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Oggi: 16 Dic, 2025

Il gas scende, la bolletta no: dove finiscono davvero i tuoi soldi

Il prezzo del gas sul mercato scende, mentre la bolletta si muove poco e in ritardo. Vediamo cosa succede ai soldi degli utenti, frustrati.
6 ore fa
2 minuti di lettura
Bolletta del gas poco reattiva al crollo della materia prima
Bolletta del gas poco reattiva al crollo della materia prima © License Creative Commons

Il prezzo del gas in Europa è crollato, ma nelle case degli italiani la differenza si vede appena. Sul mercato olandese TTF la materia prima è scesa fino a 27 euro per Mega-wattora, sui minimi da aprile 2024. Eppure la bolletta resta elevata. Il motivo non è un’anomalia di mercato, ma la struttura stessa dei costi: quasi metà dell’importo finale non dipende dal prezzo del gas. Le ragioni di questo trend sono molteplici. Le esportazioni di Gas Naturale Liquido dagli Stati Uniti sono salite a livelli record e adesso incidono per il 56% delle nostre importazioni di GNL. E le forniture dalla Norvegia sono stabili, riuscendo a compensare le minori importazioni dalla Russia.

Infine, le trattative di pace per l’Ucraina stanno portando una ventata di ottimismo sui mercati.

Prezzo spot del gas
Prezzo spot del gas © License Creative Commons

Bolletta del gas, alta incidenza dei costi (semi)-fissi

E allora perché la bolletta del gas ancora resta alta? Anzitutto, i prezzi di cui parliamo sono spot. Molti fornitori hanno contratti indicizzati e ARERA, che è l’authority italiana per l’energia, usa le medie mensili e non giornaliere. In buona sostanza, i risultati si vedono tipicamente a distanza di diverse settimane. Ma non è tutto. La bolletta è composta da diverse voci, oltre alla materia prima:

  • trasporto
  • distribuzione
  • oneri di sistema
  • IVA e accise

La materia prima incide, in genere, per il 45-55% del totale. Il trasporto assorbe il 20-25% dell’intero costo, mentre gli oneri di sistema un altro 5-10%. Infine, il 15-20% è dovuto alle imposte: IVA e accise. Trattasi di componenti fisse o semi-fisse della bolletta. Questo comporta che, ad esempio, se il prezzo del gas sul mercato spot scende del 20%, la bolletta non diventa meno cara della stessa percentuale, ma probabilmente dell’8-10%.

Ed è evidente che ciò crea frustrazione tra gli utenti, che si ritrovano a pagare tanto anche quando leggono notizie positive in merito.

Differenze tra mercato regolato e libero

L’alta incidenza dei costi fissi e semi-fissi colpisce particolarmente le famiglie con bassi consumi. Altra differenza la fa la distinzione tra mercato regolato e libero. Rientrano nel primo gli utenti cosiddetti “vulnerabili”, tra cui over 75, disabili e percettori del bonus sociale. Per loro la voce “materia prima” è fissata mensilmente dall’ARERA in base al costo. Per gli altri i fornitori fissano tale voce a loro piacimento, seguendo logiche di mercato. C’è da dire che nel tempo le differenze tendono a rientrare, dato che alla fine prevale sempre la regola della domanda e dell’offerta.

Occhio agli stoccaggi

Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane? Gli stoccaggi in Europa erano al 72% del loro massimo al 7 dicembre scorso, molto meno del target del 90% fissato dall’Unione Europea. Ci potrebbe essere, specie in condizioni meteo invernali avverse, la tendenza dei fornitori ad accaparrarsi la materia prima per recuperare e ciò potrebbe impattare negativamente sulla bolletta del gas. Per contro, se l’accordo di pace arrivasse, la tensione sui mercati si ridurrebbe ulteriormente a beneficio dei prezzi di petrolio e gas per i consumatori.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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