La soglia anagrafica che permette di lasciare il lavoro continua a spostarsi verso l’alto in molte economie sviluppate. Secondo l’ultima edizione del Panorama delle Pensioni 2025 elaborato dall’Ocse, la tendenza riguarda in modo diretto anche il nostro Paese e si inserisce in un percorso già ben visibile negli ultimi anni.
Per i lavoratori che hanno concluso la propria vita professionale nel 2024, il momento dell’uscita dal mercato occupazionale è arrivato, in media, attorno ai 64 anni, con un leggero divario tra uomini e donne: 63,9 anni per le lavoratrici e 64,7 per i lavoratori. Dati che testimoniano un generale spostamento in avanti della pensione effettiva.
Pensione, in Italia si va verso i 70 anni
Il quadro futuro delineato per l’Italia appare ancora più impegnativo. Le proiezioni dello studio indicano infatti che l’età necessaria per ottenere la pensione tenderà ad avvicinarsi ai 70 anni (attualmente l’età per la pensione vecchiaia è a 67 anni). Un livello così elevato colloca l’Italia tra i Paesi dove la permanenza nel mondo del lavoro è destinata a essere tra le più prolungate. Tale prospettiva rappresenta un punto centrale del dibattito, poiché influenzerà profondamente sia la struttura del mercato del lavoro sia gli equilibri demografici nei prossimi decenni.
A livello internazionale, l’Ocse osserva che l’età media di accesso alla pensione continuerà ad aumentare quasi ovunque. Le previsioni indicano che, nei Paesi membri, il valore medio salirà a 65,9 anni per le donne e a 66,4 per gli uomini. Questi numeri mostrano una tendenza uniforme: la fine della carriera professionale si allontana progressivamente rispetto alle generazioni precedenti. Il motivo principale alla base di questo cambiamento risiede nell’allungamento della vita media, che impone ai sistemi previdenziali una revisione strutturale per poter rimanere sostenibili.
Il rapporto sottolinea inoltre che oltre la metà dei Paesi analizzati ha già introdotto norme che prevedono un incremento graduale dell’età della pensione nei prossimi anni. In molti casi, tali regole sono legate a meccanismi automatici che collegano la pensione alle variazioni della speranza di vita, rendendo inevitabile un continuo adattamento.
Il confronto con altri Paesei
Lo scenario internazionale mette in luce differenze significative tra gli Stati. In Colombia, ad esempio, il requisito anagrafico è molto più basso rispetto alla media: la pensione arriva a 62 anni per gli uomini e a 57 anni per le donne.
All’estremo opposto si collocano diversi Paesi del Nord Europa, come Danimarca, Estonia, Paesi Bassi e Svezia, dove i requisiti previsti dalle normative future superano la soglia dei 70 anni. L’Italia si inserisce in questo gruppo, mostrando una traiettoria che la allontana dai modelli più “giovani” e la avvicina ai Paesi che chiedono una permanenza lavorativa più lunga.
Aumento età pensione: tutta colpa della longevità
L’allungamento dell’arco di vita e l’invecchiamento della popolazione sono le variabili che più condizionano le scelte politiche in materia di pensione. Con un numero crescente di cittadini che vivono più a lungo e una riduzione della popolazione attiva, i sistemi pubblici devono trovare un equilibrio tra entrate contributive e prestazioni erogate.
Per questo motivo, molte riforme puntano ad allineare età anagrafica e durata dell’esistenza, così da distribuire nel tempo l’onere finanziario e garantire stabilità alle future generazioni.
L’impatto sociale di queste trasformazioni, però, va oltre i meri aspetti contabili. Spostare in avanti la pensione implica anche ripensare l’organizzazione del lavoro, valorizzare la formazione continua e gestire in modo più efficace l’occupazione nelle fasce di età avanzata. L’aumento della vita professionale richiede politiche attive che sostengano la permanenza lavorativa, tutelino la salute dei lavoratori maturi e favoriscano un ricambio equilibrato tra generazioni.
Il rapporto Ocse offre, dunque, un quadro chiaro: il traguardo della pensione, per le generazioni che oggi sono lontane dall’uscita, non sarà più quello di un tempo. Le trasformazioni demografiche e le esigenze di sostenibilità finanziaria stanno ridisegnando un modello destinato a incidere profondamente sulle scelte individuali e sulle strategie dei singoli Stati. L’Italia, collocandosi nella fascia più alta dell’età pensionabile, è chiamata a confrontarsi con una sfida complessa che riguarda tanto l’equilibrio del sistema previdenziale quanto la qualità del lavoro negli anni futuri.
Riassumendo
- L’età della pensione cresce in molti Paesi avanzati, Italia inclusa.
- Nel 2024 l’uscita media dal lavoro è stata intorno ai 64 anni.
- Le proiezioni indicano per l’Italia una pensione vicina ai 70 anni.
- Nei Paesi Ocse l’età media salirà ancora per uomini e donne.
- Le differenze internazionali sono ampie, dai 57 ai oltre 70 anni.
- L’aumento della pensione deriva da longevità crescente e sostenibilità previdenziale.
