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Oggi: 05 Dic, 2025

I debiti si pagano in 9 anni con sconti, oppure in 10 con interessi, novità cartelle esattoriali

Ecco come fare a saldare i debiti con il concessionario alla riscossione con la nuova rottamazione delle cartelle e le rate ordinarie.
2 mesi fa
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come pagare rottamazione cartelle
Foto © Pixabay

Le cartelle esattoriali continuano a rappresentare un tema di grande interesse per milioni di persone.
Si tratta infatti di debiti contratti con lo Stato, una materia delicata e da non sottovalutare. Chi riceve cartelle esattoriali rischia conseguenze pesanti: pignoramento di stipendio, conto corrente o pensione, fermi amministrativi sui veicoli, confisca di beni e persino ipoteche su case o immobili.
Ecco perché è fondamentale conoscere le soluzioni per evitare tutto questo, soprattutto quelle alternative al pagamento immediato. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione consente già oggi forme di rientro agevolato attraverso le rateazioni ordinarie, ma dal 2026 si aggiungerà una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali.

“Buongiorno, sono un contribuente gravemente indebitato con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e volevo chiedervi come devo fare adesso. In virtù della nuova rottamazione delle cartelle, ho notato che ne ho diverse, per un totale di circa 10.000 euro, antecedenti al 2024. Ma ne ho anche di più recenti, arrivate dopo il 1° gennaio 2024. Visto che la nuova rottamazione delle cartelle dovrebbe riguardare i debiti fino al 31 dicembre 2023, posso chiedere contemporaneamente anche la rateizzazione ordinaria per le altre?”

I debiti si pagano in 9 anni con sconti, oppure in 10 con interessi: le novità sulle cartelle esattoriali

Il 2026 porterà con sé la nuova rottamazione delle cartelle, denominata rottamazione quinquies, una misura che sarà più selettiva rispetto alle precedenti.
È infatti previsto un importo minimo della rata, che impedirà a chi ha debiti di entità ridotta di accedere ai piani di rateizzazione più lunghi.
Questa nuova sanatoria si affiancherà alla rateizzazione ordinaria, pur restando due strumenti distinti. Tuttavia, la quinquies si avvicina per certi aspetti alla rateizzazione tradizionale, come vedremo.

La nuova rottamazione cambia marcia rispetto alla precedente:

  • diventa più simile alla rateizzazione ordinaria;
  • prevede un piano di dilazione più lungo e mensile al posto del precedente piano trimestrale;
  • stabilisce che la decadenza dal beneficio scatterà dopo otto rate (anche non consecutive) saltate, e non più alla prima rata mancata come nella rottamazione quater.

La misura si applicherà a tutti i debiti passati a ruolo fino al 31 dicembre 2023.
Per i debiti successivi a tale data, invece, non sarà possibile accedere alla rottamazione.

La rottamazione quinquies, grande novità della manovra di Bilancio del governo Meloni, prevede la restituzione in 108 rate mensili, equivalenti a 9 anni di pagamento.
La rateizzazione ordinaria, invece, potrà arrivare fino a 120 rate (10 anni), ma solo dimostrando comprovate difficoltà economiche e patrimoniali.

Quando si possono usare contemporaneamente rottamazione e rateizzazione cartelle

Le differenze tra rottamazione e rateizzazione ordinaria restano sostanziali.
Con la rottamazione, infatti, il debito viene scontato da sanzioni, interessi e diritti di riscossione, mentre con la rateizzazione gli importi restano pieni e vengono aumentati dagli interessi di dilazione.

Tuttavia, per molti contribuenti può risultare vantaggioso utilizzare entrambe le misure insieme:

  • la rottamazione quinquies per i debiti fino al 31 dicembre 2023;
  • la rateizzazione ordinaria per le cartelle più recenti.

In questo modo è possibile chiudere completamente la propria posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, sfruttando piani di pagamento sostenibili, con rate minime da 50 euro al mese.

In definitiva, il lettore dell’esempio riportato può utilizzare entrambe le soluzioni per definire la sua posizione: rottamare le cartelle più vecchie e rateizzare le più nuove.

Attenzione ai debiti non ancora affidati alla riscossione

È importante, però, distinguere tra debiti già affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e crediti ancora in mano agli enti originari (come Comuni, INPS o Regioni).
Nel secondo caso, tali debiti non rientrano né nella rottamazione né nella rateizzazione, finché non vengono iscritti a ruolo.

Di conseguenza, la posizione del contribuente potrà considerarsi definitivamente chiusa solo per i carichi già presenti nell’estratto di ruolo al momento della presentazione delle istanze — cioè della domanda di definizione agevolata (rottamazione) e di quella di rateizzazione ordinaria.

In sintesi, il 2026 porterà nuove opportunità per regolarizzare i debiti fiscali, ma anche la necessità di attenzione e chiarezza: capire quali cartelle possono essere rottamate e quali rateizzate sarà determinante per evitare errori e sanzioni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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