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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni Ape sociale a 63 anni e 5 mesi: 540 giorni di lavoro nei 3 anni precedenti, che regola è?

Cosa significa 540 giornate di lavoro nei 3 anni precedenti per la pensione con l'Ape sociale come lavoro gravoso nel settore agricolo.
3 mesi fa
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pensione ape sociale
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Ci sono misure pensionistiche semplici da capire e da spiegare. Per esempio, la pensione di vecchiaia si ottiene con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Senza troppi fronzoli, senza requisiti particolari o difficili da interpretare.

Ma esistono anche misure ricche di cavilli e regole molto specifiche. Una di queste è l’Ape sociale. La pensione con l’Ape sociale a 63 anni e 5 mesi è molto popolare, ma è destinata solo a categorie particolari di lavoratori che, per diversi motivi, necessitano di un sostegno.

Da un lato, ci sono le condizioni fisiche personali o dei familiari (come per gli invalidi o i caregiver).

Dall’altro, ci sono le motivazioni di natura lavorativa, legate a disoccupazione o a occupazioni particolarmente pesanti. Ogni categoria, però, deve rispettare requisiti aggiuntivi.

Per esempio, il disoccupato deve aver terminato di percepire tutta la Naspi spettante, mentre il caregiver deve convivere da almeno 6 mesi con il parente disabile grave. Requisiti extra valgono anche per gli addetti ai lavori gravosi. E se consideriamo che le attività classificate come gravose sono ben 15, ogni mestiere potrebbe avere ulteriori condizioni da soddisfare.

Alzi la mano, ad esempio, chi ha mai sentito parlare della regola dei 540 giorni effettivi di lavoro nei tre anni precedenti.

Il lavoro gravoso per la pensione a 63 anni e 5 mesi di età con l’Ape sociale

Un aspetto fondamentale dell’Ape sociale riguarda i lavori gravosi. Con questa misura, è possibile andare in pensione con almeno 63 anni e 5 mesi di età e 36 anni di contributi versati, ma solo se si è svolta una delle 15 attività gravose previste:

  • addetti allo spostamento merci (facchini);
  • conducenti di camion o altri mezzi pesanti;
  • macchinisti ferroviari e personale viaggiante;
  • gruisti o conduttori di macchinari per perforazione nelle costruzioni;
  • infermieri di sala operatoria o ostetriche in turni ospedalieri;
  • maestre ed educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia senza particolari qualifiche;
  • operatori ecologici, netturbini e addetti alla raccolta/separazione rifiuti;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;
  • operai agricoli e braccianti;
  • operai siderurgici.

Tali attività devono essere state svolte per almeno 7 degli ultimi 10 anni di lavoro. In alternativa, è valido anche averle esercitate per 6 degli ultimi 7 anni. Questi sono i requisiti generali richiesti agli addetti ai lavori gravosi che vogliono accedere alla pensione con l’Ape sociale a 63 anni e 5 mesi.

Pensioni Ape sociale a 63 anni e 5 mesi: 540 giorni di lavoro nei 3 anni precedenti, che regola è?

Un caso particolare riguarda i braccianti agricoli, la cui attività è spesso collegata alla stagionalità dei raccolti. Per questo motivo, i requisiti per l’Ape sociale assumono caratteristiche specifiche.

Oltre a rispettare i requisiti generali previsti per tutte le attività gravose, l’INPS richiede al bracciante agricolo la prova di aver lavorato almeno 540 giornate negli ultimi 3 anni. Questo rappresenta l’ostacolo maggiore per molti lavoratori del settore.

La differenza è evidente: un facchino che lavora per un grande magazzino può dimostrare facilmente la continuità dell’attività gravosa svolta in 7 degli ultimi 10 anni, o in 6 degli ultimi 7.

Per i braccianti agricoli, invece, la discontinuità tipica del settore complica il raggiungimento del requisito.

Senza questo requisito aggiuntivo nulla da fare: l’INPS dice no alla domanda

La continuità lavorativa può essere dimostrata con contratti e buste paga. Tuttavia, per gli agricoli, l’INPS ha stabilito questa condizione specifica delle 540 giornate in 3 anni.

Si tratta di un fardello per i braccianti, perché l’istituto non considera validi i periodi coperti da disoccupazione agricola. Eppure, questo strumento è ampiamente utilizzato dagli addetti del settore per far fronte alle stagioni senza raccolti e senza attività agricola.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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