La Francia è pericolosamente precipitata nel caos politico e istituzionale. Appena dopo poche ore dalla nascita del quinto governo in meno di due anni, il primo ministro Sébastien Lecornu ha rassegnato le dimissioni. La sua nomina era arrivata 27 giorni fa, a seguito della sfiducia del predecessore François Bayrou ricevuta dall’Assemblea Nazionale. Come avevamo anticipato questa mattina, però, anche il nuovo esecutivo partiva morto. Non avrebbe goduto del sostegno praticamente di alcun gruppo all’infuori dei centristi. Gli stessi Repubblicani, che vantano tra i ministri il loro leader Bruno Retailleau, avevano espresso perplessità circa l’assenza di novità con il passato.
La sfiducia sarebbe stata questione di giorni. Destra e sinistra l’avrebbero votata. Lecornu ha voluto giocare d’anticipo, consapevole che la sua ostinazione, per dirla con il termine usato dai socialisti, non avrebbe avuto senso. Fatto sta che la Francia è nel caos. Subito dopo la notizia delle dimissioni, i rendimenti decennali francesi hanno superato gli italiani. Lo spread tra BTp e Oat è diventato, quindi, negativo. Significa che i mercati giudicano il debito pubblico transalpino persino più rischioso del nostro.
A breve, le agenzie di rating potrebbero tornare a declassare gli Oat. Fitch aveva portato il suo giudizio a settembre da AA- ad A+. Le distanze con l’Italia si sono ridotte a tre gradini dai sei di un anno e mezzo fa. E adesso? La France Insoumise, formazione dell’ultra-sinistra di Jean-Luc Mélenchon, ha annunciato che presenterà una mozione per valutare la “destituzione del presidente Emmanuel Macron“. Siamo al collasso della Quinta Repubblica.
Non possiamo escludere nuove elezioni con lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, le terze dal 2022. Anzi, sembra lo scenario più probabile. Ma sarebbero le sole o accompagnate da quelle per il nuovo capo dello stato? Un passo indietro di Macron era stato escluso nei giorni della nomina di Lecornu. Con la Francia nel caos, però, anche i consiglieri più fidati all’Eliseo potrebbero suggerire al presidente di compiere un passo indietro.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
