Un recente intervento dell’INPS ha fornito un tassello importante per la corretta applicazione della Prestazione Universale per la disabilità destinata agli ultraottantenni, più conosciuta come bonus anziani.
Con il messaggio n. 3514 del 21 novembre 2025, l’Istituto ha affrontato una questione pratica che riguarda molte famiglie: il contratto del lavoratore domestico che assiste una persona non autosufficiente può essere firmato anche da qualcuno che non sia direttamente il beneficiario del contributo economico.
Questo chiarimento risulta decisivo per tutti quei nuclei in cui l’anziano non è in grado, per ragioni di salute o di capacità, di seguire personalmente le procedure burocratiche legate all’assunzione di un assistente domestico.
L’obiettivo del bonus anziani: concentrare gli aiuti su chi ha più bisogno
Il bonus anziani è stato introdotto dal decreto legislativo 29/2024 e rappresenta uno strumento pensato per sostenere chi ha superato gli 80 anni ed è colpito da gravissime limitazioni dell’autonomia personale. La misura nasce per fornire un supporto aggiuntivo rispetto alla tradizionale indennità di accompagnamento, concentrando risorse su condizioni particolarmente delicate sia dal punto di vista sanitario sia sul piano economico.
Per accedere al beneficio occorrono tre requisiti essenziali:
- età pari o superiore a 80 anni;
- indicatore ISEE non oltre 6.000 euro annui;
- titolarità dell’indennità di accompagnamento.
Il beneficio, quindi, non è generalizzato, ma si rivolge alle persone più vulnerabili, spesso bisognose di assistenza continuativa e con limitate possibilità economiche.
Le due componenti della prestazione: parte fissa e parte integrativa
Il bonus anziani è composto da due elementi distinti:
- quota fissa – ricalca l’importo previsto dalla legge che disciplina l’indennità di accompagnamento e segue tutte le regole già in vigore per questa prestazione.
Rappresenta la base del sostegno economico.
- quota integrativa – definita come assegno di assistenza, ammonta a 850 euro al mese, nei limiti dei fondi disponibili. Questa parte aggiuntiva ha una funzione precisa: contribuire a coprire le spese del lavoro di cura, sia attraverso l’assunzione regolare di un lavoratore domestico, sia tramite servizi qualificati erogati da imprese attive nell’ambito socio-assistenziale.
La finalità è duplice: garantire un aiuto economico concreto per le esigenze quotidiane e, allo stesso tempo, favorire rapporti di lavoro trasparenti e tracciati nel settore dell’assistenza.
Come può essere utilizzata la quota integrativa del bonus anziani
L’assegno di assistenza del bonus anziani, dunque, può essere destinato a due tipi di spesa:
- retribuzione di lavoratori domestici che svolgono mansioni di cura alla persona, assunti con un contratto conforme ai contratti collettivi nazionali del settore;
- acquisto di servizi non residenziali forniti da operatori qualificati, nel rispetto della programmazione territoriale.
In entrambi i casi il contributo deve sostenere attività che abbiano come unico centro l’assistenza alla persona che beneficia del bonus anziani. Ricordiamo che l’INPS di recente ha anche chiarito come riscuotere i ratei maturati e non riscossi del bonus anziani.
Regolarità del rapporto di lavoro: cosa deve essere documentato
Per verificare che il contributo venga utilizzato nel rispetto delle norme, l’INPS adotta controlli specifici.
Come indicato già nel messaggio n. 949 del 18 marzo 2025:
- la regolarità contrattuale viene verificata tramite gli archivi interni dell’Istituto, dove risultano l’apertura del rapporto e i versamenti contributivi;
- entro il 10° giorno del mese successivo al trimestre, devono essere inviate le buste paga quietanzate (10 aprile, 10 luglio, 10 ottobre e 10 gennaio).
Oltre a questi adempimenti, l’INPS può effettuare ulteriori verifiche amministrative per accertare che contratto e modalità di lavoro siano coerenti con il tipo di assistenza finanziata dal bonus.
Il chiarimento INPS sul bonus anziani: contratto assistenza anche intestato al familiare
La novità principale introdotta con il messaggio del 21 novembre 2025 riguarda la possibilità che il contratto di lavoro dell’assistente non sia firmato direttamente dalla persona che riceve il bonus anziani.
La prestazione integrativa del bonus anziani, infatti, può essere riconosciuta anche se il contratto di lavoro o di fornitura del servizio di assistenza è intestato a:
- un familiare che vive con il beneficiario;
- un affine;
- un amministratore di sostegno;
- un curatore o un tutore.
Perché questa possibilità sia valida, devono però essere rispettate alcune condizioni fondamentali:
Il rapporto di lavoro deve essere chiaramente finalizzato all’assistenza del beneficiario.
Nel contratto e nelle buste paga deve risultare che: il luogo di lavoro coincide con il domicilio dell’anziano assistito; le mansioni riguardano esclusivamente l’assistenza alla persona che percepisce la prestazione.
Riassumendo
- Nell’ambito del bonus anziani, l’INPS chiarisce che il contratto di assistenza può essere intestato a terzi.
- Il bonus anziani sostiene over 80 non autosufficienti con ISEE molto basso.
- La prestazione comprende quota fissa e quota integrativa fino a 850 euro.
- L’assegno copre lavoratori domestici o servizi socio-assistenziali qualificati.
- Necessaria documentazione trimestrale e verifica INPS sulla regolarità del rapporto.
- Contratto valido se destinato all’assistenza e svolto presso il domicilio del beneficiario.