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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni: ecco come passare da 380 euro al mese a 750 euro, la guida al calcolo

Ecco perché una pensione che l'INPS liquida in base al calcolo, con poco più di 380 euro al mese può passare a circa 750 euro mensili.
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Ecco perché una pensione che l'INPS liquida in base al calcolo, con poco più di 380 euro al mese può passare a circa 750 euro mensili.
Foto © Investireoggi

Le pensioni sono un argomento particolare in Italia. Le regole che determinano il reale incasso di un pensionato sono strane. Eppure, soprattutto oggi che viviamo nell’era contributiva, tutto dovrebbe essere più semplice dal punto di vista del calcolo. E invece le variabili che intervengono nel calcolo della pensione sono talmente tante che districarsi è un’impresa.

Oggi analizziamo il caso di un pensionato che ha maturato un trattamento di poco superiore a 380 euro al mese, a causa di una carriera contributiva piuttosto striminzita o composta da contributi di valore scarso. Un pensionato che, grazie a specifiche regole, può arrivare a percepire un trattamento di oltre 750 euro al mese.

Ecco come passare a prendere una pensione da 750 euro al mese partendo da un trattamento di circa 380 euro maturato alla data di liquidazione.

Pensioni: ecco come passare da 380 euro al mese a 750 euro, la guida al calcolo

Nel calcolo della pensione sono determinanti i contributi, i redditi, gli stipendi e l’età del diretto interessato. Poi, naturalmente, ci sono le tasse da versare al Fisco, perché anche i pensionati pagano le imposte. Infine, intervengono le cifre aggiuntive riconosciute in pensione: integrazioni, bonus e maggiorazioni.

In buona sostanza, sono queste le variabili accennate in precedenza quando si parla delle regole di calcolo di un trattamento. I contributi sono fondamentali, e lo è ancora di più la data del primo accredito. Il sistema pensionistico italiano, infatti, si divide in due grandi aree.

La prima è quella del sistema retributivo, che termina il 31 dicembre 1995. Fino a quella data le pensioni venivano calcolate interamente con il metodo retributivo, cioè sulla base degli stipendi e dei redditi — soprattutto quelli degli ultimi anni di carriera.

Dal primo gennaio 1996 entra invece in vigore il calcolo contributivo, con pensioni determinate in base all’ammontare dei contributi versati nel cosiddetto montante contributivo.

Non che le retribuzioni non contassero più, perché i contributi sono comunque commisurati a stipendi e redditi; tuttavia, il meccanismo di calcolo della pensione cambia drasticamente.

Maggiorazioni, integrazioni e no tax area per una pensione netta da 750 euro circa al mese

Tra sistema contributivo e retributivo, però, cambiano anche alcune regole. Chi rientra esclusivamente nel primo — il sistema contributivo puro — ha la possibilità di andare in pensione a 64 anni, grazie alla misura chiamata pensione anticipata contributiva.

Oppure può accedere alla pensione a 71 anni con soli 5 anni di contributi. Due misure che non spettano a chi ha anche un solo accredito, di qualsiasi tipo, prima del 1996.

Tuttavia, per i contributivi puri vengono meno alcuni vantaggi sugli importi. Chi ricade esclusivamente nel metodo contributivo non ha diritto a maggiorazioni, integrazioni al minimo e voci simili. Ed è proprio grazie a queste misure che una pensione da 380 euro può trasformarsi in oltre 750 euro mensili.

Se, oltre alla pensione liquidata, non ci sono altri redditi che incidono, un contribuente che percepisce una pensione bassa sulla base della liquidazione INPS può comunque arrivare a ottenere nel 2025 603,40 euro al mese.

Si tratta del nuovo trattamento minimo 2025, che nel 2026 dovrebbe salire a circa 612 euro mensili.

Sulla stessa pensione, sempre in presenza di redditi bassi entro una determinata soglia, si aggiunge anche la maggiorazione sociale, pari a circa 150 euro al mese.

E poiché stiamo parlando di un pensionato che percepisce una pensione inferiore a 8.500 euro annui (al netto di integrazioni e maggiorazioni), si tratta di un trattamento compreso nella no tax area, con evidente beneficio sul netto mensile percepito.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.