Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Ape sociale verso il 30 novembre: una finestra diversa dalle altre per anticipare la pensione

La scadenza del 30 novembre segna l’ultima possibilità per accedere all’ape sociale, con domande tardive valutate solo se restano fondi
1 settimana fa
4 minuti di lettura
ape sociale
Foto © Licenza Creative Commons

La fase finale dell’anno segna anche la chiusura dell’ultima opportunità per accedere all’ape sociale nel 2025. Il termine di presentazione delle domande è fissato al 30 novembre, una scadenza che si colloca oltre le finestre ordinarie previste in primavera ed estate. Le richieste inoltrate in quest’ultimo periodo vengono considerate tardive e saranno valutate solo se, una volta esaminate le domande arrivate nei mesi passati, risulteranno ancora risorse disponibili. L’accesso, dunque, non è garantito.

L’ape sociale rappresenta una misura di sostegno destinata a chi, pur non avendo ancora raggiunto l’età pensionabile, vive situazioni di particolare fragilità personale o lavorativa.

È un’indennità economica che accompagna fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia e che, negli anni, ha permesso a molte persone di lasciare il lavoro prima del previsto.

Cos’è l’ape sociale e come funziona

Si tratta di un assegno mensile il cui importo corrisponde alla pensione teoricamente spettante al momento della domanda. L’ammontare, tuttavia, non può superare 1.500 euro lordi al mese, erogati per dodici mensilità. Durante il periodo di percezione non è possibile cumulare l’indennità con strumenti di sostegno al reddito legati alla disoccupazione, mentre resta in vigore fino al compimento dell’età necessaria per la pensione di vecchiaia.

Questa formula consente a lavoratori in difficoltà di avere un supporto economico in una fase ancora lontana dal pensionamento ordinario, senza trasformarsi però in un trattamento previdenziale definitivo.

Ricordiamo che la manovra di bilancio 2026 ha già previsto la proroga di Ape sociale anche per il prossimo anno confermandone l’impianto del 2025.

A chi è rivolta: i requisiti per accedere

Per ottenere l’ape sociale è necessario aver compiuto 63 anni e 5 mesi e rientrare in una delle categorie previste dalla normativa, oltre a rispettare specifici requisiti contributivi.

Lavoratori disoccupati

Possono accedervi coloro che vantano almeno 30 anni di contributi e si trovano senza lavoro a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o scadenza di un contratto a termine. È inoltre necessario aver lavorato per almeno 18 mesi negli ultimi tre anni e aver terminato la fruizione dell’indennità di disoccupazione.

Caregiver familiari

Hanno diritto all’ape sociale le persone che assistono da almeno sei mesi un familiare convivente con un handicap grave, purché abbiano maturato almeno 30 anni di contributi. Il beneficio spetta anche a chi assiste un parente di secondo grado, qualora i genitori o il coniuge di quest’ultimo non possano occuparsi dell’assistenza.

Invalidi civili

Rientrano tra i destinatari anche coloro che presentano una invalidità civile pari o superiore al 74%, con almeno 30 anni di contributi versati.

Addetti a lavori gravosi

In questo caso la soglia contributiva sale a 36 anni, ridotti a 32 per specifiche categorie come edili, ceramisti o conduttori di impianti per la lavorazione della ceramica e della terracotta. È necessario aver svolto mansioni considerate gravose per almeno sette degli ultimi dieci anni, oppure sei degli ultimi sette.

La normativa ha introdotto inoltre un vantaggio per le donne: la soglia contributiva richiesta può essere ridotta di un anno per ciascun figlio, fino a un massimo di due anni.

Quali sono i lavori considerati gravosi di Ape sociale

L’elenco delle professioni considerate usuranti è ampio e include settori con forte impegno fisico o condizioni operative difficili. Tra le mansioni rientrano:

  • docenti di scuola primaria e dell’infanzia;
  • tecnici della salute;
  • addetti ai magazzini;
  • operatori nei servizi sanitari e sociali;
  • lavoratori della cura estetica;
  • artigiani, agricoltori e operai specializzati;
  • conduttori di impianti per l’estrazione e il trattamento dei minerali;
  • operatori di macchinari per la trasformazione dei metalli, del vetro, del legno o della carta;
  • addetti alla raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi;
  • lavoratori in impianti per la produzione di energia, trattamento rifiuti o distribuzione acqua;
  • operai addetti alla lavorazione termica dei minerali o alla produzione alimentare;
  • conducenti di mezzi pesanti e macchinari mobili;
  • personale addetto alla movimentazione e consegna delle merci;
  • addetti alle pulizie in diversi contesti;
  • portantini e figure assimilate;
  • lavoratori non qualificati nei settori agricolo, minerario, della pesca e dell’edilizia.

La classificazione è molto dettagliata perché si basa sull’obiettivo di tutelare figure esposte a sforzi elevati o a condizioni lavorative pesanti, spesso per un periodo prolungato.

Durata del beneficio e regole di cumulabilità

La durata dell’ape sociale è legata esclusivamente al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, fissata attualmente a 67 anni. Gli adeguamenti alla speranza di vita porteranno un incremento di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028.

Ai fini del calcolo dei contributi necessari, è possibile sommare i periodi maturati nelle diverse gestioni dell’Inps, con l’unica eccezione delle casse professionali.

Sul fronte della cumulabilità con redditi da lavoro, la normativa è molto restrittiva: l’indennità non è compatibile con redditi da lavoro dipendente o autonomo. L’unica eccezione riguarda le prestazioni di lavoro autonomo occasionale, entro un limite massimo di 5.000 euro lordi all’anno. Se questa soglia viene superata, o se il beneficiario riprende un’attività lavorativa diversa, deve comunicarlo all’istituto previdenziale entro cinque giorni.

La domanda per Ape sociale

Entro il 31 dicembre 2025 chi rientra, o potrebbe rientrare, nelle condizioni previste per l’ape sociale deve inviare una richiesta preliminare per il riconoscimento del diritto.

Le scadenze fissate per questo passaggio sono il 31 marzo 2025, il 15 luglio 2025 e, come ultimo termine utile, il 30 novembre 2025.

Chi possiede già tutti i requisiti richiesti, compresa la cessazione del lavoro, ha comunque la possibilità di inoltrare direttamente la domanda di accesso alla prestazione, anche mentre è in corso la verifica della prima istanza, così da non perdere eventuali mensilità spettanti.

Le richieste – sia quelle legate alla verifica delle condizioni sia quelle per ottenere il beneficio – devono essere presentate online alle sedi territoriali dell’INPS tramite i canali digitali ufficiali. La valutazione delle domande avviene secondo un protocollo condiviso tra Ministero del Lavoro, INPS, INAIL, ANPAL e INL, che disciplina lo scambio di dati e i controlli su quanto dichiarato dall’interessato e dal datore di lavoro.

Riassumendo

  • Ultima finestra ape sociale al 30 novembre, domande tardive valutate secondo disponibilità fondi.
  • Indennità fino alla pensione di vecchiaia, massimo 1.500 euro mensili non cumulabili.
  • Accesso per disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a lavori gravosi con requisiti contributivi specifici.
  • Età richiesta 63 anni e 5 mesi, con riduzioni contributive per le donne.
  • Domande telematiche INPS e protocollo condiviso tra enti per controlli e scambio dati.
  • Richiesta di riconoscimento entro marzo, luglio o novembre 2025 per accesso al beneficio.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

BTp Matusalemme 2067
Articolo precedente

Il primo BTp Matusa con scadenza 2067, malgrado tutto, resta un buon investimento

imu abitazione
Articolo seguente

Doppia casa, zero IMU: quando marito e moglie non pagano sull’abitazione principale