Tra le forme di pensione anticipata, una strada percorribile resta quella di opzione donna. Una forma che negli anni ha subito un’evoluzione nei requisiti. Opzione donna è in vigore fino al 31 dicembre 2025. Questo significa che nella legge di bilancio 2026 il governo sarà chiamato a decidere se prorogarla o meno.
Intanto, in redazione è giunto un quesito.
Salve, sono un’insegnante che nel 2022 aveva maturato i requisiti per opzione donna ma ho deciso di continuare a lavorare. Vorrei andarmene in pensione nel 2026 (dal 1° settembre 2026). Sono a chiedere, quindi, se possono andarci sfruttando i requisiti di opzione donna già maturati oppure ho perso la chance non avendola sfruttata nel 2022?
Le diverse edizioni di Opzione donna
Per comprendere appieno il funzionamento di questa forma di pensione anticipata, è utile ripercorrere le principali versioni della misura dal 2022 a oggi.
Ogni “edizione” ha infatti introdotto cambiamenti nei requisiti anagrafici, contributivi e nelle condizioni soggettive delle lavoratrici interessate.
Edizione 2022
Nel 2022 potevano accedere al pensionamento le lavoratrici con almeno 58 anni di età (59 per le autonome) e 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2021. L’assegno veniva calcolato interamente con il sistema contributivo, indipendentemente dal sistema precedente utilizzato per i versamenti. Una volta raggiunti i requisiti, il diritto alla pensione rimaneva valido, consentendo di presentare la domanda anche successivamente.
Opzione donna 2023
La versione del 2023 ha modificato sia l’età che le condizioni personali richieste. Possono beneficiarne le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano raggiunto 35 anni di contributi e 60 anni di età, ridotti di un anno per ogni figlio (fino a un massimo di due anni). Inoltre, per accedere è necessario trovarsi in una delle seguenti situazioni:
- assistere un familiare con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell’art.
3, comma 3, della Legge 104/1992;
- avere una invalidità civile pari o superiore al 74%.
L’edizione 2024-2025
L’ultima versione di opzione donna valida per il biennio 2024-2025, mantiene la logica introdotta l’anno precedente ma innalza leggermente l’età richiesta. Possono fare domanda le lavoratrici che, tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2024, abbiano maturato 35 anni di contributi e 61 anni di età, riducibili fino a 59 anni in presenza di due figli.
Restano confermate le stesse condizioni soggettive previste nel 2023: assistenza a familiari disabili o invalidità pari o superiore al 74%.
Opzione donna: il principio del diritto cristallizzato
Uno degli aspetti più importanti di Opzione donna è quello del cosiddetto “diritto cristallizzato”. Questo principio stabilisce che, una volta raggiunti i requisiti richiesti dalla normativa vigente in un determinato anno, la lavoratrice conserva il diritto ad accedere alla pensione con quelle condizioni, anche se sceglie di continuare a lavorare e di fare domanda in un momento successivo.
In pratica, chi ha maturato i requisiti nel 2022, ad esempio, mantiene la possibilità di usufruire di Opzione donna anche negli anni seguenti, purché la misura non venga completamente abolita. Ciò significa che il diritto resta valido, anche se non immediatamente esercitato. In conclusione, la nostra lettrice può andare in pensione nel 2026 sfruttando i requisiti maturati negli anni prima.
Ricordiamo che sono stati resi noti anche i tempi per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio per la pensione comparto scuola, per coloro che intendono uscire dal 1° settembre 2026. La richiesta è da farsi entro il 21 ottobre 2025, ovvero entro il 28 febbraio 2026 per i dirigenti.