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Oggi: 05 Dic, 2025

Cantiere pensione di vecchiaia: dentro la “lente” di Itinerari Previdenziali in vista del 2026-2027

Il futuro della pensione vecchiaia dal 2027 resta incerto tra adeguamenti automatici e possibili interventi correttivi
2 mesi fa
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pensione di vecchiaia
Foto © Licenza Creative Commons

Il dibattito su come cambierà la pensione vecchiaia torna centrale con l’avvicinarsi della prossima manovra. Un’analisi del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali fa il punto sui requisiti attuali, sugli scatti legati alla speranza di vita previsti per il biennio 2027-2028 e sulle ipotesi allo studio per attenuarne gli effetti. Il tema è delicato perché tocca l’equilibrio tra sostenibilità del sistema e tutela dei futuri pensionati.

Cosa serve oggi per la pensione di vecchiaia

Oggi l’accesso alla pensione vecchiaia richiede due condizioni di base: 67 anni compiuti e almeno 20 anni di versamenti. La regola vale per ogni categoria lavorativa, senza distinzioni tra dipendenti e autonomi, uomini e donne.

Se i 20 anni di contribuzione non vengono raggiunti, la via ordinaria alla prestazione resta possibile, ma l’età richiesta si sposta a 71 anni. In alcuni casi per la pensione di vecchiaia bastano 67 anni di età e 15 anni di contributi (invece che 20).

Con la Legge di Bilancio 2024 è cambiata anche la soglia economica per maturare il diritto: l’importo lordo mensile della pensione deve risultare almeno pari all’assegno sociale. In precedenza la norma pretendeva un importo non inferiore a una volta e mezza tale assegno; la riduzione del vincolo ha reso l’accesso più semplice in presenza di carriere fragili.

Cosa bolle in pentola

Sul tavolo della manovra per il 2026, i tecnici individuano due possibili interventi. Il primo riguarda un blocco dell’adeguamento automatico dei requisiti anagrafici alla speranza di vita; il secondo mira a consentire l’utilizzo del TFR per raggiungere la soglia minima necessaria all’uscita anticipata nel regime contributivo.

Il centro studi Itinerari Previdenziali evidenzia che, almeno sulla prima direttrice, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha più volte manifestato apertura all’idea di congelare l’innalzamento dei requisiti che scatterebbe dal 2027.

Senza nuovi interventi, infatti, il biennio 2027-2028 porta con sé un aumento di tre mesi dell’età utile alla pensione vecchiaia. La ragione sta nei dati Istat relativi al 2024, che certificano un miglioramento della longevità: per la prima volta dopo cinque anni i valori superano il livello pre-pandemico, attestandosi a 81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne. In termini di scenari previdenziali, l’incremento di vita media corrisponde a uno scostamento di sette mesi. Tuttavia, dal 1° gennaio 2027 lo scatto previsto sarà limitato a tre mesi, perché quattro mesi servono a recuperare la “perdita” registrata nell’anno della pandemia. In concreto, l’età minima per la pensione vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi.

Lo stesso aggiornamento si riflette anche sui percorsi di uscita anticipata. L’anzianità contributiva richiesta salirebbe a 43 anni e 1 mese per gli uomini e a 42 anni e 1 mese per le donne. Si tratta di un aggiustamento coerente con la logica che aggancia i requisiti ai cambiamenti demografici, evitando che l’allungamento della vita lavori esclusivamente sul lato della spesa.

Adeguamento età pensionabile: un passo automatico

È importante ricordare, secondo l’analisi del centro studi Itinerari Previdenziali, che il meccanismo di adeguamento non è frutto di scelte politiche caso per caso.

La normativa affida l’intero processo a procedure amministrative, con tempistiche e modalità già definite.

Questo garantisce la regolarità delle verifiche e il rispetto delle scadenze, rendendo la revisione un passaggio ordinario e prevedibile del sistema. La stessa architettura si ritrova nell’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione del metodo contributivo, resi biennali a partire dal 2019. Due leve, quindi, che agiscono di concerto: la prima adegua l’età di accesso, la seconda calibra il rapporto tra montante contributivo e assegno, così da preservare nel tempo l’equilibrio della spesa pensionistica.

Questi strumenti, osserva l’analisi, funzionano come stabilizzatori automatici in grado di contrastare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione. L’adeguamento dei requisiti e la revisione dei coefficienti non sono misure emergenziali, ma parti strutturali dell’impianto previdenziale. Il loro obiettivo è duplice: garantire sostenibilità finanziaria e mantenere una prestazione adeguata rispetto ai versamenti effettuati. Non a caso, l’aggiornamento periodico tende anche a innalzare il livello medio degli assegni, un aspetto che nel regime contributivo incide direttamente sull’adeguatezza delle prestazioni.

Pensione vecchiaia nel focus di Itinerari Previdenziali: conclusioni

Nel quadro delineato, le proposte in discussione assumono un significato preciso. Il congelamento dell’adeguamento dal 2027 dell’età per la pensione di vecchiaia risponderebbe all’esigenza sociale di attenuare un ulteriore allungamento della carriera lavorativa dopo anni di incertezza.

D’altra parte, la scelta di utilizzare il TFR per raggiungere la soglia richiesta nei canali contributivi di anticipo punterebbe a colmare gli “ultimi metri” per chi, pur vicino all’obiettivo, non dispone di un importo sufficiente a varcare la soglia minima. In entrambi i casi, l’attenzione resta rivolta alla tenuta complessiva del sistema e al bilanciamento tra diritti maturati e sostenibilità.

Resta centrale, quindi, la corretta pianificazione del percorso verso la pensione vecchiaia. Il quadro attuale fissa paletti chiari:

  • 67 anni e 20 anni di contributi come via ordinaria;
  • 71 anni in assenza dei 20 anni;
  • una soglia economica pari all’assegno sociale per consolidare il diritto.

Dal 2027, salvo interventi, i 67 anni si trasformerebbero in 67 anni e 3 mesi, con ricadute anche sui canali anticipati in termini di mesi di contribuzione aggiuntivi.

Riassumendo

  • Pensione vecchiaia oggi richiede 67 anni e 20 anni di contributi (in alcuni casi ne bastano 15).
  • Senza 20 anni di versamenti, pensione accessibile solo a 71 anni.
  • Dal 2027 l’età salirà a 67 anni e 3 mesi.
  • Anche le pensioni anticipate subiranno aumento dei requisiti contributivi.
  • Adeguamenti automatici legati alla speranza di vita garantiscono sostenibilità finanziaria.
  • In discussione blocco innalzamento età e uso TFR per anticipo contributivo.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.