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Oggi: 05 Dic, 2025

Processo tributario su Teams dal 2026: efficienza digitale e nuove responsabilità

Dal 2026 udienze da remoto su Teams diventano modello stabile: vantaggi, criticità e nuove responsabilità per professionisti e tribunali.
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processo tributario digitale
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Le udienze da remoto delle Corti di Giustizia Tributaria passano da strumento emergenziale a modello stabile, trasformando tempi, prassi e responsabilità dell’intero sistema giudiziarioDal 2026 le udienze digitali in videocollegamento tramite Microsoft Teams – già sperimentate negli anni dell’emergenza sanitaria e poi stabilizzate nel processo civile e in parte nel penale – diventeranno un tassello strutturale dell’organizzazione giudiziaria italiana. Non saranno più un’alternativa occasionale, ma un modello ibrido destinato a modificare profondamente prassi, tempi e responsabilità degli operatori del diritto.

Il quadro normativo: verso la stabilizzazione del digitale

Il legislatore italiano, con gli ultimi interventi sulla giustizia digitale e con le linee guida del Ministero della Giustizia, ha confermato che dal 2026 le udienze da remoto saranno ampiamente utilizzabili nei procedimenti civili, nelle udienze camerali, nelle attività non istruttorie e in tutte le situazioni in cui la presenza fisica non incida sui diritti delle parti.

Teams resta la piattaforma privilegiata per sicurezza, tracciabilità e integrazione con i sistemi ministeriali.

La scelta si inserisce nel percorso delineato dal PNRR, che punta alla riduzione dei tempi processuali e alla digitalizzazione delle infrastrutture giudiziarie.

Vantaggi operativi della Giustizia col digitale: per i processi tributari tempi più rapidi, costi ridotti, maggiore accesso

Gli operatori del diritto conoscono già i benefici delle udienze telematiche: riduzione degli spostamenti, minori ritardi, maggiore puntualità e migliore gestione dei ruoli.

Per avvocati, commercialisti, CTU e ausiliari del giudice, il digitale significa soprattutto possibilità di partecipare a più udienze nella stessa giornata senza limiti geografici, riduzione dei costi di trasferta, agenda più efficiente e condivisione immediata di documenti, dichiarazioni e attestazioni.

Anche gli uffici giudiziari ne trarranno vantaggio in termini di efficienza organizzativa.

Le criticità: identità, sicurezza, ordine dell’udienza

I benefici, tuttavia, non cancellano le criticità. La stabilizzazione delle udienze da remoto richiede un livello più alto di attenzione e responsabilità.

Il punto più sensibile riguarda l’identificazione delle parti e dei testimoni. Le Linee Guida per la Giustizia Digitale del Ministero della Giustizia, insieme ai protocolli locali dei Tribunali, impongono che il giudice verifichi l’identità tramite documento mostrato in video e che accerti l’assenza di influenze esterne. È un controllo più complesso rispetto all’aula, soprattutto quando si assumono prove e la genuinità delle dichiarazioni deve essere garantita con particolare rigore.

Non meno rilevante è il tema della sicurezza informatica: connessioni stabili, ambienti riservati, utilizzo esclusivo di link ufficiali e dispositivi aggiornati. Interruzioni, intrusioni non autorizzate o problemi di rete non sono meri inconvenienti tecnici, ma fattori che possono incidere sulla regolarità del contraddittorio e sulla tutela della riservatezza.

Il modello digitale, insomma, funziona solo se accompagnato da un approccio attento alle sue implicazioni tecniche e procedurali.

Il ruolo dei professionisti: competenza tecnica e deontologica

Dal 2026 non basterà più “saper usare Teams”. Le udienze digitali richiederanno ai professionisti competenze tecniche minime ma imprescindibili: connessioni adeguate, ambienti silenziosi, telecamere e microfoni funzionanti, gestione corretta della documentazione condivisa.

Allo stesso tempo, cambierà la deontologia dell’udienza: collegarsi da auto, luoghi affollati o ambienti non consoni non sarà più accettabile.

La dignità e il decoro della funzione professionale devono riflettersi anche nel contesto virtuale.

Questa trasformazione avrà un impatto diretto sull’organizzazione degli studi: agende digitali integrate con PEC e PCT, spazi dedicati alle udienze da remoto, protocolli interni per verificare la qualità delle connessioni e per l’archiviazione dei file generati. Non si tratta solo di tecnologia, ma di una vera evoluzione culturale.

Teams: l’occasione per migliorare la giustizia col processo digitale

Le udienze su Teams diventeranno a pieno titolo una “normalità avanzata”: uno strumento utile e ormai stabile, capace di rendere la giustizia più moderna, rapida e accessibile. La sfida sarà bilanciare innovazione e garanzie del processo, evitando improvvisazioni e preservando la centralità del contraddittorio.

Se ben governato, il modello da remoto potrà contribuire alla costruzione di un sistema giudiziario più efficiente e vicino alle esigenze dei cittadini. Se invece sarà gestito con superficialità, rischierà di replicare online le inefficienze del passato.

Come sempre, la qualità del sistema dipenderà dalle persone: giudici, avvocati, commercialisti, CTU e tutti gli operatori che ogni giorno rendono possibile la giustizia.