Quando arriva la cartella di pagamento dall’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia) significa che c’è un debito con il fisco che l’ente creditore (ad esempio l’Agenzia Entrate, il Comune, ecc.) pretende venga estinto. Si può trattare di irpef, iva, irap, TARI, IMU o altre imposte e tasse non pagate a loro tempo. E non pagate nemmeno a seguito della notifica di un primo avviso da parte dello stesso ente creditore.
In pratica questo il procedimento che in genere si verifica:
- il contribuente non ha pagato l’imposta dovita;
- l’ente creditore (ad esempio l’Agenzia Entrate) se ne accorge ed invia l’avviso bonario;
- il contribuente non paga l’avviso bonario nei tempi previsti;
- l’ente creditore provvede all’iscrizione a ruolo affidandone la riscossione all’Agenzia Entrate Riscossione;
- l’Agenzia Entrate Riscossione invia la cartella di pagamento al contribuente.
Rispetto all’avviso bonario, la cartella di pagamento contiene sanzioni maggiorate e interessi maggiorati rispetto a quelli dell’avviso bonario.
La rateizzazione della cartella
Così come l’avviso bonario, possibile rateizzare la cartella di pagamento. In base alle regole in vigore dal 1° gennaio 2025 l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può concedere la dilazione dei debiti fino a 120.000 euro, semplicemente su richiesta del contribuente che segnala una temporanea difficoltà economica. In questi casi è possibile ottenere fino a 84 rate mensili, cioè sette anni, senza necessità di presentare documenti a sostegno della domanda. La procedura può essere svolta online attraverso il servizio “Rateizza adesso” disponibile nell’area riservata.
Per chi, invece, ha bisogno di piani più lunghi, da 85 a 120 rate, è necessario dimostrare la condizione di difficoltà economico-finanziaria con documentazione specifica.
Lo stesso obbligo di documentazione si applicherà sempre per importi superiori a 120.000 euro. E indipendentemente dal numero di rate richieste. In questi casi, la concessione della dilazione è subordinata alla verifica dei requisiti previsti dal decreto del 27 dicembre 2024 firmato dal vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Una volta accertata la sussistenza delle condizioni, AdeR potrà autorizzare la suddivisione del debito fino a un massimo di 120 mensilità, rendendo più gestibile il pagamento delle somme iscritte a ruolo.
Dilazionare la cartella di pagamento? C’è la scorciatoia
A rendere molto più semplice l’accesso alla dilazione della cartella di pagamento, nel foglio della cartella stessa riservato alle “Informazioni dall’agente della riscossione” è presente un QR code che se utilizzato dal contribuente gli consente un immediato supporto indirizzandolo in modo diretto alla pagina del portale istituzionale dell’Agenzia Entrate Riscossione in cui è possibile consultare le informazioni dettagliate relative alla rateizzazione e simulare anche il piano delle rate.
Il simulatore, tuttavia, riguarda solo le richieste di dilazione documentate e permette di sapere se esistono le condizione per la rateizzazione (ci riferiamo agli importi superiori ai 120.000 euro).
Riassumendo
- La cartella di pagamento segnala un debito fiscale non saldato, ad esempio, dopo avviso bonario.
- Include imposte come Irpef, Iva, Irap, Tari, Imu e altre tasse.
- Il mancato pagamento porta all’iscrizione a ruolo e alla riscossione da AdeR.
- La cartella contiene sanzioni e interessi maggiori rispetto all’avviso bonario.
- Possibile rateizzare fino a 120.000 euro senza documenti, massimo 84 rate.
- Oltre 120.000 euro o più di 84 rate richiedono documentazione specifica.
- Il QR code permette un accesso facilitato alla rateizzazione.