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Oggi: 05 Dic, 2025

Taglio IRPEF, l’ipotesi del doppio tetto a 200.000 euro per ridurre i costi

Il governo lavorerebbe alla fissazione di un doppio tetto per il taglio dell'IRPEF in favore del secondo scaglione dei redditi.
2 mesi fa
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Doppio tetto per il taglio IRPEF?
Doppio tetto per il taglio IRPEF? © Licenza Creative Commons

Un lavoro di raffinazione delle misure allo studio del governo attende anche la maggioranza in Parlamento, in vista della presentazione della legge di Bilancio. Una delle poche apparenti certezze riguarda il taglio delle tasse sui redditi delle persone fisiche. Ci sarà e riguarderà il secondo scaglione di reddito compreso tra 28.000 e 50.000 euro lordi all’anno. L’aliquota del 35% scenderà al 33%. I risparmi arriverebbero a 440 euro per chi guadagna dai 50.000 euro insù. Forza Italia non molla e punta ad estendere lo scaglione fino a 60.000 euro, portando il beneficio massimo a 1.440 euro per coloro che dichiarano questa cifra o una più alta.

Detrazioni fiscali, ecco il precedente

Poiché le risorse disponibili sono scarse, il taglio dell’IRPEF passerebbe per l’introduzione di un doppio tetto. Torna in auge l’ipotesi della sterilizzazione del beneficio per i redditi più alti. E qui si ripeterebbe l’escamotage trovato con il precedente taglio, che ha riguardato i redditi tra 15.000 e 28.000 euro. L’allora secondo scaglione fu assorbito nel primo con l’aliquota ad essere scesa dal 25% al 23%. I contribuenti risparmiarono fino a un massimo di 260 euro all’anno.

Tuttavia, il governo trovò una soluzione per lesinare le risorse: sterilizzazione sopra i 50.000 euro. Sopra quell’importo dichiarato i contribuenti si sono visti ridurre le detrazioni fiscali proprio di 260 euro forfetari. In questo modo, il beneficio è rimasto integro in favore dei redditi fino a 50.000 euro, mentre al di sopra di tale soglia è venuto meno, parzialmente o totalmente, per coloro che presentano spese detraibili.

Voci di sterilizzazione da 200.000 euro

A differenza della volta scorsa, il doppio tetto per l’IRPEF partirebbe da una soglia molto più alta. Le indiscrezioni che arrivano dalla maggioranza parlano di 200.000 euro. Da questo importo in avanti le detrazioni verrebbero decurtate di un altro importo forfetario di 440 euro (o 1.440 euro nel caso in cui il taglio fosse esteso ai redditi fino a 60.000 euro). Non è dato ancora sapere, però, se ci sarà un décalage, tramite una sterilizzazione graduale del beneficio. Né se questa sarebbe totale o per una cifra inferiore al risparmio d’imposta conseguito sul secondo scaglione.

Il doppio tetto per il taglio IRPEF servirà, come detto, a limitare le risorse necessarie a finanziare la misura. D’altra parte, crea un sistema fiscale distorto, in cui le aliquote effettive si sovrappongono a quelle ufficiali e disincentivano alla produzione di reddito sopra soglie che all’estero verrebbero considerate risibili. Un fisco punitivo verso i contribuenti onesti, cioè coloro che dichiarano cifre anche elevate e che perciò stesso rischiano di restare esclusi da tutti i benefici legati al welfare, nonché da quelli propriamente fiscali garantiti dalla riduzione dell’imposta.

Doppio tetto per taglio IRPEF insieme a tredicesima detassata?

Non ci sono certezze finora riguardo alla detassazione delle tredicesime, una misura che riguarderebbe 19,5 milioni di lavoratori dipendenti e 16,2 milioni di pensionati. Il gettito IRPEF su di esse sfiorò i 15 miliardi nel 2024. Circolano varie ipotesi, tra cui quella di fissare un’aliquota per tutti al 10%. In questo modo, verrebbero favoriti particolarmente i redditi medio-alti, quelli con aliquote marginali del 35% e del 43%. La misura potenzierebbe il beneficio apportato dal taglio dell’IRPEF per il secondo scaglione, pur limitato dal doppio tetto.

Da qui all’approvazione della legge di Bilancio 2026 ne sentiremo tante. Solamente il testo finale ci consentirà di ragionare a bocce ferme. In pratica, sotto Natale.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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