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Oggi: 05 Dic, 2025

Nuova pensione opzione donna nel 2026, ecco le ultime dal Senato: ci sono ancora possibilità?

A che punto siamo con la pensione di opzione donna in vista del 2026? Arriverà la proroga o no dopo gli emendamenti?
4 giorni fa
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opzione donna rafforzata
Foto © Licenza Creative Commons

Continuano a susseguirsi proposte di emendamento alla legge di Bilancio per il 2026. E continua anche la querelle sulle pensioni, con Quota 103 e Opzione Donna – le due misure in scadenza a fine 2025 – che il governo, almeno nella bozza della manovra, avrebbe deciso di non confermare. Opzione Donna sì oppure no? E Quota 103 sì oppure no? Sono i quesiti che si pongono i contribuenti, soprattutto coloro che vedono in queste due misure l’unica possibilità concreta per lasciare il lavoro il prossimo anno.

Le ultime notizie sulle eventuali proroghe, però, non sono incoraggianti. Soprattutto per Opzione Donna: un emendamento che aveva riacceso le speranze di una conferma nel 2026 è stato respinto.

Ed era un emendamento proveniente proprio dal partito della Premier Giorgia Meloni.

Nuova pensione opzione donna nel 2026, ecco le ultime dal Senato: ci sono ancora possibilità?

Opzione Donna è cessata al 31 dicembre 2025 anche perché, negli ultimi anni, la misura si era rivelata un autentico flop in termini di richieste. Lo stesso vale per Quota 103, che con il suo calcolo integralmente contributivo ha perso progressivamente appeal.

Quando fu introdotta, Opzione Donna era una misura molto più ampia e priva di limitazioni. Poteva accedervi qualsiasi lavoratrice dipendente o autonoma, con l’unico vincolo – per le autonome – di un anno di età in più. In pratica, l’uscita era possibile a:

  • 58 anni per le dipendenti (pubbliche o private) con almeno 35 anni di contributi;
  • 59 anni per le autonome, sempre con almeno 35 anni di contributi.

In seguito la misura è stata radicalmente modificata, diventando riservata solo ad alcune categorie specifiche:

  • lavoratrici invalide al 74%;
  • caregiver conviventi da almeno 6 mesi con un familiare disabile grave ai sensi della legge 104;
  • addette di aziende con tavoli di crisi attivi o lavoratrici licenziate.

A queste categorie è richiesta un’età di 61 anni, ridotta di uno o due anni in presenza di figli (fino a un massimo di due anni di sconto). Una restrizione così forte ha portato inevitabilmente al drastico calo delle domande.

Ecco il punto della situazione al momento

Proprio a causa di queste limitazioni, l’emendamento di Fratelli d’Italia, che aveva riacceso le speranze per il 2026, non si limitava a prorogare la misura ma puntava anche a correggere le distorsioni introdotte negli ultimi anni. Tuttavia, la proposta è risultata inammissibile per mancanza di coperture: nel testo non era indicato da dove sarebbero arrivate le risorse necessarie.

Questo, però, non significa una bocciatura definitiva. Inammissibile è un termine tecnico che indica che la proposta presenta aspetti formali o contenutistici da correggere. Non è una chiusura totale, ma solo una sospensione legata alla necessità di revisioni.

Al momento sono due gli emendamenti su Opzione Donna in fase di valutazione. Oltre a quello, più ambizioso, di Fratelli d’Italia, prosegue l’esame anche di una proposta della Lega. Ma quest’ultima è più limitata nei contenuti: propone infatti una semplice proroga della misura nella sua versione attuale per un altro anno. In pratica, consentirebbe alle lavoratrici che raggiungono i requisiti entro il 31 dicembre 2025 di presentare domanda nel 2026, senza modificare la struttura della misura.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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