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Oggi: 05 Dic, 2025

Terza tranche del BTp a 3 anni, scadenza gennaio 2029 e quotazione sotto la pari

Il Tesoro offre in asta la terza tranche del BTp a 3 anni con scadenza nel gennaio 2029 (ISIN: IT0005660052) per 2,75-3,25 miliardi di euro.
3 mesi fa
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Mercati a caccia di BTp lunghi
Mercati a caccia di BTp lunghi © Investireoggi

Nell’asta di domani 11 settembre per l’emissione di due titoli di stato a medio-lungo termine, il Tesoro offrirà un importo compreso tra 2,75 e 3,25 miliardi di euro del BTp 15 gennaio 2029 (ISIN: IT0005660052). All’asta supplementare del giorno seguente, riservata agli Specialisti in titoli di stato, ci sarà un importo extra di 650 milioni. Nello specifico, si tratta della terza tranche dell’attuale “benchmark” a 3 anni ed emesso nel mese di luglio.

Quotazione sotto la pari e cedola medio-bassa

Il BTp gennaio 2029 stacca una cedola annuale lorda del 2,35% con cadenza semestrale. L’investitore che decidesse di acquistarlo, dovrebbe mettere in conto un rateo passivo relativo a 62 giorni di dietimi. Tanti sono gli interessi non dovuti e decorsi dallo scorso 15 luglio fino alla data di regolamento del 15 settembre. In altre parole, c’è da pagare un importo extra di circa 3,96 euro per ogni lotto minimo di 1.000 euro.

La buona notizia è che il BTp gennaio 2029 quota ancora sotto la pari. Per l’esattezza, si aggirava ieri sui 99,86 centesimi. Significa che per inserire in portafoglio 1.000 euro nominali, bisognerebbe spenderne qualche euro in meno. Questo è dovuto al fatto che la cedola sia considerata dal mercato un tantino bassa, dato il recente rialzo dei rendimenti globali.

BTp gennaio 2029 investimento di breve durata

Un investimento di questo tipo si configura idoneo per quei risparmiatori intenti ad impiegare la liquidità disponibile per un periodo di tempo limitato e senza grosse pretese sul piano del rendimento. Questi viaggia attualmente appena sotto il 2,40% annuo, al lordo delle imposte. Se l’inflazione italiana non facesse scherzi da qui al medio periodo, il rendimento resterebbe positivo anche in termini reali. Il rischio, semmai, potrebbe consistere in un’ulteriore salita dei rendimenti, tale da ridurre i prezzi dei bond emessi e da renderli meno allettanti rispetto alle future emissioni.

Uno scenario da non escludere, anche se per il momento sembra improbabile una drastica ascesa sul tratto medio-corto della curva.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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