Il testo della manovra di bilancio 2026 licenziato dal governo il 17 ottobre 2025 contiene una novità anche per il c.d. regime forfettario delle partite IVA.
Parliamo di quel regime di favore riservato alle partite IVA che rispettano specifici requisiti (comma 54 Legge n. 190/2014 e successive modificazioni). E non rientrano in nessuna delle cause di esclusione (di cui al comma 57 della Legge n. 190/2014 e successive modificazioni).
Le semplificazioni fiscali per il forfettario
Operare nel regime forfettario significa godere di una serie di semplificazioni fiscali. Nelle fatture emesse non si applica IVA e ritenuta d’acconto. Non c’è obbligo di dichiarazione IVA, di liquidazioni periodiche, di dichiarazione IRAP.
Non si applicano gli ISA. Resta dovuta l’emissione di fatture e corrispettivi, oltre che la dichiarazione reddituale.
Chi è nel forfettario non paga IRPEF, addizionali e IRAP. Ma paga un’imposta sostitutiva con aliquota del 15%. Se rispettati alcuni requisiti l’imposta sostitutiva del regime forfettario scende al 5% per i primi 5 anni di attività.
Regime forfettario: la compatibilità con il lavoro dipendente
Dopo la breve panoramica sul regime, soffermandoci sulle cause di esclusione di cui al menzionato comma 57, rientra quella secondo cui non può essere forfettario chi nell’anno precedente abbia percepito un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 euro. Quindi, ad esempio, nell’anno d’imposta 2024 non poteva essere forfettario chi nel 2023 avesse percepito un reddito da lavoro dipendente superiore a detta cifra.
Successivamente, il legislatore è intervenuto, solo con riferimento al regime forfettario applicabile nel 2025, innalzando detto limite a 35.000 euro. Quindi, nel 2025 poteva essere forfettario chi nel 2024 avesse percepito anche un reddito superiore a 30.000 euro ma non a 35.000 euro.
La conferma nella manovra di bilancio 2026
Ora il testo della manovra di bilancio 2026 varata dal Consiglio dei Ministri il 17 ottobre 2025, prevede una disposizione normativa che conferma anche per il regime forfettario del 2026 il limite di reddito da lavoro dipendente di cui sopra. Questo significa che nell’anno d’imposta 2026 potrà essere forfettario chi nel 2024 non 2025 non ha superato i 35.000 euro (invece che 30.000 euro) di reddito da lavoro dipendente.
Ad ogni modo non possiamo ancora dare per definitiva la misura. Ciò in quanto la manovra ora dovrà approdare in Parlamento per la discussione. In questa sede potrebbero arrivare modifiche/integrazioni, prima dell’approvazione definitiva e prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Pertanto, per l’operatività della disposizione discussa in questa sede occorrerà ancora aspettare. Laddove non dovesse trovare conferma, per il forfettario 2026 la causa di esclusione in commento ritornerebbe agli ordinari 30.000 euro.
Le implicazioni per i titolari di partita IVA in regime forfettario
La conferma del tetto a 35.000 euro rappresenterebbe un segnale positivo per chi lavora in proprio o intende avviare una nuova attività. Il regime forfettario resta, anche per il 2026, una delle formule fiscali più vantaggiose in Italia grazie alla semplicità di gestione e alla tassazione contenuta.
Oltre al vantaggio fiscale, la stabilità delle regole consentirebbe una pianificazione economica più chiara, elemento essenziale per chi opera in autonomia.
Tuttavia, è importante ricordare che il mantenimento dei requisiti deve essere costantemente verificato: superare i limiti o incorrere in una delle cause di esclusione comporta la fuoriuscita dal regime agevolato e l’obbligo di passare al regime ordinario, con tutte le relative conseguenze fiscali e contabili.
Riassumendo
- La manovra 2026 conferma novità per il regime forfettario delle partite IVA.
- Il regime forfettario semplifica tasse e adempimenti per autonomi e piccoli imprenditori.
- Prevede un’imposta sostitutiva unica del 15%, ridotta al 5% per nuovi avviati.
- Restano esclusi i contribuenti con reddito da lavoro dipendente oltre 35.000 euro.
- Il limite dei 35.000 euro resterebbe confermato anche per il regime forfettario del 2026.
- La misura attende l’approvazione definitiva del Parlamento e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.