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Oggi: 05 Dic, 2025
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Pensioni femminili, cosa resta di Opzione Donna nel 2026? Intervista a Orietta Armiliato (CODS)

Quale destino per Opzione Donna? In questa intervista con Orietta Armiliato (Comitato Opzione Donna Social), analizziamo gli effetti della LdB 2026, gli scenari per le lavoratrici e le soluzioni per un riequilibrio strutturale.
1 settimana fa
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Il tema della pensione femminile rimane uno dei più complessi e meno risolti del sistema previdenziale italiano. Carriere discontinue, lavoro di cura non riconosciuto, part-time involontario, maternità e uscite differenziate rendono la posizione delle donne particolarmente fragile.

Negli ultimi anni Opzione Donna è stata una via di uscita (seppur molto stretta) per migliaia di lavoratrici. E mentre si lavorava nella speranza di allargare l’accesso alla misura eliminando alcuni paletti,  la bozza della legge di bilancio 2026 ha ulteriormente ristretto l’istituto. A denunciare con forza queste criticità è il Comitato Opzione Donna Social, guidato da Orietta Armiliato, da anni punto di riferimento per le rivendicazioni delle lavoratrici.

In questa intervista esclusiva, partiamo dall’impellenza innegabile e urgente oltre la consueta narrazione “proroga sì/proroga no”. Entriamo nel merito delle soluzioni possibili, delle storture del sistema e delle prospettive reali entro il 2026.

Scenario generale e impatto della legge di bilancio 2026


Presidente Armiliato, nei vostri recenti interventi avete parlato della manovra 2026 come di una “cancellazione di fatto” di Opzione Donna. Qual è oggi, secondo il CODS, il danno maggiore prodotto da questa scelta per le lavoratrici che contavano su questa via d’uscita?

Presidente Armiliato: Purtroppo vi è un pregiudizievole  “combinato disposto” nella scelta dell’Esecutivo di non includere l’istituto nel testo bozza della LdB. Ed è dato, da un lato dalla mancanza di un’alternativa di pensionamento accessibile alla platea femminile e, dall’altro, dall’aver disatteso tutte le aspettative che loro stessi avevano disinvoltamente prospettato.
Ciò ha azzerato la fiducia che, peraltro, latita da tempo, sull’attendibilità della politica con il risultato di veder allontanare pericolosamente le persone dalla urne, oltre che certificare la negazione di un orizzonte pensionistico percorribile per le lavoratrici.

Se dovesse descrivere in una frase lo “stato dell’arte” della pensione femminile in Italia oggi, quale sarebbe? E cosa ci dice questo sul rapporto tra politiche previdenziali e politiche di genere?
Presidente Armiliato: stato dell’arte : pessimo, degenerato e preoccupante.
Politiche previdenziali e di genere: inesistenti

Funzionamento della misura e criticità operative

Opzione Donna comporta l’accettazione di un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. A suo avviso quanto pesa realmente questa penalizzazione sulla decisione delle donne? È un ostacolo accettabile, o lo ritiene una distorsione del sistema?

Presidente Armiliato: In realtà in qualche modo fa parte di una stortura del sistema pensionistico poiché il nostro ordinamento prevede, a partire dal 1996 e per tutte le tipologie pensionistiche, l’applicazione del sistema contributivo e quindi, calcolatrice alla mano, si tratta di anticiparne di qualche anno l’applicazione, fermo restando che l’appeal dato da questa  misura é proprio quello di poter SCEGLIERE di accedere al collocamento a riposo ad un’età accettabile, considerato che le Donne svolgono almeno un doppio, se non triplo o più  spesso quadruplo lavoro gratuito, oltre a quello contrattualizzato con un qualche datore di lavoro e dunque remunerato…spesso poco ma remunerato.
Le deroghe per caregiver, lavoratrici licenziate e addette a mansioni gravose restano un elemento importante, ma spesso poco applicato. Quali sono i principali problemi concreti che le donne incontrano quando provano ad accedere alla misura attraverso questi canali?
Presidente Armiliato: Le incongruenze intrinseche nella misura: riconoscimento di pochissime tipologie di lavoro gravoso, la condizione abitativa con le persone delle quali si fanno carico, discrimine fra licenziate e riconoscimenti di stati di invaliditá che sono riferibili a pochissime tipologie di handicap.

Carriere discontinue, lavoro di cura e “asimmetrie strutturali”

Molte donne vivono una carriera frammentata: maternità, part-time, periodi di cura familiare. Quali correttivi normativi ritiene più urgenti per colmare queste disparità in sede previdenziale?
Presidente Armiliato: Si parla da anni di questa che é davvero un’importante questione che è stata peraltro inserita, anche a seguito della pressione esercitata dal Comitato Opzione Donna Social(CODS) del quale sono fondatrice, nella piattaforma unitaria Sindacale ma che resta inascoltata, poiché scomoda ed onerosa. Il lavoro di cura domestico ordinario, ossia quel welfare informale che le Donne da sempre si sobbarcano, non viene né riconosciuto né valorizzato: rimane erogato, spesso h 24, a beneficio del sistema ma a detrimento della salute sia fisica sia economica delle Donne lavoratrici.
Basterebbe, così come spesso viene tenuto in considerazione lo stato di madre (altro terribile discrimine cui le donne sono assoggettate) riconoscere requisiti minori di quelli ordinari e vigenti, siano essi  anagrafici e/o contributivi da normare per tutta la platea delle lavoratrici.

Soluzioni e alternative per il 2026 e gli anni successivi

Se la proroga di Opzione Donna nella sua forma originale non venisse ripristinata, quali strumenti alternativi potrebbero garantire un’uscita anticipata sostenibile per le lavoratrici nei prossimi anni?
Presidente Armiliato: Occorre, banalmente, scrivere una riforma pensionistica, che sta diventando sempre più urgente e necessaria. Una riforma strutturale che contempli tutti gli aspetti che la contemporaneità rileva come, ad esempio, l’inserimento di criteri di flessibilità e che, partendo dalla contrattazione, passando dalla cancellazione di tutti gli aspetti  generati dalle differenze sistematiche tra uomini e donne, arrivi a generare una Legge che sia per tutti equa e stabile, cosicché i lavoratori possano programmare con certezza e serenità la propria vecchiaia.

Mobilitazione, politica e prospettive reali

Il CODS ha annunciato iniziative, emendamenti e mobilitazione per ottenere modifiche alla norma. In che modo le lavoratrici (e i lavoratori in genere) possono fare la loro parte?

Presidente Armiliato: La parola d’ordine é solo una:  PARTECIPAZIONE. Solo rendendosi parte attiva con le civili modalità che abbiamo a disposizioni per farlo e che sono accessibili a tutti.
Esistono Enti dei quali neppure conosciamo l’esistenza, che operano all’interno dei Ministeri ed ai quali ognuno di noi, collettivamente o singolarmente, può presentare interpelli e mozioni. Bisogna recarsi alle urne quando chiamati ad esprimerci, occorre ricostruire con modalità più dinamiche i rapporti con le organizzazioni sindacali, e dovrebbe diventare consuetudine muovendo istanze presso i Parlamentari che, lo dimentichiamo troppo spesso, sono al NOSTRO servizio e non a quello del Potere del momento. Adoperando gli strumenti social, ottimi veicoli, quando utilizzati costruttivamente ma, soprattutto, cercando di essere critici ed oggettivi, rispetto a tutto ciò che ci viene veicolato.
Per quanto riguarda il CODS, ad esempio, stiamo percorrendo la via politico-sociale, facendoci assistere dal team degli avvocati dell’associazione Class Action Italia, tramite un’azione collettiva. Miriamo alla rimozione della discriminazione indiretta collettiva, generatasi con la riformulazione dell’istituto dell’opzione donna, avvenuta con la LdB 2023.
Guardando al calendario legislativo e amministrativo, quali saranno le “date chiave” da seguire tra la fine del 2025 e il 2026 per capire se qualcosa potrà cambiare?

Presidente Armiliato: Nell’immediato bisogna prestare attenzione al testo che, emendato tramite l’ammissione delle modifiche richieste ed approvate dalla Commissione Bilancio, approderà in Aula al Senato in prima lettura e sará licenziato presumibilmente  attorno alla metá di Dicembre dopodiché, seguendo il passaggio alla Camera che ovviamente obbligato, non sará certo più emendabile.

Messaggio conclusivo alle lettrici di InvestireOggi

In chiusura: qual è il messaggio che vuole inviare oggi alle lavoratrici italiane, soprattutto a chi teme di essere stata dimenticata o penalizzata dalle ultime decisioni del governo?

Presidente Armiliato: Di non lasciarsi mai sopraffare da niente e da nessuno a cominciare da chi tenta di calpestare i nostri diritti, siano essi organi legislativi, politici o gente comune. Il miglior argomento che abbiamo é quello di essere consapevoli appieno che le Donne sono atavicamente in credito e che, sostenendo questo concetto con onestà e dignità il nostro credito, siamo certe, lo incassaremo.

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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