Non c’è stata alcuna sorpresa dai risultati alle elezioni regionali in Toscana. Il governatore Eugenio Giani ha ottenuto il secondo mandato con ampio margine sull’avversario di centro-destra Alessandro Tomasi. E’ finita 54% a 41%. Molto bene la terza incomoda, la candidata di Rifondazione Comunista: Antonella Bundu ha conquistato il 5,2% dei consensi. Sulla vittoria del centro-sinistra o campo largo che dir si voglia, non esistevano dubbi. Più attesi erano i dati delle singole liste all’interno delle due principali coalizioni.
PD respira sui risultati in Toscana
Non possiamo non citare il pessimo dato dell’affluenza, fermatasi al 47,7% contro il 62,6% di cinque anni fa, quando si votava anche per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
Un crollo del 15%, che rimarca una costante di tutte le regioni al voto in questa lunga maratona: un elettore su due se ne sta a casa. E questo fa male alla democrazia, indipendentemente da chi vinca.
I risultati in Toscana offrono un Partito Democratico in spolvero con il 34,4%, nettamente prima lista. Per la segretaria Elly Schlein una boccata di ossigeno dopo il fallito assalto alle Marche e il dato disastroso in Calabria della coalizione. Anche perché Giani non è uomo del PD, bensì di Matteo Renzi. Fino a poche settimane fa il Nazareno voleva candidare qualcun altro, così da evitare di consegnare la vittoria ai centristi renziani. Questi hanno ottenuto un ottimo risultato con l’8,9% della lista a sostegno del governatore.
Movimento 5 Stelle in caduta libera
Si era detto che una vittoria larga di Giani avrebbe paradossalmente danneggiato il PD, in quanto attribuibile proprio all’alleato scomodo. Tuttavia, l’alta percentuale di consensi per i dem riequilibra le cose all’interno della composita coalizione. Per Schlein i risultati in Toscana possono considerarsi positivi. Diverso il discorso per il Movimento 5 Stelle, che sprofonda al 4,3%. E questo pessimo dato arriva dopo quelli altrettanto negativi ottenuti nelle Marche (5,15%) e in Calabria (6,4%). Addirittura, in quest’ultima il candidato a governatore era un uomo di Giuseppe Conte, l’ex presidente dell’INPS, Pasquale Tridico.
Pur sommando il 7,6% della lista del governatore, l’M5S ha conquistato meno voti della tornata scorsa. I risultati in Toscana arrivano dopo che la votazione online aveva visto l’appoggio tiepido a Giani da appena metà degli iscritti. Il campo largo è una dannazione per Conte, che ora teme un risultato altrettanto deludente persino in Campania con Roberto Fico candidato. E questo farà crescere la riluttanza nel PD della componente riformista, che già sostiene che l’alleanza con i contiani non porti bene alla coalizione.
Male Lega di Vannacci, benissimo Fratelli d’Italia
Andiamo nel campo avverso. Tomasi non ce l’ha fatta. Il sindaco di Pistoia si è fermato al 41%. La soglia minima per potersi dire soddisfatti in una regione storicamente molto “rossa” era del 40%. Obiettivo raggiunto. Può cantare vittoria, in termini di voti alla lista, Fratelli d’Italia. Ottiene un ottimo 26,8% e stacca di gran lunga gli alleati.
Al secondo posto si colloca, infatti, Forza Italia con il 6,2%. Il partito di Antonio Tajani esce rafforzato da queste prime tre regioni al voto. Malissimo la Lega di Matteo Salvini: appena il 4,4%.
E proprio sui risultati in Toscana si guardava al Carroccio per valutare il peso del generale Roberto Vannacci. Questa è la sua regione. Non solo non ha portato alcun valore aggiunto alla sua lista, ma i consensi sono colati a picco. E questa può essere letta come una paradossale buona notizia per Salvini, che potrà guardarsi meno le spalle dal militare e suo vicesegretario. La notizia è ancora più rassicurante per la premier Giorgia Meloni. Un eventuale exploit della Lega “vannaccizzata” avrebbe acceso la spia circa l’esistenza di un elettorato di destra all’infuori di Fratelli d’Italia. Invece, il rapporto tra le due liste è stato di 6 a 1.
Sui risultati in Toscana sorridono Schlein e Meloni
In conclusione, i risultati in Toscana non spostano gli equilibri tra le due coalizioni. Ha vinto chi doveva vincere. Li sposta all’interno di esse. Si rafforzano il PD da una parte e Fratelli d’Italia e Forza Italia dall’altra, guardando al complesso delle tre prime regioni al voto. Escono ammaccati Lega e Movimento 5 Stelle. Quali possibili conseguenze immediate? La prima vede diminuire il suo peso negoziale in queste settimane sulla legge di Bilancio e in favore degli alleati. Il secondo inciderà meno su toni e cavalli di battaglia dell’opposizione. Le posizioni pro-Pal dure e pure con conseguente rincorsa verso Francesca Albanese non hanno giovato minimamente. Piazze piene, urne vuote.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


