Quando non era ancora entrata in vigore la Riforma Fornero c’era chi andava in pensione con 20 anni di contributi a 65 anni di età o addirittura a 60 anni. E poi c’era chi indipendentemente dall’età anagrafica usciva dal lavoro con 40 anni di contributi, compresi i figurativi, o con 35 anni di versamenti e 61 anni di età, o ancora con 36 anni di versamenti e 60 anni di età. C’erano le pensioni di vecchiaia, che distinguevano tra uomini e donne, con i primi che avevano bisogno di raggiungere i 65 anni e le seconde che potevano andare a riposo a 60 o 61 anni (le lavoratrici pubbliche).
C’erano le pensioni di anzianità con i loro 40 anni di contributi e senza limiti di età. E c’era la quota 96 (somma di età e contributi anche in frazioni di anno). Oggi che c’è la legge Fornero ancora in vigore che ha portato a salire questi requisiti, i contribuenti si sentono penalizzati. Eppure c’è chi ancora nel 2026 potrà andare in pensione come se la legge Fornero fosse superata o mai entrata in vigore. Nel senso che possono uscire, più o meno alle condizioni di prima.
Pensioni 2026, la Fornero è superata, ecco chi nel 2026 lascia il lavoro
Una volta c’erano le pensioni in deroga, che di fatto consentivano di accedere alla quiescenza senza tenere conto delle novità pensionistiche introdotte dopo. C’erano misure in salvaguardia, c’era il salvacondotto e così via dicendo. Ma oggi non parliamo di misure straordinarie che nascono per contenere altre misure entrate per forza in vigore ma con un impatto molto negativo sui contribuenti.
Parliamo infatti di alcune misure che in effetti possono consentire a qualcuno di uscire più o meno come si faceva prima della Fornero.
Prendiamo ad esempio le pensioni di anzianità di una volta che la Fornero ha cancellato sostituendole con le pensioni anticipate. Dai 40 anni che erano sufficienti come età contributiva nel 2011 oggi si è arrivati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi con le donne. E con in più 3 mesi di finestra per la decorrenza del trattamento. Inoltre, con lo spettro di un ulteriore balzo in avanti di 3 mesi tra 2027 e 2028.
La quota 41 per i precoci come le vecchie pensioni di anzianità, più o meno
Anche se non esattamente con 40 anni di contributi come si andava in pensione prima dell’avvento della riforma Fornero, nel 2026 ci sarà ancora chi potrà andare a riposo senza dover necessariamente sottostare ai pesanti requisiti per le pensioni anticipate previste dalla legge Fornero. Infatti ci troviamo dinanzi alla possibilità per alcuni, di uscire dal lavoro senza limiti di età con 41 anni di contributi versati e quindi senza dover arrivare agli oltre 43 anni che per gli uomini oggi, è la carriera minima prevista per le pensioni anticipate.
Chi riesce ad andare in pensione con quota 41 può in pratica tornare ad uscire più o meno come si usciva prima del 2012. Ma non tutti possono sfruttare questa possibilità.
Perché la quota 41 per i precoci oltre ad essere limitata a chi ha almeno un anno di contributi anche in maniera discontinua, versati prima di aver compiuto 19 anni di età, riguarda solo poche categorie di contribuenti. Cioè i soliti caregivers, gli invalidi, i disoccupati e gli addetti alle mansioni gravose o usuranti.
Pensioni 2026, l’Ape sociale al posto della quota 96 e la Fornero è superata
Come detto in premessa con 35 o 36 anni di contributi versati e con 60 o 61 anni di età, fino al 2011 si usciva con la cosiddetta quota 96. Una misura che consentiva quindi un pensionamento nettamente in anticipo come età pensionabile. Ma con una carriera non certo corta fatta di 35 o 36 anni di contributi.
Con questo genere di carriera oggi possono lasciare il lavoro quanti rientrano nell’Ape sociale. Una misura attiva anche nel 2026 come recentemente ha confermato il governo nella legge di Bilancio. Anche in questo caso si tratta di una misura limitata solo a determinate categorie che sono le stesse della quota 41 per i precoci con l’esclusione degli addetti ai lavori usuranti.
Con queste due misure alternative alle regole ordinarie di pensionamento ci sono contribuenti che possono anticipare l’uscita più o meno come si faceva prima della riforma Fornero. Con l’Ape sociale però bisogna raggiungere anche 63 anni e 5 mesi di età quindi un’età più alta rispetto a quella prevista dalla quota 96.
Pensioni 2026, come se la legge Fornero non fosse mai esistita, ecco chi può farcela
Un’altra misura che consente di anticipare la pensione senza dover arrivare per forza di cose ai requisiti delle pensioni ordinarie è la pensione anticipata contributiva. Nel 2026 si potrà andare in pensione con questa misura sempre con 20 anni di contributi versati ma a 64 anni di età.
La pensione anticipata contributiva come si evince dal suo stesso nome però riguarda esclusivamente i soggetti che non hanno contributi versati in epoca retributiva. E quindi che ricadono in pieno nel sistema contributivo. Una volta raggiunti i 64 anni di età e completati 20 anni di contributi versati si può andare in pensione. Ma a condizione che la pensione arrivi ad essere pari almeno a 3 volte l’assegno sociale (con sconti per le donne in base ai figli avuti).