equilibri democratici. Al contrario, viene sostenuto che restituire i 25 miliardi a chi li avrebbe pagati “ingiustamente” sarebbe un passaggio più coerente con l’idea di giustizia sociale.

Lavoro e sicurezza sotto accusa

La discussione sulla manovra bilancio 2026 si intreccia poi con temi di lavoro e sicurezza. Landini denuncia un modello produttivo che, a suo giudizio, alimenta precarietà e sfruttamento. L’elemento messo in evidenza è la diffusione di appalti e subappalti, considerati un meccanismo che frammenta i diritti e indebolisce la solidarietà tra lavoratori.

Questa struttura, nella valutazione espressa, aumenterebbe anche i rischi: più catene di responsabilità e più pressione sui tempi possono tradursi in maggiori infortuni. Il segretario usa parole molto dure, arrivando a definire questo tipo di organizzazione “un modello di impresa che uccide”.

Per rafforzare la denuncia, viene ricordato che la maggior parte delle persone che perde la vita sul lavoro sarebbe precaria oppure impiegata tramite appalti. Il messaggio è chiaro: precarietà e insicurezza non sono capitoli separati, ma conseguenze dello stesso sistema. Da qui la richiesta implicita di cambiare rotta, non solo con norme, ma con una diversa impostazione del lavoro.

Diritto alla sciopero e autonomia sindacale

Infine, Landini collega il confronto economico a un tema istituzionale: il diritto di sciopero e l’autonomia sindacale. Nel suo intervento parla di attacchi recenti allo sciopero e di tentativi legislativi di limitarne l’esercizio. L’allarme riguarda un principio costituzionale: se il diritto di sciopero viene ristretto, secondo questa impostazione, non si tratta soltanto di un conflitto tra Governo e sindacato. Viene presentato come un problema più ampio, perché toccherebbe la qualità della democrazia.

Nel complesso, la posizione espressa mette insieme finanza pubblica, welfare, lavoro e diritti. La manovra bilancio 2026, in questa lettura, non è solo un insieme di numeri: è una scelta di priorità che decide chi paga, chi riceve e quale modello sociale viene rafforzato.

Riassumendo le critiche alla manovra bilancio 2026

  • La manovra bilancio 2026 viene criticata per austerità e investimenti concentrati sul riarmo.
  • Extra gettito usato per ridurre deficit, ma pagato da lavoratori e pensionati.
  • Tagli e carenze favoriscono privatizzazione di sanità e scuola pubblica.
  • Cgil chiede fisco progressivo e contributo straordinario sulle grandi ricchezze.
  • Modello produttivo basato su appalti aumenta precarietà e incidenti sul lavoro.
  • Limitare sciopero e sindacato viene visto come un rischio per la democrazia.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.