Un recente avviso diffuso il 5 dicembre dall’Agenzia delle Entrate richiama l’attenzione su un’ennesima ondata di messaggi fraudolenti che sfruttano il tema dei rimborsi fiscali per carpire dati personali e finanziari.
Lo schema è ormai noto, ma continua a circolare con modalità sempre più sofisticate, mirando a ingannare chi, fidandosi dell’apparente ufficialità della comunicazione, finisce per consegnare informazioni sensibili ai malintenzionati.
La nuova campagna di phishing utilizza, come solito, in modo illecito il nome e il marchio dell’Amministrazione finanziaria. L’obiettivo è rendere la comunicazione credibile e spingere il destinatario ad aprire la mail e seguire le istruzioni contenute.
Il messaggio annuncia un presunto accredito a favore del contribuente e invita a cliccare su un pulsante denominato “Modulo Rimborso”, elemento che costituisce il fulcro dell’intera operazione fraudolenta.
Un falso modulo che promette rimborsi fiscali da 115,50 euro
All’interno dell’email compare un collegamento che rimanda a una pagina costruita per imitare l’aspetto grafico del sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate. Qui viene prospettata la possibilità di ottenere un rimborso dell’importo di 115,50 euro. L’interfaccia, pur somigliante a quella autentica, non appartiene in alcun modo all’Amministrazione e rappresenta uno strumento creato ad hoc per sottrarre dati riservati.
Per rendere la truffa rimborsi fiscali ancora più convincente, sotto il pulsante è presente un messaggio che suggerisce di spostare l’email nella casella principale della posta in arrivo qualora il collegamento non dovesse aprirsi correttamente. Un espediente pensato per aggirare eventuali filtri antispam e convincere il destinatario che il problema dipenda soltanto da un’impostazione della propria casella mail.
La richiesta dei dati personali e della carta di credito
Una volta raggiunta la pagina del presunto rimborso, viene proposto un modulo da compilare. La procedura prevede due passaggi: prima vengono richiesti i dati anagrafici del cittadino, poi quelli relativi alla carta di credito. È proprio questa richiesta a far emergere in modo evidente l’intento fraudolento dell’operazione. L’Agenzia delle Entrate, infatti, non utilizza mai queste modalità per gestire eventuali rimborsi fiscali e non richiede informazioni bancarie tramite e-mail.
Il dominio del sito collegato al modulo, inoltre, non presenta alcuna associazione con l’Amministrazione finanziaria. Questo elemento rappresenta uno dei principali indicatori che consentono di identificare la natura truffaldina della comunicazione. Verificare l’indirizzo web è sempre un passaggio utile per smascherare tentativi di phishing, soprattutto quando vengono trattati temi delicati come i rimborsi fiscali.
Le raccomandazioni dell’Amministrazione sui falsi rimborsi fiscali
Di fronte alla nuova ondata di messaggi fraudolenti, l’Agenzia delle Entrate rinnova l’appello alla prudenza. Una pridenza già raccomandata in altre precedenti truffe (criptovalute, ecc.). L’Amministrazione invita a eliminare immediatamente le email sospette senza aprire link o allegati presenti nel testo. Qualsiasi comunicazione che richieda l’inserimento di dati personali o di strumenti di pagamento deve essere considerata un campanello d’allarme.
L’Agenzia, inoltre, ribadisce la propria totale estraneità a queste iniziative e conferma di non utilizzare procedure simili per la gestione dei rimborsi fiscali.
Quando viene inviata una comunicazione ufficiale, i canali utilizzati sono sempre verificabili e riconducibili al portale istituzionale.
Come tutelarsi in caso di dubbi
Per evitare di cadere nella rete dei cybercriminali sui rimborsi fiscali (e non solo), è consigliabile, come raccomanda l’Amministrazione stessa, compiere sempre una verifica preliminare. Sul sito istituzionale dell’Agenzia è disponibile la sezione “Focus sul phishing”, una pagina aggiornata che raccoglie esempi di truffe ricorrenti e fornisce indicazioni utili a riconoscerle. Un confronto con le segnalazioni presenti può aiutare a individuare rapidamente un messaggio sospetto.
In alternativa, è possibile contattare direttamente gli uffici dell’Agenzia o utilizzare i canali ufficiali disponibili sul portale www.agenziaentrate.gov.it. Il personale è in grado di chiarire l’origine di eventuali comunicazioni e di confermare la legittimità delle informazioni ricevute.
Riassumendo i falsi rimborsi fiscali da 115,50 euro
- Segnalata nuova truffa via email che sfrutta falsi rimborsi fiscali.
- I truffatori imitano grafica e logo dell’Agenzia per apparire credibili.
- Un falso modulo promette 115,50 euro per ottenere dati personali e bancari.
- Il sito collegato non appartiene all’Agenzia delle Entrate.
- L’Amministrazione invita a eliminare subito le comunicazioni sospette.
- In caso di dubbi, utili verifiche tramite sito ufficiale o uffici competenti.
