Non si scherza con i debiti nei confronti del Fisco, con le cartelle esattoriali e con tutte le conseguenze che ne derivano. Guai a sottovalutare gli effetti di situazioni debitorie di questo tipo. Alcuni contribuenti rischiano infatti di finire in guai molto seri.
A dire il vero, crediamo che siano pochi coloro che davvero sottovalutano questi rischi: pignoramenti di stipendi e pensioni, blocco del conto corrente, ganasce fiscali sulle auto, ipoteche e molto altro ancora. Si tratta delle cosiddette azioni di esecuzione forzata, strumenti che il Fisco italiano mette in atto attraverso il suo “braccio operativo”, l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Ma adesso si profila qualcosa di ancora più severo: alcuni contribuenti rischiano l’immediato blocco dello stipendio per debiti fiscali.
Stipendio bloccato per chi ha debiti fiscali? Ecco cosa cambia tra cartelle esattoriali e Fisco
Dal 2026, per chi lavora nel pubblico impiego, subire il blocco dello stipendio diventerà un rischio concreto. Una nuova normativa introduce infatti un meccanismo rapido e incisivo: un lavoratore dello Stato con debiti fiscali potrebbe vedersi congelare lo stipendio quasi immediatamente.
Naturalmente saranno previsti vincoli e limiti precisi, ma il pericolo rimane significativo. E se la misura dovesse rivelarsi efficace, non è difficile immaginare un’estensione anche al settore privato.
Stop allo stipendio per debiti con il Fisco, ecco le regole dal primo gennaio 2026
Il rischio di subire lo stop dello stipendio tramite pignoramento esiste da sempre. La novità risiede però nella rapidità della procedura, che ora colpisce direttamente i lavoratori statali. Lo stipendio potrà essere bloccato senza avvisi preventivi o comunicazioni preliminari: di colpo, ci si potrà ritrovare in un vero e proprio vortice.
Dal 1° gennaio 2026, i lavoratori pubblici che percepiscono uno stipendio di almeno 2.500 euro lordi e hanno debiti fiscali pari o superiori a 5.000 euro saranno i soggetti a rischio.
Il meccanismo funziona così:
- il datore di lavoro, ossia la Pubblica Amministrazione, prima di pagare lo stipendio, dovrà verificare tramite banche dati l’eventuale presenza di debiti;
- se il dipendente rientra nei limiti di reddito e debito, scatterà il blocco dello stipendio;
- il blocco riguarderà solo la quota necessaria e comunque entro limiti fissati dalla legge: 1/7 dello stipendio oppure 1/5 se la retribuzione supera i 5.000 euro.
Novità importante: e se domani estendono a tutti questo fardello?
Dal 1° gennaio 2026 entrerà quindi in vigore questa novità, che riguarda alcuni lavoratori pubblici con debiti fiscali. Non tutti, ma una fetta significativa.
Tuttavia, come spesso accade in questi casi, non è azzardato ipotizzare che la misura possa essere in futuro estesa a tutti i lavoratori, anche del settore privato. Ciò comporterebbe un inasprimento delle regole sul pignoramento dello stipendio, con conseguenze pesanti per chi si trova indebitato.
Un segnale chiaro: la guerra senza frontiere contro i debitori dello Stato continua a rafforzarsi, con strumenti sempre più rapidi e incisivi.